di Erika Noschese
Liberiamo piazza Portanova e gli ostacoli ad ogni manifestazione. È quanto chiedono in una lettera aperta indirizzata al sindaco di Salerno Vincenzo Napoli e alla giunta comunale gli attivisti di Cobas Salerno, Coordinamento Solidarietà e Cooperazione Salerno, Associazione Hormè liberi di crescere, Movimento Decrescita felice Circolo di Salerno, Prc Salerno, Associazione Ballando per le strade, Potere al Popolo Agro nocerino sarnese, Compost Collettiva transfemminista, Casa del popolo Cohiba, Giovani Comunisti Salerno, associazione Il Cortile, Comitato Centro storico alto, Tanalupa, Comitato Territoriale Salerno Mia, Associazione Arteria Salerno, Salute donna Apssd, Potere al Popolo Cava dei Tirreni, Associazione Differenza Donna Aps, Cittadinanzattiva Campania, Sonoratrad, Manden diritti civili e legalità Aps. Comitati e associazioni evidenziano infatti che già da qualche anno emerge un progressivo restringimento degli spazi utili alle manifestazioni pubbliche: cortei, volantinaggi, presìdi sono diventati difficili da eseguire perché i luoghi preposti dalle varie delibere di giunta spesso non sono adeguati agli obiettivi dei manifestanti per una serie di motivi che vengono valutati in fase organizzativa, alcuni addirittura sono isolati e di scarsa visibilità e non garantiscono la riuscita degli eventi, tanto che dall’elenco dei luoghi stabiliti dalle delibere, la maggioranza di essi deve essere scartata. «Premesso che secondo l’art.17 della nostra Costituzione “I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica”, il caso più eclatante e immotivato è il diniego a manifestare in Piazza Sedile di Portanova. E già dovrebbe bastare la Costituzione per ritenere ingiustificato il divieto a manifestare in piazza Portanova, ma leggendo le delibere,sono proprio le condizioni decretate negli atti della Giunta a farci ritenere immotivato oltre che discriminatorio tale divieto – hanno dichiarato gli attivisti – Di fatto nelle delibere suindicate gli spazi approvati non devono costituire intralcio al traffico veicolare e pedonale e non devono interferire con iniziative dell’Ente (n.55/2015). Ma nella successiva delibera (n.153 /2019) da un lato si ammette che Piazza Sedile di Portanova ha tutti i requisiti adatti, essendo un’area sufficientemente ampia e “tale da non non ostacolare il regolare deflusso del traffico veicolare, consentendo nel contempo, un adeguato controllo del pubblico che vi affluisce, sosta e defluisce”, dall’altro l’utilizzo della Piazza viene riservato esclusivamente ai comizi tenuti dai Presidenti e/o Segretari nazionali di partiti politici aventi rappresentanza nel Parlamento italiano e/o europeo, membri del governo nazionale e degli enti territoriali». Tra le altre contestazioni mosse il diniego della Piazza a partiti e a movimenti che non hanno rappresentanza nel parlamento europeo o nazionale che a detta di associazioni e movimenti «non ha giustificazione di sorta poiché il mondo dell’associazionismo è variegato e non necessariamente ha una proiezione politica, potendo agire nel sociale. Può avere scopi mutualistici e di solidarietà nonché sindacali, di emancipazione, di riconoscimento dei diritti di genere, della donna, delle minoranze etniche ecc… L’esclusione di tali realtà da qualsiasi Piazza significa non riconoscergli pari dignità politica ed è altamente discriminatoria oltre che ingiustificata. In sintesi, una Piazza simbolo, che rappresenta il cuore della nostra città, di fatto appartiene a un’oligarchia che già gode di privilegi inarrivabili ai comuni cittadini e cittadine e che ha già facile accesso ad ogni mezzo di comunicazione. Appare chiaro ormai, parafrasando una metafora orwelliana, che “Tutti i cittadini sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”». Da qui la richiesta al primo cittadino di liberare Piazza Portanova ed altri spazi sottoposti a divieti che non causano i disservizi evidenziati nelle delibere, al fine di garantire pienamente la libertà di manifestare e di esprimere opinioni attraverso volantinaggi o presìdi.