di Andrea Pellegrino
Un vera e propria corsa contro il tempo quella messa in atto tra le varie ‘anime’ del partito democratico per evitare che domenica l’assemblea si chiuda con una scissione. Un impegno da cui Matteo Renzi non intende tirarsi indietro. E così dopo giorni di contatti ridotti al lumicino, il leader del Pd alza il telefono e chiama uno dei ‘rivali’, Michele Emiliano. Un colloquio che arriva dopo l’ennesimo affondo del governatore della Puglia proprio contro il segretario Dem, paragonato a Napoleone che si appresta ad “andare incontro a delle Waterloo”. Soddisfatto della telefonata il deputato salernitano Simone Valiante: «Il clima più disteso di queste ultime ore è un passo in avanti significativo. Emiliano – aggiunge – ha dimostrato grande senso di responsabilità ed il profilo di un leader nazionale che sa parlare al Paese ma anche alla classe dirigente del nostro partito. Chi ha l’ossessione culturale della scissione la mettesse da parte e Renzi ragioni da vero leader di un grande Paese occidentale, non ascoltando tutti quelli che sognano un posto in più da capolista bloccato. È in gioco il futuro di una grande comunità politica e del Paese intero!». Nella giornata degli appelli si fa sentire anche l’ultimo segretario dei Ds, Piero Fassino, che in una lettera all’Huffington Post dal titolo “fermatevi anche voi” si rivolge direttamente a Bersani: “Insieme – scrive l’ex sindaco di Torino – abbiamo concorso con Romano Prodi a creare l’Ulivo. Insieme abbiamo guidato i Ds a fondare il Partito Democratico. Vi sono dunque buone ragioni perche’ noi si agisca per evitare scelte da cui ne’ l’Italia, ne’ il Pd trarrebbero beneficio”. Nel ruolo di ‘pontiere’ anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando dato in questi giorni come possibile sfidante di Renzi alla segreteria del partito: “La scissione nel Pd sarebbe una prospettiva sciagurata contro la quale personalmente lavorerò fino all’ultimo minuto utile”. Il Guardasigilli fa inoltre sapere che al termine della riunione del Consiglio dei ministri si è intrattenuto con alcuni colleghi proprio a discutere del futuro del Pd: “Quando si inizia una strada di divisione si capisce solo una parte delle conseguenze che poi si determinano in un lungo periodo”. Le ultime speranze sembrano appese al dialogo che il leader Dem ha deciso di aprire con il presidente della Puglia che avrebbe chiesto nuovamente di spostare ad autunno il congresso. Ricucire lo strappo però appare complicato e lo dimostrano le diverse interpretazioni che vengono date all’appello del leader democratico: “Non e’ un’intervista che può sciogliere il nodo. Ci vuole umilità”, osserva Gianni Cuperlo nel corso di un videoforum su Repubblica “Nessuno può avere un livello di autostima tale da anteporre se stesso a un’esperienza politica”. Non cambiano linea nemmeno i bersaniani che domenica hanno assicurato la loro presenza all’assemblea.