di Monica De Santis
“Dio dei nostri padri, grande misericordioso; signore della pace e della vita, padre di tutti. Tu hai progetti di pace e non di afflizione, condanni le guerre e abbatti l’orgoglio dei violenti”. E’ questo l’inizio della preghiera per la pace scritta da Giovanni Paolo II e letta da monsignor Andrea Bellandi, ieri alle 13 in Cattedrale per il digiuno e preghiera per il popolo ucraino. Una funzione religiosa durata circa un’ora e officiata dal vescovo di Salerno e da padre Ivan della chiesa cattolica-ortodossa-ucraina. Una Cattedrale gremita di fedeli sia italiani che ucraini. Una grande bandiera Ucraina posta ai piedi dell’altare. Il silenzio dei fedeli che hanno ascoltato le parole dei due officianti ed hanno pregato. “Siamo qui – ha detto monsignor Bellandi nel suo intervento – con i nostri fratelli ucraini del tutto disarmati o meglio come ha detto il Papa possedendo altre armi, quelle di Dio, ovvero la preghiera e il digiuno. Per il mondo queste sembrano essere armi inefficaci, sono invece più potenti di quelle degli uomini, perché hanno il potere di cambiare il cuore, di trasformare il cuore degli uomini da un cuore di pietra a un cuore di carne. Siamo qui per implorare Dio affinché la guerra finisca, che è qualcosa di tragico. Come ha detto Papa Francesco, chi fa la guerra dimentica l’umanità, non guarda alla vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto interessi di parte e di potere. E si distanzia dalla gente che vuole la pace e che paga sulla propria pelle le follie della guerra”. Le conclusioni sono state invece di padre Ivan che ha ringraziato il clero salernitano ed i fedeli per il sostegno e per le preghiere per il suo popolo che sta soffrendo.