di Brigida Vicinanza
Maristella Mele, non ci sta e prova a difendersi con tutte le sue forze. La protagonista del video de “Le Iene”, appellata come “truffatrice” adesso è pronta alla sua battaglia. L’accusa di tante donne, è quella di aver raccolto fondi per la causa di Armandino, il bambino salernitano che ha vinto la sua sfida con la malattia. La donna, residente a Salerno, ma di origini leccesi, adesso proverà con tutte le sue forze a dimostrare di essere innocente. «Non ho mai rubato a nessuno, adesso ho bisogno di aiuto perché mi sento minacciata ovunque vada, ma io che per hobby lavoro la polvere ceramica per conto di una coppia di amici solo una volta ho fatto una raccolta fondi vendendo i miei oggi – ha dichiarato la donna, riferendosi al piccolo Manuel invece, bambino per cui realmente ha provveduto a racimolare qualcosa – ho già preso un avvocato che mi possa difendere. Ho tutte le prove che quei pacchi sono realmente arrivati a queste persone. Mai ho avuto un bonifici di più di 3000 euro come è stato dichiarato nel video». Ma Maristella non solo proverà a difendersi nelle sedi opportune, provando la sua innocenza, ma ammette di aver sbagliato nei modi: «Ho provato a contattare la giornalista delle Iene chiedendo scusa e anche un incontro per placare gli animi e riappacificarmi perché ho sbagliato, non dovevo essere violenta, ma non mi è stata data alcuna risposta». Inoltre, la donna si sente di scusarsi con la famiglia di Armandino, tirato in ballo: «Chiedo scusa alla famiglia di questo bambino, ma io non ho mai inviato sue foto a nessuno, non lo conosco neanche. Tengo a precisare che quegli screenshot che sono apparsi in televisione non ritraggono nemmeno la foto di Armandino, come mi è stato riferito da più persone, che conoscono proprio il ragazzino». Nonostante i momenti di sconforto per quello che potrebbe succedere e la paura per la propria incolumità, la Mele va avanti: «Non ho mai avuto profili falsi, non sono stata io a crearli, penso che ci sia qualcun altro che abbia strumentalizzato il mio nome con cattiveria, io ho tutte le fatture delle spedizioni effettuate e quando ho sbagliato ho restituito i soldi, posso provarlo». E infatti Maristella da ieri non fa altro che raccogliere la documentazione utile alla sua difesa. Tra fatture e “tracking” della società di spedizioni, ma anche di bonifici di restituzione effettuati, continua a cercare tra le sue carte per provare la sua innocenza ed allontanare la paura di un caso che ieri ha scosso la maggiorparte dei salernitani vicini alla famiglia di Armandino. La donna, residente a Salerno, fa sapere inoltre che potrebbe passare all’attacco con una denuncia per diffamazione, a sua volta. Insomma il caso potrebbe non chiudersi tra una condivisione del video e l’altra.