La Regione precetta la Sita Sud e la obbliga a restare. Il prezzo da pagare sarà altissimo in termini di servizi offerti e di personale che, di conseguenza, andrà in esubero.
Fumata nera, ieri, al vertice decisivo per il futuro in Regione Campania della ditta di trasporto pubblico più conosciuta sul territorio regionale. Facendo appello alla legge della Comunità europea 1370 del 2007, l’Ente di palazzo Santa Lucia ha imbrigliato l’impresa, rappresentata dall’amministratore delegato Giuseppe Francesco Vinella e dal direttore Simone Spinosa, ponendola dinanzi all’obbligo di servizio, ovvero dinanzi alla responsabilità di mantenere il trasporto pubblico. Alla base della mossa della Regione, rappresentata in riunione, dagli assessori al trasporto, Sergio Vetrella, e al lavoro, Severino Nappi, ci sarebbero i dubbi relativi ai bilanci presentati da Sita Sud nel corso dell’incontro precedente, recanti un ammanco di quasi 9 milioni di euro, dovuto alla inadeguata erogazione dei corrispettivi di esercizio, considerati, dall’azienda, di 75 centesimi di euro più bassi di quanto occorrerebbe. Cifre che, a quanto pare, non hanno per niente convinto i rappresentanti di palazzo Santa Lucia. Con il ricorso alla legge 1370, le cifre saranno pagate dagli Enti sui chilometri effettivamente percorsi durante il servizio obbligatorio svolto. Ora ci saranno quattro mesi in cui potranno essere rivisti i contratti e i servizi e soprattutto monitorare l’effettivo esborso dell’azienda per effettuare il servizio. Un obbligo che prevede l’effettuazione esclusivamente dei servizi minimi, con una perdita, in termini chilometrici, per quel che concerne la provincia di Salerno, di oltre 500 mila chilometri. Una condizione che, inevitabilmente, si ripercuoterà sui livelli occupazionali: meno km da percorrere, meno servizi uguale personale in esubero. Ora, entro i prossimi dieci giorni, le Province di Napoli, Salerno (che durante la riunione non era rappresentata da nessuno) e Avellino, dovranno far pervenire all’azienda le proprie lettere di obbligo di servizio, con tutti gli accorgimenti del caso. Nell’evenienza in cui questi documenti non dovessero pervenire all’impresa, si metterà in pratica il piano originale: Sita andrà via dalla Regione Campania. Forse ora con maggior convinzione rispetto a prima.
Estremamente amareggiato il direttore Simone Spinosa che afferma: «I conti se li vogliono vedere sono in azienda, a loro disposizione. Se non sono convinti loro – continua – mi facciano capire quali sono». Sta di fatto, prosegue ancora Spinosa «che mi obbligano a fare i servizi minimi e questo comporterà un taglio sui chilometri all’azienda». Al momento nessuna procedura di mobilità avviata, ma «così, con i servizi minimi – continua il direttore – mi fanno andare in esubero di personale».
Ora non resta che attendere che le tre Province e la stessa Regione inviino le lettere di obbligo di servizio entro 10 giorni, cosa che per Spinosa è improbabile accada anche perché «non si sono resi conto che, in tal modo, devono prevedere una copertura economica nei bilanci e la cosa deve essere deliberata dai rispettivi consigli. Se non arrivano, noi, con i tempi tecnici che occorrono, andiamo via».