di Andrea Pellegrino
«Nessun rapporto con il gruppo Romeo». Stefano Caldoro, ex governatore ed attuale consigliere regionale di Forza Italia, chiarisce la propria posizione e chiede di essere ascoltato quanto prima dagli inquirenti. «Nel corso della giornata ho ricevuto moltissime richieste di informazioni da parte degli organi di stampa in ordine al mio asserito coinvolgimento nel procedimento penale a carico del dottore Alfredo Romeo – dice Caldoro – A tal proposito, preciso che, nutrendo io la più totale fiducia nell’Autorità Giudiziaria, già alcune settimane fa, quando furono pubblicate delle notizie di stampa relative alle intercettazioni che avrebbero riguardato anche me, ho chiesto al mio difensore di fiducia, professore avvocato Alfonso Furgiuele, di prendere immediatamente contatto con i magistrati delegati alle indagini per dichiarare la mia totale disponibilità a collaborare per l’accertamento dei fatti ed a riferire, in qualsiasi momento, tutto quanto a mia conoscenza. In attesa delle determinazioni che vorranno adottare i magistrati inquirenti, non posso che confidare in un rapido chiarimento della vicenda; e ciò nella serenità di aver avuto sempre un comportamento corretto e di non avere intrattenuto rapporti economici, di qualsiasi natura, diretto ovvero indiretti, con il gruppo Romeo o con Italo Bocchino». Il nome di Caldoro, attualmente consigliere regionale di Forza Italia e leader dell’opposizione a Vincenzo De Luca, compare nel decreto di perquisizione eseguito stamane nei confronti dell’ex parlamentare Italo Bocchino, il superconsulente di Romeo nella gestione degli affari dell’imprenditore tra Napoli e Roma. Solidarietà arriva dal gruppo dei consiglieri regionali di Forza Italia: «Esprimiamo come sempre la massima fiducia nel doveroso operato della magistratura ma, ben conoscendo la dirittura morale del Presidente Stefano Caldoro, siamo certi che saprà dimostrare la sua assoluta estraneità ai fatti contestatigli». Invitano alla cautela i Cinque Stelle: «Constatiamo che Stefano Caldoro figura tra i nomi degli indagati nel filone napoletano della gravissima inchiesta su appalti e corruzione Consip che ha portato all’arresto dell’imprenditore Alfredo Romeo. E’ l’ennesima vicenda giudiziaria che potrebbe provocare ripercussioni negative sul corretto funzionamento dell’istituzione regionale – dice Valeria Ciarambino, che aggiunge – I magistrati ipotizzano per Caldoro la tentata corruzione in concorso – sottolinea – un reato molto grave per chi svolge funzioni pubbliche. Ci auguriamo che Caldoro riesca a chiarire la sua posizione – spiega – allo stesso modo chiediamo ai magistrati di andare fino in fondo in un’inchiesta che sta svelando un’autentica trama delinquenziale».