Di Olga Chieffi
Continua la rassegna teatrale “Primi applausi” organizzata dal Teatro Pubblico Campano per le scuole primarie e secondarie di primo grado. Gli spettacoli presentati già presentati hanno suscitato una serie di riflessioni relative alle scelte operate da artisti e compagnie per rivolgersi al giovane pubblico e che riguardano da una parte i contenuti degli spettacoli e dall’altra i linguaggi utilizzati e le modalità di messinscena. Tutti questi ragionamenti nascono dalla questione relativa al legame, che esiste o che dovrebbe esistere, tra arte e pedagogia nel teatro ragazzi, dal momento che esso si definisce in base al proprio destinatario: lo spettatore bambino nella sua fase di formazione. In che modo il teatro tenta di assumersi questa responsabilità? Buona parte delle compagnie hanno scelto di mettere in scena una fiaba, o di utilizzarne la struttura o, ancora, di prenderne in prestito degli elementi, producendo spettacoli molto diversi tra loro. Questo tipo di scelta, se operata con consapevolezza, si fa portatrice di un intento pedagogico, essendo le fiabe contenitori di archetipi che appartengono all’intera umanità e che proprio nelle fiabe si tramandano destando riflessioni, confronti, rispecchiamenti, rifiuti. La fiaba, attraverso un processo di immedesimazione e catarsi, permette a chi la ascolta di vivere intensamente le vicende della storia, ma tenendosene alla giusta distanza. Occorre, quindi, munirsi di grande onestà e coraggio per affrontare la fiaba e trasmetterne i contenuti allo spettatore senza depotenziarla. La fiaba spesso è crudele, inquietante, perché è un viaggio nell’inconscio, nelle paure più profonde e remote, la fiaba scava nelle viscere dell’uomo fino alla notte dei tempi e poi riemerge e ci interroga. I l 16 e il 17 gennaio andrà in scena al teatro Verdi uno spettacolo, destinato ai bambini dai 6 agli 11 anni, che moltiplica i piani narrativi e simbolici ed offre una prospettiva poetica del tempo: La regina delle nevi. Protagoniste due figure femminili: la sovrana, che con i suoi poteri strega gli umani riducendoli ad automi privi di memoria e di sentimenti, e Gerda, una bambina che affronta mille peripezie per liberare il suo amico Kay, prigioniero della regina. Su questo sfondo s’innesta, come in un gioco di specchi, la storia di Margherita. Da bambina, insieme al suo amico del cuore Giacomo, amava ascoltare dalla voce della nonna la fiaba che dà il titolo alla rappresentazione teatrale. Sebbene sia cresciuta non l’ha dimenticata ma, al contrario di Gerda, non ha mai trovato il coraggio per affrontare e sconfiggere le sue paure dando un lieto fine anche alla sua storia personale. In sogno torna in casa della nonna e riscopre i luoghi della sua infanzia. Un armadio con uno specchio le consente di mettere in relazione immaginazione e realtà, passato e presente. Margherita riesce così finalmente a superare i suoi timori; sconfigge la regina delle nevi e diventa davvero “grande”. Artifici scenotecnici ed illuminotecnici e proiezioni di immagini in 3D trasformano lo spazio scenico in una steppa sconfinata ed anche in distese marine, notti misteriose, serre fiorite e nel campo di battaglia per lo scontro finale fra Margherita e la regina. Ancora un viaggio straordinario, sempre al Verdi , il 5 e 6 febbraio: Olga di carta dall’omonimo romanzo di Elisabetta Gnone . Personaggi bizzarri, burberi, fuori dagli schemi con il loro atteggiamento e le frasi sagge danno una visione del mondo che prima sconvolge e poi fa comprendere una verità profonda. Olga è una bambina alla ricerca di normalità: vuole che il suo corpo di carta venga trasformato in uno fatto di carne e ossa, non sapendo ancora quanto invece sia l’unicità a rendere speciali. La rassegna si chiuderà al teatro Pasolini , il 3 e 4 aprile , con Le favole della saggezza.Tra maschere e semplici elementi di scena, prendono vita le più famose favole di animali parlanti, che dall’antichità hanno attraversato i secoli e le civiltà Le percussioni e le giocose sonorità dialogano dal vivo con i divertenti e ironici personaggi che, da Esopo a La Fontaine, tramandano insegnamenti.