di Pina Ferro
Liberato Calandra, 4 anni, spirò poco prima l’arrivo in ospedale a Eboli, a seguito di una crisi respiratoria. Per la morte del bimbo di Puglietta, frazione di Campagna, il pubblico Ministero Roberto Penna, ha chiesto il rinvio a giudizio per M.A., pediatra di base che aveva in cura il piccolo. Scagionati dalle accuse i genitori che in un primo momento erano stati iscritti sul registro degli indagati. Il bambino era affetto da asma bronchiale ed era seguito dal pediatra di base. Secondo l’impianto accusatorio il camice bianco avrebbe prescritto al piccolo paziente una terapia non adeguata. A seguito del decesso del bimbo la Procura di Salerno ha aperto un’inchiesta e dispo
sto una consulenza tecnica collegiale affidata a medici legali e, ad un broncheologo salernitano. A seguito dei risultati prodotti sarebbe venuta fuori l’inadeguatezza della terapia prescritta. Anche il medico di base ha presentato una propria consulenza. La tragedia si è consumata nel marzo 2017. Era un sabato sera quando i genitori del bambino che già dal mattino pare stesse male, trasportano il piccolo al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria della Speranza di Eboli. Durante la giornata le condizioni del figlio erano peggiorate. A nulla valse la corsa in ospedale. Per Liberato non vi era più nulla da fare: il suo cuore aveva smesso di battere prima dell’arrivo in
ospedale. A seguito del decesso fu aperta un’inchiesta affidata al sostituto procuratore Roberto Penna che iscrisse nel registro degli indagati il pediatra di base ed i genitori ai quali veniva contestato il ritardo nel rivolgersi ai medici ospedalieri e l’aver trasportato il bimbo in auto e non con un mezzo sanitario, nello specifico un’ambulanza del 118. Per i genitori ora sono decadute tutte le accuse. All’epoca dei fatti il magistrato titolare dell’inchiesta individuò nei nonni di Liberato le persone offese. Ora il pediatra di base rischia un rinvio a giudizio ed un eventuale procedimento penale durante il quale i genitori potrebbero costituirsi parte civile.