di Nino Petrone
Gloria in Excelsis Deo, finalmente la Salernitana dopo tanto penare ha tagliato l’ambito traguardo: ora, con la collaborazione del Maestro Ranieri e del vecchio Pavoletti, è bella distesa sul fondo della classifica come sul materazzo di Renzo Arbore, “la cosa più bella che c’è”. Nessun dolore, nessun disturbo, anzi. Ironia pura? Può darsi. Ma la scena è piuttosto da elogio dell’ozio come descritto dal filosofo britannico Bertrand Russell sull’eco degli antichi colleghi greci. O, se è preferibile senza voler essere blasfemi, come i poverelli di San Francesco. Con la non trascurabile differenza che i granata sono fragili ancorché litigiosi poveretti, tecnicamente e caratterialmente, fino al punto da suscitare quasi un’infantile tenerezza. E pertanto adesso si può serenamente annotare che questa stagione è cominciata male e sta proseguendo e proseguirà peggio, visto il terribile calendario, a cominciare da sabato contro il Napoli.Quanto al Cagliari autore del sorpasso, la posizione resta critica, ma la spettacolare capriola da O-3 a 4-3 qualcosa di serio dice. Duce con chiarezza che la squadra sarda ha un Allenatore ,vecchie volpi pronti a segnare e un cuore enorme , ovvero che la Missione Salvezza resta molto ardua ma non sembra impossibile. Personalmente sono una schiappa nei conteggi, lontanissimo dai bravi colleghi di Cronache nell’indicare i primati negativi di questa Salernitana, ma ho l’impressione che quota 100 alla lunga sarà raggiunta, con buona pace anche di tutte le formazioni d’Europa; del resto un trofeo europeo ancora non figura nei 104 anni di storia. Così il presidente può mettersi subito tranquillamente al lavoro per cercare d.s. e allenatore migliori. E non solo. Non si illuda Iervolino che con l’attuale organico si tornerebbe presto in Serie A, per farlo i rinforzi dovranno essere tanti e davvero forti! Non presunti campioni alla Dia. E qui siamo al nocciolo di due casi molto singolari. Il franco-senegalese è un calciatore che vede solo se stesso, che ancora non hai capito cosa sia il gioco di squadra.Ed ancora, un uomo.Che si finge scontento fingendo di non sapere che finora non lo ha richiesto ufficialmente nessuno, se non una società inglese a caccia di un affare, vero o presunto avanzando una proposta ridicola (prestito gratuito, stipendio a vostro carico, niente obbligo di riscatto, acquisti in caso di un certo numero di presenze e di gol). Roba da anello al naso… E veniamo all’uomo gol. È vero, il bomber di per sè ouò menar vanto di aver segnato abbastanza, Ma è pura apparenza. Un goleador ,come Capello insegna, si valuta rapportando le occasioni avute con le reti realizzate. E per Dia questi conti non tornano, se la matematica non è un’opinione, Gli esempi non mancano, uno per tutti Milik. A Napoli segnava m ma in realtà molo poco al confronto con le tante occasioni che gli si presentavano. E bene, il polacco oggi è un Signor assist-men, funzione che Dia ignora completamente nel suo assolutismo e nei suoi ghirigori tecnici da calciatore di giardino che dribbla tanto se stesso da inciampare da solo per poi reclamare sfacciatamente un fallo. Qualcuno sostiene che è il migliore, figuriamoci gli altri. Ma, udite udite voi che vi intendete di portieri, il numeri 1 di nome e di fatto si chiama Ochoa, 38 anni, ancora nazionale del Messico, un Paese che vanta una ferrea tradizione di estremi difensori. Vietò al Cagliari di vincere a Salerno come avrebbe meritato e negó al Genoa un più sonante successo, giusto per gli ultimi esempi. Come ha sottolineato anche un certo Dino Zof, ricorderete l’intervista pubblicata da Cronache, è basso, non ouó coprire tutta la porta, non è bello da vedere, ma i suoi interventi sono numerosi ed efficaci, quindi ouó definirsi “un buon portiere” (parole di Super Dino) nonostante una fase difensiva ridicola che Inzaghino tenta invano di correggere. Già, il fratello minore di Inzaghi da allenatore è al suo quarto Calvario. Che dire? Un inchino al Campionissimo che fu e buona fortuna. In alto i calici e avanti con giudizio per tentare di salvare almeno un po’ di faccia. “E piú non dimandare” come canta il Poeta. Resta la fede, quella dei tifosi (comunque in calo) che esclude la ragione, “la fede è fede, c’è l’ha e chi non c’è l’ha” come predicava S.Agostino. Io l’ho persa già dopo la sconfitta di Empoli.. E questo vorrei dire al mio vecchio amico Salvatore Orilia che dal suo club di tifosi d doc vorrebbe effettuare un collegamento tv con la mia abitazione romana che per motivi tecnici non si può fare. Profitto della gentilezza di Cronache per dirglielo. Complimenti e grazie. In B scriveremo insieme una bella storia. Augh.