L'esilio è un sogno - Le Cronache Ultimora
Ultimora Salerno

L’esilio è un sogno

L’esilio è un sogno

di Geppino Afeltra

Ho visto su un social un video-racconto di Piero Armenti, salernitano, (brillante, creativo e founder de “Il mio viaggio a New York”- uno straordinario format di accoglienza nella grande mela che per molti italiani, alla ricerca delle emozioni, e’ seguito da tantissimi follower sui social, ha pubblicato un libro altrettanto di successo “New York metro per metro” che lo ha visto in un tour nelle librerie affermate delle principali città più importanti italiane con file di fans ad attenderlo per un autografo. La sua attenta descrizione sulla sua giovane vita, con un linguaggio semplice ma da grande comunicatore della esperienza natale a Salerno, mi ha colpito molto e mi ci sono anche un pó ritrovato nella stessa storia, una gioventù sollecitata da una città molto bella e pacata (io ho avuto la fortuna di viverla intensamente dagli anni ’60 agli inizi anni ’90 e credo i migliori), ma con poche prospettive di crescita professionale, salvo se non si abbracciava un sistema clientelale sul quale riversava un’ antico modus di politica locale molto provinciale, da regime, senza creatività lungimirante e di grande ipocrisia. Ho scoperto nel tempo, dopo essere stato messo nella condizione di esiliare per la Città Capitale, nei numerosissimi viaggi in Italia e all’estero prevalentemente per lavoro, che molti “salernitani di eccellenza” si sono formati e stabiliti fuori città avendo poi in seguito grandi affermazioni professionali. Certamente il richiamo di una Salerno che possiede il dono della migliore centralità campana sul mare, tra la divina costa d’Amalfi e la meravigliosa costa cilentana con una vicinanza alla grande bellezza di Napoli, la storica Benevento, Avellino e Caserta con la sua Reggia inedita, tutto attorniato da una terra ricca di enogastronomia e borghi storici è forte, e non sarà possibile mai rinnegarla, desiderandola sempre più simile alle grandi città europee che si rispettano. Sarà per questo, che il desiderio per un salernitano è di ritornarci, come è capitato al sottoscritto dopo oltre trent’anni, sempre nella speranza di vederla crescere civilmente con la cura nell’arte di una buona manutenzione urbana, sociale, culturale organizzata con servizi adeguati all’accoglienza turistica, con una presenza attiva di polizia urbana utile alla sicurezza e al controllo di incivili maleducati abituati al modus viventi a cui sono stati educati e che rovinano l’immagine di una cittadina che potrebbe ancor volare più in alto e avere un target piu’ adeguato, anche per le sue aspirazioni allo studio universitario e alla formazione professionale. Invece, dopo oltre trenta anni, ho avuto la sensazione che Salerno sia stata soltanto vilipesa, allestita con orribili fontane abbandonate e non funzionanti, edifici mastodontici senza gusto e razio che stridono con tutto il resto e infine senza una vera valorizzazione dei siti culturali e del verde pubblico ma soltanto con una occupazione speculativa del suolo pubblico. Spesso vedi girare tra le strade del centro, come delle anime del purgatorio, qualche turista che trascinano i loro trolley su marciapiedi incuri e sporchi, i quali vengono solo a dormire nei B&B o nelle numerose case vacanze per massimo due giorni a prezzi vantaggiosissimi e poi per organizzarsi escursioni tra Napoli, Pompei, Paestum e Costa Amalfitana, scoprendo haime’ una città dormitorio abbandonata al degrado urbano, senza point informativi adeguati e senza nemmeno un Hotel a 5 stelle. Non è difficile riparare a tale disastro per assegnare con meritocrazia e competenza i rispettivi ruoli organizzativi e gestionali a chi ne ha i requisiti veri e lasciare definitivamente il sistema politichese di basso profilo della solita voce padrona arrogante e presuntuosa al comando, che dopo aver disastrato Salerno, sollecita in continuazione i fondi di coesione europei, affinché possa lapidare in breve e continuare a piegare tutti in un possibile terzo mandato alla Regione Campania, ordinando ai suoi assessori e/o consiglieri di turno di non pensare minimamente di rilasciare dichiarazioni alla stampa, perché soltanto lui è deputato a fare mono-dichiarazioni, tant’è che il budget alla comunicazione (milioni di euro dei contribuenti) è esclusivamente sotto la sua sorveglianza e utilizzo, inoltre tramite società in house regionali, qualche piccolo amministratore locale viene accontentato con modesti spettacoli pagati sempre con fondi dei contribuenti e di cui molto spesso egli ha ben usufruito in passato per sponsorizzare le proprie campagne elettorali. Insomma parliamo di un diabolico “Re Ferdinando di Borbone” con il profondo concetto dell’abuso di potere senza storia, che assegna appalti e ricchezze ad amici accomodanti, irriso nei programmi comici, senza aver mai adempiuto nella propria vita un vero mestiere professionale, ma soltanto capace di prendere in ostaggio persone perbene e cirquirle, pronte anche a subire un avviso di garanzia per le abili fantasie di bilancio da “ragioniere da strapazzo” e per proclamarsi regnante per oltre trent’anni, dove nemmeno Berlusconi ci è riuscito. Infine, il nostro profondo ” filosofo lucano”, simile oramai a un rabbioso vampiro assetato di sangue e capace di attirare l’attenzione in patetiche conferenze stampe intrise tra il teatro Eduardiano e lo stampo da regime di “Pol Pot” con dichiarazioni piene di ipocrisie galoppanti oltraggiando addirittura l’utilizzo di invocazioni di “Papa Francesco” per la sua lotta democratica nel bene del popolo campano, ma il grande Toto’ che esclamo: “Ma mi faccia il piacere…”, riusci bene in tale battuta a racchiudere l’eccesso alle personalità subdole-creative, ridicole e irrilevanti. Pertanto, sono arrivato alla triste conclusione del perché per un salernitano che sia riuscito a fuggire dalla città natale, l’esilio è un sogno, perché ovunque vada almeno trova la certezza della libertà!

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