di Erika Noschese
Riformare il ruolo delle Province affinché diventino ente prossimo ai Comuni. Questo in sintesi il tema dell’incontro tenutosi ieri mattina a Palazzo Sant’Agostino durante l’Assemblea delle Province del Mezzogiorno organizzata dall’Upi in collaborazione con la Provincia di Salerno per approfondire la tematica “Azzerare i divari e ricucire il Paese: la missione della nuova Provincia”. «Abbiamo individuato Salerno per ospitare questa giornata di lavoro nazionale proprio perché la nostra provincia è emblematica, sia per l’estensione che per il numero di abitanti. Stamattina è stato molto interessante il confronto fra colleghi di Provincia, altri amministratori locali e gli esponenti di Governo e Parlamento sul Disegno di legge di riforma in discussione al Senato», ha dichiarato il presidente della Provincia Franco Alfieri. «Abbiamo anche ribadito la necessità che la nuova Provincia sia accompagnata dalle risorse necessarie, perché possa tornare a pieno titolo protagonista nel dibattito nazionale in cui è urgente azzerare i divari territoriali e ricucire un Paese afflitto da disuguaglianze – ha aggiunto il presidente Alfieri – Anche nel Mezzogiorno ci sono tante situazioni diverse e complesse tanto che sono presenti tutti i presidenti delle Province del sud per porre quest’attenzione e nell’ambito di queste necessità, di questo obiettivo che impone la nostra carta Costituzionale, fare in modo che si discuta e si innesti la possibilità di rivedere il ruolo delle Province, un ente territoriale ottimale di raccordo tra comuni e regioni per avere una politica di area vasta e affrontare questioni al palo da tempo». Il tema è stato organizzato dal presidente nazionale dell’Upi Michele De Pascale: «L’indebolimento delle Province ha aumentato la disparità di diritti e di opportunità tra i territori e ha acuito i divari tra i comuni capoluogo e le altre città. La riforma delle Province, con il Disegno di Legge all’esame in Senato, è una riforma Paese, che ha lo stesso valore da Nord a Sud e può colmare questo squilibrio. Il ritorno all’elezione diretta è essenziale per far tornare i cittadini ad essere protagonisti nelle scelte, ma vogliamo anche un nucleo di competenza che facciano delle Province la sede della programmazione territoriale – ha dichiarato – La riforma Delrio è stata frettolosa. Come Upi da tempo sosteniamo che nella riforma delle Province ci sono cose che non hanno funzionato ma ce ne sono due su tutte, temi di facile comprensione da parte dei cittadini: le Province devono garantire la parità di diritti tra chi abita nelle grandi città e in territori piccoli ed è fondamentale ci sia un ente che garantisca su tutto il territorio. Inoltre, le Province devono garantire la parità di trattamento tra chi vive in provincia e chi vive nelle città metropolitane perché oggi c’è uno squilibrio forte. Siamo a Salerno perché è tra le più grandi province italiane, una delle più importanti ed ha le stesse esigenze delle grandi città italiane, ha bisogno di pianificare, programmare e di tenere in rete il capoluogo con le altre realtà della provincia». Proprio l’Upi ha presentato un emendamento che propone di lasciare in carica il presidente fino a scadenza naturale del mandato ma, ha chiarito De Michele, «il governo nazionale sta lavorando nel segno di una scadenza per tutti e per noi è un errore ma ci interessa parlare di risorse per le strade, scuole superiori, lo sviluppo economico, la programmazione, la protezione civile potenziando quanto proposto dal governo». Presente alla tavola rotonda anche il vice presidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacolo: «È un’occasione utile, siamo al ridosso della fase parlamentare che dovrebbe risolvere questo problema, lo stesso il Parlamento creò con una brutta legge che io da parlamentare non votai perché si capiva il disastro. Le Province devono svolgere le funzioni che la Costituzione assegna secondo il principio di proporzionalità e prossimità, funzioni che a livello comunale sono riduttive e non hanno bisogno di una dimensione regionale: strade, difesa suolo, edilizia scolastica, alcune funzioni della protezione civile. C’è molta materia ma servono risorse. Possono essere un ente di servizio per i comuni più piccoli che fanno i conti con la carenza di organico, le progettazioni, lo svolgimento delle gare e la Provincia potrebbe creare strutture di supporto sia per la progettazione che per le funzioni di struttura appaltante», ha detto.