Massimo Iannone: la scuola di canto italiana nel mondo - Le Cronache Attualità
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Massimo Iannone: la scuola di canto italiana nel mondo

Massimo Iannone: la scuola di canto italiana nel mondo

Olga Chieffi

 

Terrazza del Grand Hotel Excelsior Vittoria dove nel 1921 Caruso trascorse il suo ultimo anno di vita, alla balaustra, sul golfo che incantò il celebre tenore e con lui Lucio Dalla e ognuno che possa godere di quel panorama, vi è affacciato Massimo Iannone vocal coach, membro della prestigiosa giuria che il Maestro Paolo Scibilia ha voluto per la seconda edizione del concorso Internazionale di Canto dedicato all’Opera Lirica e Canzone Classica Napoletana, il Caruso-De Curtis, International Singing Festival Competition, senza dubbio la più bella terrazza di Sorrento, da dove ammirare lo spettacolare panorama mozzafiato sul golfo, sul Vesuvio e sulle isole, con gli stabilimenti balneari di marina piccola e il porto. Ci viene incontro Massimo, maestro non solo di canto, ma d’eleganza e d’amicizia, sguardo dello stesso color del mare sorrentino e sciarpa di seta, per un incontro a cavaliere del suo ritorno dalla Nuova Zelanda e dall’Australia, per le abituali masterclass, della sua partecipazione quale giurato del concorso e chiaramente anche quale esperto talent scout per le voci nuove da lanciare e la sua partenza per l’India dove ritorna spesso, per tenere delle clinics e per immergersi nei luoghi della religione che ha sposato, il buddhismo. Massimo Iannone è da tempo che gira il mondo quale ambasciatore della scuola italiana di canto, questo undicesimo viaggio in India, dove a Nuova Dehli, ospite della Neemrana Music Foundation, in collaborazione con l’istituto Italiano di Cultura, dove ha consegnato una borsa di studio, per portare in Italia le due migliori voci maschile e femminile, del corso, e continuerà a portare il suo credo vocale insieme ad Ambra Sorrentino – Opera Co-Pro, a Berlino (il 2 febbraio alla Berlin Music Academy) e a Monaco (il 20 febbraio alla Stainway & Sons), contribuendo così alla crescita in loco della forma d’arte che più di altre contraddistingue l’italianità nel mondo.

Cosa significa essere vocal coach?.

Un vocal coach è un professionista della musica che assiste i cantanti nel prepararsi per le esibizioni, aiutandoli a migliorare le loro tecniche di canto e a scegliere il repertorio adeguato, Inoltre, non è solo un insegnante di canto, ma anche un esperto di espressione e personalità vocale. Può aiutare gli studenti a sviluppare e affermare la loro unicità vocale, soprattutto durante le esibizioni dal vivo o dietro un microfono. Una mission, quella di Massimo Iannone, che viene da lontano. Infatti, ha iniziato a familiarizzare con la musica fin dalla giovane età, quando ha intrapreso gli studi accademici di pianoforte al conservatorio “San Pietro a Maiella” di Napoli, dove è stato fin da subito catturato dallo studio del canto. Dopo il diploma ha studiato per tre anni con Ettore Campogalliani, perfezionandosi poi Artista del coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, negli ultimi trentatré anni si è esibito con i più famosi direttori d’orchestra, che sono passati per lo storico teatro. Ma non è nuovo l’incrocio dello sguardo di Massimo Iannone, che la scorsa estate abbiamo incontrato proprio in occasione del 70° Festival Puccini, dopo una intensa Butterfly del trio Sepe-Costanzo-Sipari, infatti è da anni che collabora con la fondazione Puccini, per la  Puccini Festival Academy.

Ma il mondo dell’opera dove va, con la questione del management, la scelta dei cast?

“Personalmente – ha risposto Massimo Iannone – posso unicamente insegnare ai ragazzi a cantare e glielo ripeto sempre che diverranno “attori” di un mondo difficilissimo ove alle volte anche io stento a capirne i meccanismi. Ci sono i Direttori d’orchestra che scelgono di persona con chi far musica, come teatri in cui girano sempre gli stessi nomi. Ad esempio, io adoro la Anna Netrebko, l’ho vista nascere come stella indiscussa della lirica, essendo stato per quarant’anni all’Accademia di Santa Cecilia, dove è nata con lo Stabat, il Requiem di Britten, ma ora alla Scala è ora che vi ritorni una voce italiana che io inquadro in quella splendida di Anna Pirozzi”.

ll tuo approccio come vocal coach è davvero interessante e originale, ce lo spieghi?

“Alla base è ineludibile l’importanza della disciplina e della motivazione nel percorso di apprendimento del canto. Concentrandosi non solo sulla tecnica vocale, ma anche sull’indirizzo musicale e sul controllo di sé, si riesce a creare un ambiente di apprendimento più completo e profondo. Anche con la mia connessione al buddhismo e l’accento sul controllo della mente possono offrire agli studenti strumenti preziosi per affrontare le sfide artistiche e personali, utilizzando tecniche specifiche di meditazione o esercizi di consapevolezza per aiutarli a sviluppare il controllo e la presenza sul palco”.

Chi sente di ringraziare per questa carriera?

Io devo tutto all’Accademia di Santa Cecilia, devo tutto ai miei grandi insegnanti, ho avuto una grande carriera sindacale in Italia, facendo parte anche del Mibact, o legato a personaggi, ma solo ora posso dirmi completamente libere di essere solo Massimo Iannone Vocal coach e di poter dire ciò che desidero, senza alcuna remora, senza essere il Massimo di qualcosa. E’ il dono offerto dalla maturità, che giunge all’apice di un percorso, ricco di gioie e soddisfazioni, sempre un po’ dietro le quinte, ma anche di onerose responsabilità, che oggi finalmente posso vivere in prima persona”.

Salutiamo il Maestro Iannone con una massima che gli sarà certamente cara: tanti monaci buddisti e studiosi colti nel corso dei secoli si sono dedicati a attività creative come un modo per centrare la mente e favorire la consapevolezza. Poesia, calligrafia, tiro con l’arco, giardinaggio, scultura, architettura, persino la cucina, il bellissimo linguaggio e il metro delle sutra, Fondamentalmente, quasi ogni attività in cui ti impegni, se fatta correttamente, può essere un’occasione per praticare il Dharma. Quindi “Suona con sincerità e la tua musica sarà un’espressione del Dharma stesso”.

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