di Erika Noschese
Ha fatto grande la Democrazia Cristiana ma è stato un esempio per il mondo della politica in generale. Con Ciriaco De Mita non va via solo un Politico di Spessore ma una parte di politica che oggi sembra non esistere più, lontano dalle giovani generazioni. Spesso sembra quasi passare in secondo piano eppure non è questo il segno che ha voluto lasciare De Mita. Ex presidente del Consiglio, oggi è l’Italia intera a piangere la sua scomparsa, a rimpiangere quell’insegnamento che tanti sembrano aver dimenticato. “E’ difficile per me, ero amico personale e politico, provo molto dolore. C’è una storia che viene meno, un pilastro. Io perdo un fratello maggiore ma trovo un pilastro che manteneva tutto il castello che abbiamo costruito in questi anni e che era un castello politico che ha fatto la storia della Democrazia Cristiana e che ha dato vivacità alla politica del Mezzogiorno; ci ha reso protagonisti e ha reso protagonista i partiti”, ha dichiarato Giuseppe Gargani, ex parlamentare europeo che, con De Mita, ha condiviso un pezzo di storia importante. “Ragioneremo a mente fredda per vedere se c’è qualcuno che possa prendere il testimone tra la nuova generazione ; noi abbiamo fatto politica e sembra che adesso non serva più ma così non si costruisce più. Viene meno un caposaldo della politica e le difficoltà aumentano e la nuova generazione si ritrova a fare a meno della politica”, ha detto ancora Gargani. Tanti i ricordi condivisi in questi anni ma il più caro è quando il sindaco di Nusca, scomparso ieri, diventò segretario del partito, guidava la Democrazia Cristiana collegialmente perché era la sua peculiarità. “È stato l’esempio di un metodo politico che abbiamo portato avanti e che tutta l’Italia ha riconosciuto”, ha detto ancora Gargani, iscritto alla Democrazia Cristiana dal 1956, membro del consiglio e della direzione nazionale della DC , appartenente alla corrente “Sinistra di Base” guidata da Ciriaco De Mita. Non trattiene l’emozione Paolo Cirino Pomicino, Ex Ministro per la pubblica amministrazione della Repubblica italiana. “E’ stato un grande leader della Democrazia Cristiana, con una personalità complessa, con grande visione della politica ma anche accompagnato da asprezze caratteriali che non sempre lo hanno aiutato. Non c’è dubbio, ha lasciato il segno all’interno della vita della Democrazia Cristiana e del Paese – ha detto l’onorevole Pomicino – È rimasto Democristiano fino alla fine anche quando, negli ultimi 25 anni, una parte della sua vecchia componente di sinistra ha voltato le spalle alla cultura popolare e a quella della Democrazia Cristiana. Il Paese è più povero dopo la sua scomparsa, spero che la sua azione politica e il suo pensiero possa rappresentare per le giovani generazioni un punto di riferimento e di discussione. Un abbraccio forte alla famiglia”.