Erika Noschese
Pronto soccorso al collasso, carenza di figure professionali e mancanza di posti letto. All’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, ad oggi, non molto sembra essere cambiato. A fare il punto della situazione sull’azienda ospedaliera universitaria il dottor Mario Polichetti, segretario provinciale della Fials che ha più volte chiesto un tavolo tecnico al direttore generale Giuseppe Longo, per affrontare il tema della sicurezza, senza ottenere alcun riscontro da parte dei vertici aziendali.
Dottor Polichetti, all’ospedale Ruggi d’Aragona è sempre più emergenza sicurezza. L’ultimo grido d’allarme è stato lanciato dai sindacalisti circa le condizioni in cui si ritrovano a lavorare alcuni medici che manovrano farmaci oncologici senza alcuna tutela.
«Per quanto riguarda il problema sollevato nei giorni scorsi, a proposito della preparazione dei farmaci, come ho avuto modo di ribadire, mi auguro che l’azienda provveda in tempi brevissimi a risolvere questo problema che riguarda la manipolazione, nella massima sicurezza, delle sostanze chimiche utilizzate in chemioterpaia e a dotare gli operatori di ambienti più idonei allo svolgimento dell’attività lavorativa, ricordando che noi siamo e saremo sempre dalla parte degli ultimi, di chi opera con passione e con dedizione nel campo della salute pubblica».
Solo alcuni giorni fa, i sindacati hanno accusato il Ruggi circa il presunto immobilismo in cui v e r s e r e b b e l’azienda per l’assunzione dei precari. Una situazione, questa, che va avanti ormai da tempo.
«Si, sono assolutamente d’accordo e mi associo al grido d’allarme delle altre organizzazioni sindacali e aggiungo che questo clima di precarietà nuoce, in maniera grave e irrimediabile, alla funzionalità del sistema sanitario, soprattutto nella nostra regione che è in stato di commissariamento ormai da tempo e ci auguriamo che questo clima di precarietà, di incertezza e insicurezza, finisca il prima possibile perchè i nostri concittadini – e lo vedo personalmente – stanno pagando un prezzo elevatissimo per quanto riguarda la tutela della salute pubblica, in quanto le nostre strutture sono al collasso: non ricevono e non possono erogare il numero di prestazioni elevate che sono richieste, creando una specie di selezione naturale, vale a dire: chi ha la pazienza di resistere per giorni in pronto soccorso, ad aspettare il proprio turno, per selezione naturale sopravvive. Molti, mi risulta, muoiono in costanza o di ricovero al pronto soccorso o di trasferimento da un reparto all’altro».
A proposito di pronto soccorso, ospedali al collasso. Sempre più emergenza personale e carenza posti letto. Attualmente, com’è la situazione al pronto soccorso del Ruggi?
«La situazione è come quella degli altri pronto soccorso della nostra provincia e della nostra regione. Chiaramente, strutture che fanno quello che possono ma non c’è stato alcun impulso riorganizzativo da parte degli enti preposti e si stanno utilizzando ancora strutture e personale datati nel tempo. Purtroppo, anche da questo punto di vista noi lanciamo un grido d’allarme: ci dobbiamo assolutamente adeguare perchè stiamo svolgendo un pessimo servizio per la collettività».
E’ sua la denuncia di qualche giorno fa circa la mancanza di posti letto al reparto di terapia intensiva neonatale. Chiedeva un riscontontro da parte del direttore generale Longo. Cosa è cambiato?
«La situazione non è per nulla cambiata. Nulla è stato fatto. Ci sono solo promesse che verra fatto il nuovo ospedale, che ci saranno nuove assunzioni, che ci sarà la terra promessa ma non si vede nulla. Il problema è che sono state fatte ristrutturazioni in alcuni settori , come quello materno infantile, senza predisporre le strutture ospitanti a poter ricevere in maniera adeguata il volume di utenza aumentato».
Il reparto Tin, mesi fa, è stato protagonista di uno spiacevole episodio: una mamma ha tentato di portar via suo figlio. In quell’occasione, lei chiese al dg del Ruggi un tavolo tecnico per discutere della questione sicurezza. C’è stato quest’incontro?
«Abbiamo chiesto un tavolo tecnico ma neanche da questo punto di vista c’è stata risposta. Capisco che la direzione strategica è impegnata su più fronti, in quanto ha ricevuto un’eredità pesante però ad alcuni problemi, come quello della sicurezza, andrebbe data l’assoluta priorità». Dunque, a nulla sembrano essere servite le denunce fatte fino ad ora da Polichetti che attende ancora un incontro con Longo.