La protesta dei lavoratori dell’hotel La Sonrisa - Le Cronache
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La protesta dei lavoratori dell’hotel La Sonrisa

La protesta dei lavoratori dell’hotel La Sonrisa

Ieri è partito il corteo di protesta dei lavoratori dell’hotel La Sonrisa, partendo dal castello per poi arrivare al Comune di Sant’Antonio Abate. Successivamente, la delegazione dei lavoratori e il sindaco Ilaria Abagnale hanno dialogato nell’edificio comunale, i primi, a seguito del colloquio, sono fiduciosi nel lavoro delle istituzioni per declinare il loro destino lavorativo e contestualmente quello del castello. Un fatto è certo, sulla scorta di quanto definito dal sindaco Abagnale, la famiglia Polese perderà il controllo del castello; mentre è meno certo il destino del castello, poiché il sindaco attende ancora la sentenza da parte della Corte di Cassazione, dunque vorrebbe prima prendere visione della sentenza e poi dialogare con gli organi preposti.
Il fatto
Il noto hotel La Sonrisa a guida della famiglia Polese ha subito un fulmine a ciel sereno con la sentenza del 15 febbraio da parte della Corte Suprema di Cassazione, che definisce il sequestro del bene. La sentenza nasce a seguito delle indagini, iniziate dal 2011 e concluse nel febbraio 2024, da parte della procura di Torre Annunziata che ha dimostrato una serie di costruzioni abusive, una delle quali risalirebbe al 1979. Questa vicenda, esternata tramite i mass-media, ha creato molti disagi alla famiglia Polese: diversi clienti hanno disdetto le prenotazioni al castello, prima ancora che arrivasse la sentenza al Comune di Sant’Antonio Abate, quale soggetto che, sulla base dell’ex articolo 44, ottiene la struttura.
Il corteo
Il corteo di protesta è partito dopo le ore 9, dunque con un po’ di ritardo rispetto all’orario prestabilito. Il gruppo parte dal castello per arrivare al Comune di Sant’Antonio Abate, ed è costituito dai dipendenti del castello e anche chi ha lavorato per il castello. Non sono stati presenti Imma Polese e il marito Matteo Giordano, ma è stata presente Annapaola Greco, cugina di Imma. Il gruppo ha fatto sventolare le bandiere bianche con su scritto hotel La Sonrisa, il cui colore dorato richiama la ricchezza del castello. Durante il passeggio, il corteo di protesta esclama in coro: «Noi vogliamo lavorare!». Anna Lucia Bonavolta, impresaria napoletana di musica, che nel 2014 è stata battezzata da don Antonio Polese «boss delle cerimonie», ha dichiarato: «Aiutiamo queste 250 famiglie perché rischiano di perdere il lavoro». Molti di questi dipendenti sono cresciuti lavorativamente con La Sonrisa, qualcuno dice di aver lavorato 35 anni, e la loro preoccupazione è di perdere il lavoro a causa della sentenza da parte della Corte Suprema di Cassazione. Lo sa bene il cameriere Gaetano Davide, volto noto del programma televisivo «Il castello delle cerimonie» che va in onda sul canale televisivo Real Time, spiega: «Noi siamo dipendenti, lavoratori, noi abbiamo costruito le nostre famiglie su questo lavoro, noi siamo parte della famiglia Polese, che è la struttura portante del castello. Noi dobbiamo lavorare, dobbiamo portare avanti la dignità delle nostre famiglie, noi cerchiamo lavoro al castello. Sapere che il castello non sta con la famiglia Polese, non sta nemmeno Davide». Molti presenti avrebbero voluto vedere in protesta tanti altri personaggi che hanno dialogato con la famiglia Polese, ma non è stato così.
L’arrivo al Comune di Sant’Antonio Abate
Verso le ore 10:30 il corteo arriva in Piazza don Mosè Mascolo e sosta ai piedi dell’edificio comunale. Una delegazione entra nell’edificio per dialogare col sindaco Ilaria Abagnale. Intanto il corteo si ingrandisce anche con la presenza di alcuni cantanti neomelodici, tra cui Gianluca Capozzi, che hanno lavorato per La Sonrisa. Parla la portavoce della delegazione: «Le istituzioni ci accolgono con grande apertura, ma la legge ha i suoi tempi, confidiamo nel fatto che la giustizia vada nel posto giusto. Abbiamo dato la nostra collaborazione al sindaco a poter valutare tutte le strade percorribili affinché questo lavoro non abbia termine. Siamo fiduciosi nel lavoro delle istituzioni che lo faranno nel modo giusto, ci auguriamo che ci diano a breve tutte le conferme che abbiamo auspicato». Risponde poi Ilaria Abagnale primo cittadino del Comune di Sant’Antonio Abate, «stamattina abbiamo accolto questa delegazione, l’amministrazione non ha ancora ricevuto la notifica dalla Corte Suprema di Cassazione, l’ex articolo 44 prevede che la struttura alberghiera de “La Sonrisa” sia patrimonio comunale. I lavoratori de La Sonrisa, ovviamente, sono in subbuglio, spaventati anche per quello che sarà il loro futuro lavorativo. Da parte mia, in qualità di sindaco e portavoce dell’amministrazione comunale, trasferirò agli organi preposti le preoccupazioni dei lavoratori. Si tiene conto anche che daremo seguito alla sentenza, forti della legalità che ci contraddistingue, cercando di creare le condizioni affinché i professionisti de La Sonrisa vengano tutelati. Credo che sia precoce parlare adesso sul futuro del castello, bisogna leggere la sentenza, poi partire, c’è la possibilità conclamata di abbattere la struttura oppure valutare l’opportunità di una gestione esterna con interesse pubblico. Sono ipotesti da vagliare, tenendo conto che vanno condivise e concertate con gli organi preposti. Non è un problema solo del territorio di Sant’Antonio Abate ma di un’area territoriale più ampia».