di Jacopo Tafuri
Come era bello, da bambini, ascoltare le storie che i nonni ci raccontavano tenendoci in braccio.
Riflettendo oggi, da adulti, alcune di queste storie non hanno fatto nient’altro che raccontarci le realtà di un territorio che ha saputo trovare il suo sviluppo nella forza di volontà ed abnegazione che la sua gente ha espresso nel tempo.
Una di queste belle storie di lavoro, sacrificio e di giusta ricompensa alle vicissitudini che la vita riserva è quella del cetarese Alberto Di Mauro, il fondatore dell’Azienda IASA, azienda pioniera nella produzione e conservazione principalmente di tonno ed alici.
Francesco faceva parte di quella generazione vissuta e formatasi negli anni del secondo conflitto mondiale, un periodo storico di privazione ma di speranza, durante il quale perde anche la guida paterna e si ritrova, improvvisamente adulto, a doversi accollare la responsabilità della famiglia.
Gli eventi non lo abbattono e, dalle sue esperienze anche all’estero, matura l’idea di utilizzare barattoli di vetro per conservare il pescato.
Spinto dalla voglia di fare nel 1969 Francesco fonda l’Azienda IASA, oggi gestita dai figli Lucia, Vincenzo e Salvatore che, in maniera moderna ma conservando intatte le antiche tradizioni, immettono sul mercato prodotti di nicchia: varie tipologie di tonno (tonno Alalunga, tonnetto del mediterraneo e tonno rosso), alici e colatura di alici, bottarga di tonno, filetti grigliati di branzino ed orata ed altro ancora.
Quali credete siano i punti di forza della vostra azienda?
“I punti di forza dell’azienda sono sicuramente l’artigianalità ed il legame con il territorio, siamo una azienda con fatturato abbastanza importante in quanto non vendiamo soltanto ai negozi ma anche alla grande distribuzione, conserviamo però l’artigianalità che è quella di una volta, siamo quindi una azienda artigiana con fatturato importante”.
La pandemia di Covid prima e la crisi energetica di oggi avranno messo in difficoltà anche il vostro settore, l’e-commerce è stato d’aiuto?
“La pandemia non ha messo in difficoltà l’azienda, perché i nostri prodotti, avendo una conservazione abbastanza lunga, sono stati tra quelli più richiesti.
Durante la pandemia abbiamo avuto difficoltà derivanti dalla gestione del personale: noi abbiamo quasi cento dipendenti, ed organizzare i turni al fine di evitare che le maestranze si incontrassero o che si incontrassero il minor tempo possibile ha rallentato la produzione, proprio quando la richiesta di prodotti aumentava, con aumento di costi dal punto di vista di gestione del personale.
Quello che invece ha messo in seria difficoltà l’azienda è la crisi energetica: pur avendo provveduto, già da tempo, a fornire l’azienda di pannelli solari, l’aumento del costo dell’energia oltre a comportare un aumento di spesa per l’approvvigionamento energetico, ha comportato un aumento di tutte le materie prime e quindi dei costi.
L’e-commerce, durante la pandemia, è stato d’aiuto ma non quanto ci si sarebbe potuto aspettare, proprio perché abbiamo continuato a vendere i nostri prodotti senza soluzione di continuità e senza cadute di richiesta”.
Nella vostra produzione avete un prodotto che ritenete “di punta”?
“Riteniamo di avere più di un prodotto “di punta”; certamente il filetto di tonno in vetro, nelle diverse versioni: tonno pinna gialla, tonno bianco, tonno rosso e tonnetto del mediterraneo, è il prodotto più venduto; abbiamo però delle “chicche” come la colatura di alici di Cetara D.O.P. che ci permette di avere un prodotto quasi unico, come pure il filetto di alici di cui noi siamo produttori storici, siamo infatti nati come azienda produttrice di alici; il filetto di alici è sicuramente il nostro prodotto più vecchio, è un prodotto per il quale abbiamo cinquantatré anni di esperienza a riguardo”.
Nella produzione come conciliate tradizione ad innovazione?
“Noi abbiamo prodotti che sono assolutamente artigianali e fatti come una volta: colatura di alici e filetti di alici non hanno nulla di industriale; l’innovazione invece, necessaria per rispettare i moderni standard, si concilia con i sapori di prodotti assolutamente naturali e genuini, secondo ricette antiche, basti pensare a prodotti nati da poco come il filetto di orata o il filetto di branzino grigliato, che stanno avendo un grande successo, anche perché sono dei secondi piatti già pronti, che permettono di avere, in ogni occasione, un piatto già pronto e condito”.
Potete confermarci che, nel post pandemia, c’è stata un crescente consumo di tonno?
“C’è stata una forte richiesta durante la pandemia, ma non possiamo affermare che il consumo sia crescente; l’aumento dei costi di tutte le materie prime, con aumento del costo del prodotto finito, ha, anzi, comportato che questo sia il primo anno (rispetto agli anni passati in cui si è avuto un aumento del fatturato) in cui si verifica una stasi nella richiesta ed una diminuzione delle vendite”.
Avete avuto modo di valutare se, e quanto, l’aumento dei costi dell’energia e dell’olio di oliva avrà ripercussioni sui costi di produzione?
Al momento il fatturato è più o meno lo stesso, considerando, però, un aumento dei listini compreso tra il venticinque ed il trenta per cento, in due “tranche”, che l’azienda ha assorbito lentamente, il lievitare dei costi di tutte le materie prime: basti pensare che il costo del vetro è triplicato; le ripercussioni sui costi di produzione sono considerevoli”.