La violenza parte della cattiva convivenza - Le Cronache
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La violenza parte della cattiva convivenza

La violenza parte della cattiva convivenza

di Salvatore Memoli

La giovane Giulia Cecchettin non avrebbe dovuto frequentare il giovane Filippo. Ne aveva percepito la stranezza dei comportamenti e capito che c’era nell’aria qualcosa di minaccioso ai suoi danni. Ovviamente la nostra valutazione é soltanto postuma e può sembrare superficiale. C’é nei rapporti di molte donne con uomini bislacchi un comportamento troppo disponibile e, forse, accondiscendente che crea una situazione di pericolo. Si sottovaluta che oltre certi limiti occorre tirare il freno e lasciare a chi ne ha competenza di farsi aiutare nella scelta del modello relazionale utile a ristabilire una situazione di normalità. In questi casi non serve la riservatezza, la stessa usata da Giulia per non esporre il suo ex Filippo alle attenzioni morbose di familiari ed amici. Il rapporto tra un uomo ed una donna é ancora avvolto da meccanismi complessi e complicati che sovrappongono ruoli e caratteristiche psicologiche e fisiche a quello che si pensa dovrebbe essere una normale integrazione di coppia. Grazie a Dio i problemi sono limitati a casi marginali però é fin troppo evidente che nella società delle relazioni e delle comunicazioni sorgono più difficoltà nelle coppie di quelle che si possa immaginare. Le analisi vanno lasciate ai professionisti competenti tuttavia siamo in grado di rilevare che nelle verifiche quotidiane si registrano difficoltà nelle relazioni proprio laddove si pensa che determinate problematiche siano superate.
Tutti i femminicidi parlano di violenza, una violenza che la disparità fisica dichiara immediatamente che una donna è più fragile di un uomo. La grandezza di una donna svanisce al confronto di una brutalità maschile che ha tanti padri. Negli uomini il bisogno di sopraffare nasce da un dato culturale debole, da una visione della coppia fatta da diversità fisica, da mondi solo apparentemente vicini ma che parlano linguaggi diversi, che hanno origine in esperienze sociali lontane e solo in pochi punti comuni. Eppure gli uomini sono figli delle donne, dovrebbero sapere, avere, un’innata attenzione al mondo femminile. Il dato statistico ci dice che i casi di eccezione sono contenuti, sebbene la comunicazione ne evidenzia giustamente la crudeltà. I delitti sono efferati, spropositati, ingenti rispetto alla vicenda umana che dice la difficoltà di creare e sostenere rapporti impostati a correttezza e rispetto tra generi e tra umani. Quello che vediamo è assai difficile da valutare ma diventerà ancor di più difficile da commentare se non si posseggono le chiavi di lettura dell’evoluzione sociale all’interno della quale la vicenda umana si consuma.
Il cambio dei modelli di vita di uomini e donne, della comunità giovanile, resta un riferimento imprescindibile per capire dove è arrivata la vita in questi anni e come si connota quotidianamente. La donna resta sostanzialmente una persona fragile se il modello resta quello che vale chi è fisicamente più forte. La violenza piega le donne perché sono fisicamente incapaci di fronteggiare il confronto fisico e le piega ancora di più quando si pensa che il modello civile della parità, della libertà, del rispetto dei generi sia un valore culturale definitivamente condiviso ed accettato.
Molti rapporti umani si vivono in un contesto di dissacrazione dei codici relazionali, tutto è immediato, le donne hanno comportamenti omologati, privi di ancoraggio alla loro natura, alla loro dimensione certamente più delicata, gli uomini celano spesso la loro aggressività che accresce nel tentativo di obiettivi inequivocabili che condizionano molti rapporti. Nel contesto relazionale che tendenzialmente vivono le persone è piuttosto comprensibile immaginare che ci siano degli alert che non si sanno valutare e da questi si passa alle dimensioni della foresta per regolare le proprie posizioni. Non saranno i cortei, il battito di mani sui banchi, lo sventolio di mazzi di chiavi a regolare i rapporti futuri e garantire la fine del femminicidio. I bulli se non saranno rieducati non potranno essere fermati da una censura sociale. Le donne con tutti i loro diritti se andranno in giro con le bottiglie di birre in mano, con atteggiamenti di aggressività e con messaggi di sfida non recuperano una dignità individuale e sociale che garantisce il loro rispetto.
Il rispetto si nutre di spazi di autonomia in cui nessuno deve entrare. Se si abbassano i muri delle differenze si rischia l’invasione altrui. Donne e uomini, femmine e maschi ma anche per altri generi occorre che s’imparino i linguaggi giusti per convivere negli stessi spazi, senza sfida, senza dati scontati e senza abbassare sempre tutte le difese. Nessuno deve essere intrappolato dalle regole della giungla che sopravvive sempre nei nostri modelli rinnovati di vita. La giungla conserva i suoi modelli, inclusa l’aggressività. La cultura, l’educazione, la presunta libertà non superano la giungla altrimenti se fosse vero non avremmo reazioni da giungla che si ripetono. È l’intelligenza di saper entrare nei corretti modelli che ci permettono di capire se come generazioni abbiamo fatto e siamo capaci di entrare in una modernità che ci promuove. È uno sforzo di ricordare da dove veniamo che ci permette di sapere dove possiamo andare, con chi è con quali garanzie.
Temo i discorsi astratti, ideologizzati e di cartellone ma se non abbiamo maturato una conquista di nuovi modelli siamo vecchi dentro e fuori zavorrati di maschere che non sappiamo gestire.
Mi inchino a Giulia e a tutte le donne uccise e violentate ma se avessi una figlia le insegnerei che gli altri sono un mistero da scoprire a piccoli passi, senza avere mai la superbia di dire faccio da sola.
Termino dicendo che non tutti gli uomini sono mostri e non tutte le donne sono angeli del focolare. Recuperare un corretto rapporto tra uomini e donne è l’obiettivo più alto ed auspicabile.
Ma il solo fatto che la pubblicità ci presenta maschi esuberanti, da copertina e pronti ad avventure sensuali e sessuali non deve permettere alle donne di mitizzare i più ganzi, i più aggressivi ed i più intraprendenti.
Cominciamo tutti a rifiutare i messaggi che rendono oggetto uomini e donne e che lanciano messaggi mica tanto riservati di una dimensione della gioventù ridotta a vogliose ricerche sessuali. Nella vita tutto è giusto ma ogni cosa ha un tempo e un modo di essere fatto. E ricordiamo che la riservatezza e la modestia non hanno mai fatto male a nessuno!