di Brigida Vicinanza
La Regione Campania mette alle strette la proprietà Pisano. Il caso Fonderie oramai, al giro di boa, approda nuovamente sul tavolo regionale insieme ai sindacati, alla presenza della proprietà stessa e con Bonavitacola, Lepore e Palmieri. Trovare una soluzione immediata però a quanto pare appare difficile, se non si trova un percorso da seguire o meglio un sito per la delocalizzazione da seguire. Fulvio Bonavitacola durante l’incontro ha sottolineato di poter accelerare i tempi per la concessione della nuova autorizzazione integrata ambientale, Palmieri invece dice di avere pronta la soluzione per concedere gli ammortizzatori sociali e Lepore ha confermato di poter approntare un programma di sostegno all’investimento di delocalizzazione. Ma manca un tassello importante: la chiarezza da parte della proprietà. Di fatto, i Pisano, dopo le barricate alzate da Campagna – dove avevano individuato la zona per la delocalizzazione del nuovo impianto – dicono di avere in tasca l’alternativa, ma continuano a giocare a carte coperte, non lasciando i margini (nemmeno alle istituzioni) per scegliere o decidere di avviare non solo il processo per la nuova Aia, ma anche quello per gli ammortizzatori sociali per i 120 operai che vedono l’arrivo del licenziamento sempre più vicino. “La Regione ha posto con una certa determinazione la richiesta del nome del nuovo sito individuato. Pisano ha detto di avere altre ipotesi, ma ora ci vogliono certezze e non più punti interrogativi” ha sottolineato Francesca D’Elia della Fiom. Insomma, tutti conoscono ora le dinamiche e la situazione dell’opificio di Fratte, della questione “commissione perse”, della delocalizzazione e del sequestro della Magistratura, i lavoratori probabilmente nel processo di delocalizzazione pagano la non chiarezza della società, che già da tempo tenta di “nascondere” le azioni da mettere in campo, ma ora è solo una corsa contro il tempo. “Ora è il tempo utile per uscire allo scoperto e giocare con le carte in tavola. Ci vogliono elementi concreti per poter procedere e cercare di salvaguardare i posti di lavoro – ha continuato Francesca D’Elia – ora è o dentro o fuori ma dobbiamo saperlo, bisogna cercare già in un’area industriale, siamo attaccati comunque a questa speranza”. Intanto questa mattina ci sarà un’assemblea di tutti i lavoratori con i rappresentanti dei sindacati e questo pomeriggio questi ultimi incontreranno la proprietà per cercare di capire meglio e soprattutto il nome del sito, o meglio per “scoprire le carte” dei Pisano. Intanto la proprietà ha solo una settimana di tempo per portare in sede regionale il nome del nuovo sito per la delocalizzazione, mentre non prima di fine novembre pare che si decida sul riesame per il dissequestro.