L’editoriale di Tommaso D’Angelo
Non doveva essere la festa del centenario della Salernitana? E’ diventata una festa di piazza con intermezzo granata. Per cui il Comune ha pagato 60mila euro alla società romana il Palco, la stessa che prese per il Capodanno di Venditti una barca di soldi, per avere sul palco Morselli, il cantante da piano bar nemmeno riconfermato da Macalli qualche anno fa, Marcello e un’attrice romana a cui dovranno scrivere le domande, come ci è stato comunicato ieri mattina al Comune, per intervistare i calciatori che interverranno. E dopo tante discussioni si è scelto l’ottimo attore salernitano Matteo Amaturo. Una società Palco Reale che non ha portato alla festa Mietta, simbolo della vittoria granata degli anni ‘90 e colonna sonora del tifo granata con il suo Trottolino amoroso. 60mila euro senza Mietta. Complimenti. Chiederemo comunque l’accesso agli atti. Ma gli errori non finiscono qui. Non sono stati invitati i presidenti: la famiglia di Marcantonio Ferro è di Cava, c’è poi la famiglia Tedesco, la famiglia Vessa, la famiglia Tortorella, Augusto Strianese, la famiglia Soglia e naturalmente Aliberti, il presidente della serie A. Tutti cancellati perchè non è stato possibile invitare Lotito che tra l’altro è il proprietario. E dei salernitani? Valese, Onorato, Iacovazzo, Ciro Iannece, Feliciello Marano, Bebè Barone, Mariolino Rossi, Pino Adduci, Aldo De Fazio, Peppe D’Avino, don Mario Saracino, Rinaldo Settembrino, Vincenzo Volpe, Giovannino Scannapieco (primo portiere di Salerno a vestire la maglia granata) e mi scuso per aver dimenticato qualcuno: non meritavano un omaggio? Quando non c’erano le tv le partite erano raccontate da grandi giornalisti e grandi fotografi. Ho pregato l’amico Caramanno di una targa ricordo per i veterani della carta stampata, Gino Liguori, Enzo Casciello, Gianfranco Coppola e Giovanni Vitale. E magari inviare un saluto a Roma a Nino Petrone. E per i fotografi gli ho ricordato Antonio Schiavone, della vecchia guardia che ha avuto in foto Ernesto (si poteva chiamare il figlio e organizzare una grande mostra, Giovanni Liguori e Michele Adinolfi grandi professionisti. Un omaggio a loro e una conoscenza ai più giovani (e a Lotito) che devono sapere gli uomini che hanno fatto la Salernitana e chi l’ha raccontata. La Salernitana ha 100 anni di storia vera, non sarebbe bastata una serata per raccontarla tutta. Ma almeno la decenza di farci vivere la nostra storia in santa pace.