Le illusioni delle previsioni. Del Bilancio comunale - Le Cronache
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Le illusioni delle previsioni. Del Bilancio comunale

Le illusioni delle previsioni. Del Bilancio comunale

di Alfonso Malangone*
Spetterà ai Consiglieri, nella prima riunione utile, deliberare il Bilancio di Previsione 2024-2026 approvato dalla Giunta il 28/02 scorso (fonte: delibera 52). Prima, però, dovrà essere acquisito il parere dei Revisori, che sono tenuti a fornirlo entro 15 gg. dalla richiesta. In ogni caso, è sicuro che sarà fatto tutto molto velocemente, visto che la Legge impone la delibera entro il 15 corrente. Così, potrebbe mancare ai Consiglieri il tempo per i necessari approfondimenti, con il risultato di dover esprimere un voto in fiducia e di fiducia che non sarebbe tuttavia in contrasto con la natura di atto politico-autorizzativo del documento. E’ ben nota, infatti, la sua duplice finalità di trasformare in numeri le azioni del programma dell’Amministrazione e di attribuire ai Dirigenti i limiti di autonomia per l’incasso delle Entrate e l’esborso delle Spese. Detto in estrema sintesi.
Fatta questa premessa, non può essere sottaciuto l’appellativo di ‘libro delle favole a lieto fine’ assegnato talora all’elaborato che, ovviamente, non può disattendere le aspettative della Comunità né contravvenire al rispetto degli equilibri finanziari imposti dalla Legge. Il suo ottimismo è espresso, anzitutto, dalle dimensioni. Le voci in Entrata e in Uscita sommano sempre per importi superiori al Miliardo di euro mentre, nel successivo Consuntivo, superano di poco i 500milioni (fonte: Bilanci). Un dimagrimento di attività e di numeri degno delle migliori diete. Nei fatti concreti, poi, si può ben osservare che i prospetti puntuali e le incoraggianti congetture dell’ultimo decennio non hanno evitato alla Città di diventare la prima in Italia per quote pro-capite di Disavanzo e di Debito, così da dover aderire al decreto Aiuti per ripianare un Disavanzo mostruoso pari, a fine 2022, a € 172milioni. Forse, c’è stata qualche distrazione. Salvo errore.
La quantificazione delle voci contabili del triennio 2024-2026 è stata effettuata con riferimento alle scelte progettuali del Documento Unico di Programmazione-DUP che lo precede tecnicamente descrivendo le logiche della previsione (fonte: delibera 50 del 28/02). E, purtroppo, sembra che anche quest’anno la carente articolazione delle argomentazioni lo abbia reso un adempimento formale, peraltro con ripetuti copia-incolla (fonte: DUP).
In effetti, oltre alle ordinarie statistiche demografiche, di cui neppure sembra si sia tenuto conto per immaginare interventi di contrasto alla preoccupante decrescita della popolazione, con effetti dirompenti a partire dalle scuole, mancano del tutto i parametri per approfondire la struttura produttiva e quella sociale della Città. Eppure, pur escludendo interferenze inopportune, per la situazione in essere di grave squilibrio non dovrebbero mancare sia una funzione di indirizzo sia un’attività di affiancamento condivise da Università, Associazioni di categoria, Ordini professionali, Imprenditori. Così, nulla si dice di servizi idonei a favorire l’ampliamento della base dei percettori di reddito e a far crescere le Entrate del primo e terzo Titolo del Bilancio, quelle tributarie (Imu, Tari, Soggiorno, etc.) ed extra-tributarie (fitti, canone patrimoniale, etc.). Perché, non si può pensare di ‘riequilibrare gli squilibri’ premendo su quelli che già pagano e con pochi interventi di contorno. E’ necessario un ridisegno ‘profondo’ della macchina comunale sotto l’aspetto organizzativo, operativo e amministrativo, in aggiunta ad una egualmente ‘profonda’ modifica degli obiettivi. E’ davvero inquietante e deprimente prendere atto della volontà di proseguire nell’aumento dell’imposizione e nella vendita di tutto quello che resta dei ‘beni comuni’ e, tra essi, di contenitori che sarebbe utile gestire nell’interesse della Comunità. Detto da cittadino deluso.
