La soprintendenza doveva esprimersi - Le Cronache
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La soprintendenza doveva esprimersi

La soprintendenza doveva esprimersi

L’inchiesta ruota tutta intorno alla fase delle autorizzazioni paesaggistiche per la realizzazione del Crescent. Da lì partirebbero le accuse rivolte dai pubblici ministeri Valenti ed Alfano della Procura di Salerno, nei confronti del sindaco-viceministro, dei tecnici comunali e dei funzionari della Soprintendenza di Salerno. Ricostruendo i fatti, fino a giungere al noto silenzio assenso della Soprintendenza, l’inchiesta parte dall’autorizzazione paesaggistica, rilasciata dall’allora dirigente del servizio trasformazioni urbanistiche del Comune di Salerno, Matteo Basile, sul solo Pua e non sulle singole opere. «Un provvedimento – secondo l’accusa – che ha intenzionalmente procurato al privato imprenditore un ingiusto vantaggio anche patrimoniale, conseguente alla accelerazione dei tempi». E non solo. Secondo i pubblici ministeri: «Tale provvedimento avrebbe consentito al Comune di Salerno di indire, prima di avere tutte le condizioni di legge, la gara per la cessione dei diritti edificatori da aggiudicare ad un soggetto privato attuatore del Piano». Una «irrituale e non prevista autorizzazione paesaggistica», secondo la Procura, «non annullata (nei sessanta giorni previsti) dalla Soprintendenza di Salerno, nonostante tale provvedimento avesse ad oggetto il solo Pua e nonostante la richiesta di integrazione da parte dell’organo soprintendizio». Sostanzialmente, per gli inquirenti, l’opera è stata eseguita senza alcuna autorizzazione su aree tutelate per legge, comprese quelle paesaggistiche, per i pm, illegittime e come tali inesistenti.

Il parere della direzione regionale c’era. La direzione regionale si era espressa sul Crescent, contrariamente alle attestazioni giunte dalla Soprintendenza di Salerno. Ecco perché per la Procura di Salerno, De Luca, Villani e Zampino sono accusati di abuso d’ufficio e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale. Il 6 agosto del 2008, infatti, contrariamente a quanto affermato dall’allora Soprintendente, la Direzione Regionale si era espressa sulla richiesta di chiarimenti avanzati dalla stessa Soprintendenza, rimandando il tutto a Roma. «Documentazione questa che però non è stata mai trasmessa consolidando, così quella irrituale autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Comune».

(andpell)