di Redazione Cronache
La Procura della Repubblica di Salerno ha attivato il procedimento di decadenza del consigliere comunale leghista Antonio Mainardi dopo che è diventato definitivo il provvedimento di confisca di alcuni beni emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Salerno. La storia riguarda alcuni beni intestati al consigliere comunale che però ha sempre affermato di essere estraneo completamente alla vicenda.
La cosa più grave, però, riguarda il primo cittadino Cosimo Ferraioli che non aveva, ai sensi della Legge Severino, trasmesso gli atti relativi al presidente del Consiglio comunale e quindi reso edotto il civico consesso della procedura avviata dalla Procura della repubblica. Una procedura che Ferraioli avrebbe dovuto tenere in ossequio alla legge, ma ancor di più per uno come lui che ai tempi dell’opposizione richiamava trasparenza e legalità su ogni atto dell’allora sindaco Mauri. Oggi invece Ferraioli tiene chiusi nel cassetto addirittura atti che per legge dovrebbe rendere pubblici.
Venerdì sera, invece, a dispetto di Ferraioli, il consigliere di opposizione Luigi D’Antuono ha mostrato il documento “incriminato” che porta addirittura la data del 20 novembre scorso. A questo punto qualcuno ad Angri potrebbe anche decidere di denunciare Ferraioli per la grave omissione. Ed invece come si è difeso il sindaco? Il primo cittadino pensa di esserla cavata addirittura facendo l’offeso e dichiarando in Consiglio comunale che «gli accertamenti competono agli organi come Procura e Prefettura». A questo punto Ferraioli da Angri è un gradino superiore a qualsiasi legge. Tanto che la legge imponga o meno una procedura ad un sindaco, il primo cittadino di Angri troverà sempre un organo che per lui sarà più competente del sindaco. Con buona pace della legge della costituzione e dei codici penali.
E’ chiaro che Ferraioli ci tiene a non dover aggiungere anche questa vicenda alle tante collezionate in questo periodo di sindacato, ma dopo l’assunzione del parente al piano di zona, dopo gli avvocati “amici” dopo gli appalti per la pubblica illuminazione, dopo tante altre vicende sulle quali bisognerà prima o poi fare chiarezza, questa vicenda rischia di fargli perdere la maggioranza. E a Ferraioli pare importi solo questo, al di là della legge e di chi prescrive comportamenti da tenere ma sui quali devono vigilare prefettura e procura. Lui non sa, non parla e non vede. Però gli piace tanto continuare a fare il sindaco.