di Monica De Santis
“Attendiamo ancora una risposta da parte del ministro Bianchi alla nostra lettera. Credo che una risposta dovrebbe darcela non fosse altro per stabilire un’interlocuzione con noi dirigenti scolastici. Nell’attesa dobbiamo comunque sottoporre questo piano scuola estate al collegio dei docenti, se dovesse essere approvato, sarà poi sottoposto al consiglio d’istituto e se anche questo dovesse dare parere favorevole, come istituzione scolastica dobbiamo parteciparvi”. A parlare è Maria Alfano dirigente scolastica del liceo classico Galdi e del liceo musicale De Filippis di Cava de’ Tirreni. Anche l’Alfano è tra le dirigenti scolastiche firmatarie della lettera, inviata quasi una settimana fa al ministro. Una lettera nella quale i dirigenti “contestano” il piano scuola estate, chiedendo al ministro di rivederlo e rimodurarlo… “Ho dato giusto uno sguardo al piano scuola e oggi (ieri per chi legge, n.d.r.) ed ho cercato anche di entrare nella piattaforma, anche se non ci sono riuscita. Detto questo ci tengo a precisare che noi dirigenti siamo intenzionati a partecipare a qualsiasi attività, che venga proposta per il bene della scuola e per migliorare la scuola, ma adesso, ci chiediamo se veramente era utile e necessario alla scuola questo piano che considero anche una sorta di circolo vizioso, perchè se non aderiamo la scuola resta fuori da questi finanziamenti. Il problema è che non si possono proporre piani didattici se non si pensa prima di tutto agli edifici. Questa è la cosa fondamentale, soprattutto qui da noi al sud. Bisogna pensare prima alle strutture, che nella maggior parte dei casi sono vecchie e presentano svariati problemi. Ad esempio il Galdi è un istituto storico di pregio ha delle belle aule però sono piccole. Ora se l’ufficio scolastico mi dice che devo fare le classi di 30 alunni, mi dite come faccio a garantire il distanziamento fisico per il covid? Allora non era preferibile adeguare l’istituto creando nuove aule? Un altro esempio? Al De Filippis, ogni anno abbiamo problemi quando piove, abbiamo problemi di infiltrazioni e ci ritroviamo con aule dove ci piove dentro. Ora la Provincia di Salerno ha fatto degli interventi ma non interventi definitivi e quindi il problema si ripresenterà anche il prossimo anno. Dunque ancora una volta mi chiedo, questi soldi non possono essere spesi per sistemare anche quest’altra struttura? Insomma voglio dire che ci sono dei problemi alle strutture che si ripropongono continuamente e che andrebbero risolti. Invece a queste cose non si è pensato, si pensa ad un piano scuola senza chiedere o fare un monitoraggio sulle cose di cui realmente si ha bisogno”. La dirigente scolastica dei due licei metelliani prosegue poi ponendo l’accento anche sulla difficile situazione che si sta vivendo nelle scuole… “Stiamo venendo fuori da un anno di grande stress, soprattutto per le famiglie. Se lo scorso anno ad inizio pandemia tutta la nazione ha fatto squadra, si è sentita parte integrante di un tutt’uno, quest’anno è stato diverso. Ogni realtà, ogni categoria ha affrontato l’emergenza a modo suo. E nella scuola lo stress è stato provocato da questa continua incertezza sul ritorno in presenza e poi al 50%, poi ci ripensiamo e facciamo il 60% anzì no meglio il 70%. Tutto questo ha creato una instabilità tra gli alunni e alle famiglie. Senza contare che per quanto riguarda le istituzioni superiori si poteva proseguire ancora con la Dad, perchè bisogna dirlo, soprattutto nei licei la Dad ha funzionato e funziona bene. Sarebbe stato molto meglio, senza costringersi a un ritorno, ma soprattutto questa altalenanza di decisioni, che ha creato molto disagio”. Nei suoi istituti in che percentuale sono rientrati gli studenti? “Abbiamo aperto quasi il 60% delle presenze per dare la possibilità alle quinte di frequentare in presenza, così come suggerito e così come è giusto che sia perché questi ragazzi dovranno affrontare gli esami di stato. Però questi sono ragazzi che poi escono il pomeriggio, la sera e hanno contatti. Quindi sono a rischio contagio e ovviamente un sospetto caso ci obbliga a mettere una classe in quarantena”. Quale potrebbe essere la difficoltà più grande di questo piano scuola estate? “Il dover continuare con i tracciamenti, con il distanziamento, il tenere i ragazzi con il caldo a scuola indossando la mascherina. Ecco questo è davvero la difficoltà più grande ed ecco perchè credo che si poteva pensare di sfruttare questi mesi per rendere le scuole più accoglienti e mettere o meglio adeguare gli spazi esterni, così da poterli sfruttare negli anni avvenire. Fare un finanziamento del genere sarebbe stato veramente una gioia per noi dirigenti” Essendo un piano scuola al quale i ragazzi dovranno aderire su base volontaria non si corre il rischio di organizzare il tutto e di non avere però adesioni da parte degli studenti? “Certamente e questo poi sarebbe un altro problema, perchè si rischia anche non venir pagati per i progetti. Nello specifico, gli esperti esterni avranno il loro budget economico e ovviamente lo riceveranno, ma l’organizzazione del progetto, le spese del materiale e dei tutor interni viene pagato in base a dei costi standard calcolati per studente e per scuola. Quindi non solo si può verificare che non vi siano adesioni e quindi non ricevere i fondi ma si può anche verificare che facciamo partire questi progetti con 20 adesioni e poi giorno dopo giorno avere studenti che si ritirano facendo così scendere anche l’introito per i costi standard e quindi gioco forza non si potranno fare più gli acquisti previsti. Va anche detto che poi se il numero dei partecipanti scende al di sotto delle 9 unità il corso deve essere obbligatoriamente sospeso e di conseguenza si perderebbero tutti i fondi. Ecco perchè ho detto all’inizio che questo piano scuola estate è in realtà un circolo vizioso”. Ha fatto un sondagio tra i suoi studenti per vedere cosa ne pensano? “Un vero e proprio sondaggio no. Sicuramente lo farò a breve attraverso la piattaforma che utilizziamo per la dad. Al momento sono oberata di lavoro, di eventuali casi di quarantena, di mamme che chiedono la dad e di certificati medici. Però incontrando ogni giorno genitori ed alunni ho cercato di sondare un po’ il terreno e ad ora nessuno era favorevole a partecipare”. E i docenti? “I docenti sono esauriti hanno bisogno di un riposo fisiologico. E’ vero queste saranno attività retribuite come tutte quelle che si svolgono fuori dell’orario di servizio, ma è il periodo sbagliato”. Al momento nei suoi due istituti ha registrato casi covid? “ Purtroppo ho già registrato un caso di un docente che è risultato positivo e poi ho un alunno positivo al liceo Galdi e tre alunni positivi al liceo De Filippis”.