di Erika Noschese
Oltre mille cittadini, residenti nel quartiere di Torrione, senza medico di base da quattro mesi e cioè da quando la dottoressa Maria Rosaria D’Angelo ha dovuto richiedere il pensionamento anticipato per problemi di salute, dopo 38 anni di onorato servizio. “Non sono la sola, altri colleghi sono andati in pensione e la Regione non si è degnata di fare un solo decreto per porre rimedio a questa criticità, generando una graduatoria – ha spiegato la dottoressa D’Angelo – La collega è nominata lo scorso 18 luglio ma la situazione resta drammatica”. Il riferimento è non solo agli anziani ma anche e soprattutto ai pazienti oncologici, impossibilitati a fare ricorso alla sanità pubblica e alle presentazioni”. Ad oggi, infatti, non si sa ancora quando la nuova dottoressa prenderà possesso dello studio e avviare definitivamente il servizio, indispensabile per la comunità. La dottoressa D’Angelo lancia un appello anche ai pazienti affinché possano iniziare a far sentire la loro voce e rivendicare un diritto, quello alla sanità, che spetta loro di dovere. “I cittadini sono costretti a fare file infinite sotto al sole, dinanzi la sede dell’Asl per poi magari tornare a casa senza aver concluso nulla in quanto è terminato l’orario lavorativo – ha detto la dottoressa – E’ una vicenda incresciosa, l’Asl risparmia in tutto questo perché non paga gli altri medici e per loro è solo un riscontro positivo mentre i miei colleghi posso fare le ferie beatamente, in attesa di settembre quando poi, forse, si inizierà a ripristinare la situazione”. La dottoressa D’Angelo aveva in cura circa 1500 e pur non lavorando più oggi resta punto di riferimento per pazienti con patologie delicate. “Purtroppo per loro oggi posso fare ben poco se non ascoltare, dare consigli e – soprattutto – conosco le loro patologie ma ovviamente non posso fare ricette, segnare visite o cure – ha detto ancora la dottoressa – Ci stanno portando sempre più verso una medicina privata, l’ospedale non funziona e la sanità pubblica è sempre più ai minimi storici. Quale sanità è questa, cosa ci garantisce?”. Il medico di base si è sempre detta disponibile ad assistere i suoi pazienti, anche considerando che molti colleghi non possono più avere pazienti per sopraggiunti limiti. “Siamo tornati nuovamente a pagare gli esami perchè esaurito il budget di spesa, i cittadini che non hanno la possibilità economica sono costretti a rinunciare alle cure e, a livello regionale, nulla si fa”. La proposta sembra essere quella di una graduatoria per avere medici di base in una città che sempre più spesso si vede negare il diritto alla cura, a favore di una sanità privata dai costi inaccessibili, costringendo utenti a rinviare visite indispensabili per la loro salute, con tutti i rischi del caso.