Sotto l’aspetto contabile, il Bilancio assicura il rimborso delle rate di rientro concordate con il Governo: € 25,2milioni dell’anno corrente; € 16,6milioni del 2025; € 16,6milioni del 2026. Però, la rata del 2024 è stata elevata a € 33,6milioni per l’aggiunta della parte non coperta di quella di fine 2023 quando, secondo il contratto, si doveva rimborsare l’importo di € 18,6milioni (fonte: DUP, pag. 45). E, questa, è una anticipazione non incoraggiante alla quale va aggiunta una osservazione neppure favorevole: il risultato previsto per l’anno in corso appare influenzato anche da una carente quantificazione del Fondo per Crediti Dubbi e, soprattutto, da mancati accantonamenti al Fondo Rischi pur in presenza, al minimo, del decreto ingiuntivo di € 3,3milioni per i box di piazza Cavour e del giudizio per € 5milioni relativo ai box a San Pietro. Ma, ce ne sono altri.
Si vedrà in sede di Consuntivo. Intanto resta il timore che, ove ci fosse da pagare, potrebbe aumentare ancor più l’imposizione (fonte: contratto, art. 4/c). E, purtroppo, sul ‘fattivo’ coinvolgimento dei cittadini ci sono nel DUP due tabelle davvero molto significative.
A pag. 26, si apprende che il carico impositivo per abitante, neonati compresi, nel 2022 è stato pari a € 1.449,22 per le Entrate del primo e terzo Titolo. Nel 2019, ante covid, fu di € 1.305,60. Il calcolo, però, è stato fatto con riferimento a 130.002 residenti, sebbene l’Istat dica che al 31/12/2022 la popolazione era di 128.136 unità. Per questo, la quota pro-capite sarebbe di € 1.470,30, salvo errore. Del 2023 nulla si sa. Ma è lecito immaginare una vera ‘mazzata’, visto che sono andati a regime gli incrementi del decreto Aiuti per ogni voce, non esclusi i servizi cimiteriali. Può essere utile sapere che, nel 2023, il carico medio in Italia è stato di € 496,54 (fonte: Openpolis).
Un secondo dato emerge a pag. 23 da una tabella di analisi delle Entrate per l’anno 2023. Un’altra anteprima. Per spiegare meglio, è necessario premettere che gli importi indicati nel Bilancio di Previsione sono poi rettificati a seguito della procedura detta di ‘Accertamento’ con la quale si individuano, per ciascuna voce, i cittadini debitori, l’importo dovuto, la causale del debito e la scadenza di pagamento. Ora, sembra che nel 2023, a fronte di una previsione di Entrate per primo e terzo Titolo di € 192,5milioni, la fase di accertamento abbia prodotto un totale solo di € 130milioni e che, poi, siano stati incassati € 55,4milioni con un residuo da recuperare di € 74,6milioni. C’è da sperare che possa esserci un errore perché, se fossero queste le cifre, si potrebbe pure ‘chiudere il libro’, dei sogni e della dura realtà. Ciò posto, facendo salva la buona fede di tutti, non può passare inosservato che la quota di € 74,6milioni è un Residuo Attivo che partecipa positivamente al calcolo del Risultato di Amministrazione contribuendo, così, alla copertura contabile della rata prevista dal decreto Aiuti. Valore contabile, non finanziario. Ma, è difficile da spiegare, qui. Magari, la nuova Assessora al Bilancio potrebbe fornire informazioni più precise in merito a tutto questo. Un grazie anticipato.
Il Bilancio è argomento poco digeribile. E, di regola, non attira alcuna attenzione. Diviene, però, sicuramente indigesto, nonostante qualsiasi magica pillola, se la presenza di squilibri significativi dovesse costringere a mettere mano alla tasca per colmare voragini formatesi a dispetto di ogni rassicurante informazione. Ad oggi, l’altezza dell’esposizione e l’andamento delle Entrate non inducono all’ottimismo, non per fine 2044, scadenza dell’obbligo di rientro, ma già per fine anno. Salvo errore. Così, sarebbe doveroso parlare pubblicamente della condizione finanziaria della Città, al di là el voto sul Bilancio di Previsione. Se davvero non fosse stata rispettata la rata del piano Aiuti 2023, il Governo dovrà dire qualcosa. E, purtroppo, un voto in fiducia e di fiducia non farebbe guadagnare a nessuno quanto già è stato perso.
Ali per la Città
P.S.: i dati sono stati estratti da documenti
disponibili in rete.
Si fa salvo ogni errore.