Si è spento dopo lunga malattia l’ex segretario della Fnle della CGIL. Le sue ceneri giungeranno solo il 6 dicembre dal Nord Italia, ove viveva con i figli
Di OLGA CHIEFFI
Nella giornata di ieri è mancato ai vivi Giovanni Procida, da tutti ricordato come uno stimato dirigente, ex segretario del sindacato dei lavoratori elettrici (Fnle) della Cgil. di grande umanità, con il tratto gioviale e la capacità di essere e di stare in mezzo ai lavoratori, sempre dalla loro parte, di affrontare i problemi con grande capacità di analisi e di difendere ciò in cui credeva anche se, a volte, poteva essere scomodo. “Un compagno, un uomo, nato il 7 novembre, giorno della Rivoluzione d’Ottobre, che non ha mai dimenticato di appartenere ad una classe – scrive Angelo Orientale del Circolo Puletti di Baronissi -, la classe dei lavoratori, della povera gente, la classe degli ultimi di questa terra. E anche quando, nei suoi ultimi anni, i suoi guai fisici gli impedivano di partecipare fisicamente alle manifestazioni che lui riteneva fondamentali e importanti voleva esserci lo stesso pretendendo di essere informato di come era andata la manifestazione. Per Giovanni, la militanza e l’attività politica era soprattutto un dovere. Da semplice centralinista divenne, malgrado non avesse mai avuto la tessera del Pci o del Psi, bensì per sempre fedele alle idee del primo comunismo, quello marxista e leninista del 1921 ovvero del Partito Comunista d’Italia, in seguito attivista di Democrazia Proletaria, fu segretario generale della FNLE – CGIL (in perenne conflitto con la Cgil intera e con le componenti della sinistra storica). Uscirà dalla sua attività “professionale e lavorativa” da centralinista, un centralino il suo che divenne il “cuore” delle comunicazioni della sinistra extraparlamentare prima e di Democrazia Proletaria dopo. Non avevi i soldi per chiamare i compagni? Non c’è problema vai al centralino dell’Enel, anche quando lui non era in servizio…. avevi finito l’inchiostro del ciclostile? Si va nella stanzetta della Fnle (allora interna all’Enel) e si stampano comunque i volantini. Quando, verso la fine degli anni ’80 all’ Enel una nuova società di Napoli, vinse l’appalto delle pulizie e voleva ridurre i salari, il numero delle ore e gli addetti alle pulizie e capì che quelle donne si sentivano sole e impaurite, non ebbe esitazioni e alle 4 di notte insieme alle donne delle pulizie, con pochi di seguaci, impedì fisicamente, “picchettando” la sede di lavoro, l’ingresso della “camorra” nell’ Enel salernitana, malgrado le minacce, riuscendo nel suo intento”. Quale segretario della Fnle Cgil, ha portato da sempre avanti la battaglia per l’acquedotto pubblico e, proprio durante una trattativa sindacale con la Società salernitana delle condotte d’acqua, fu raggiunto da un ictus che lo rese inabile al lavoro. Ma anche dopo l’incidente, Giovanni Procida ha continuato a battersi per i mutilati e gli invalidi civili, per la sicurezza sul lavoro, mai cedendo ad alcuna sirena politica, restando, fino alla fine, fedele ai suoi saldi principi proletari. Le sue ceneri giungeranno dal Nord Italia dove si era trasferito dopo la scomparsa di sua moglie, giovedì 6 dicembre, al cimitero di Salerno, ove troverà i suoi compagni di sempre a dargli l’estremo saluto.