La politica che non sa progettare - Le Cronache Attualità
Attualità Salerno

La politica che non sa progettare

La politica che non sa progettare

di Alessandro Turchi,

Presidente di Salerno Migliore Sono bastati questi pochi giorni a ridosso di ferragosto per avere la sensazione netta e chiara di come sarebbe bello non vivere in prigionia, con strade libere, auto ben parcheggiate, nessun intoppo, un traffico scorrevole e nervi rilassati. Mediamente viviamo, invece, come topi in gabbia, in una città che già, di per sé, ha poche e strette strade. Chi vive a Salerno sa bene che il problema traffico è dominante, non solo perché ci costringe alla continua precarietà dovuta alle incertezze sugli orari, ma anche perché la nostra sfera personale, a causa delle emissioni di gas, dell’inquinamento acustico e dello stress, risulta compromessa. Una città imbottigliata, la potremmo definire, con un sistema di spostamenti precario e palesemente inefficiente. Passare da una parte all’altra di Salerno richiede un certo spirito al sacrificio, diciamocelo chiaramente, e questo non aiuta a rendere la nostra città un luogo caldo, vivibile e sostenibile. Il bello è che si dà tutto per scontato, oramai, siamo assuefatti e nessuno si meraviglia più di nulla, con le auto che scendono a rotta di collo lungo le stradine del centro storico, i tavolini dei bar che occupano intere strade spesso senza pagare il dovuto. La “tolleranza” sembra quasi la parola d’ordine, ma quando questa tolleranza si riflette sul nostro vivere quotidiano, sulla nostra salute, sull’immagine di una città che dovrebbe essere attraente anche rispetto al turismo, diventa anacronistica e deleteria. Di fronte a tutto questo la politica cittadina sembra distratta, forse più interessata ai gettoni di presenza piuttosto che alle strategie a medio e lungo termine di una importante città che vorrebbe crescere. Una politica cittadina che anziché programmare, sembra inseguire vecchie liturgie, in un sistema che potremmo definire del day by day e che propone solo e sempre soluzioni tampone per gestire le emergenze, in una sorta di atteggiamento “à la carte” inappropriato e populistico. Inutile dire quanto sia l’amministrazione pubblica, Comune, Regione ed in parte la Provincia, a doversi fare carico di incentivare quella che viene definita mobilità sostenibile. Il problema è serio, c’è bisogno che le nostre amministrazioni pianifichino una serie di azioni finalizzate alla riduzione delle automobili in città, c’è necessità che si torni a vivere la politica come capacità di progettare il benessere dei cittadini, in questo caso favorendo la mobilità alternativa, un sistema di trasporti pubblici efficiente. Non è più l’ora della estemporaneità, vogliamo programmi, progetti, linee chiare di intervento, approfittando anche di una “certa” continuità dei nostri amministratori, che sono lì da trenta anni. Vorremmo che sia preso in seria considerazione il problema degli spostamenti a Salerno, fra l’altro collegato alla scarsità di parcheggi. Va quindi limitato irrimediabilmente l’accesso delle automobili in città e va progettato e realizzato un sistema di trasporto collettivo efficiente e di qualità. Sembra poco, vero? Eppure a parte quella che pomposamente viene definita metropolitana, fra l’altro limitata nel numero delle fermate, niente è programmato, neanche i parcheggi, visto che quello di piazza Cavour è in costruzione da dodici anni e quello a fianco del Grand Hotel è in fase di smantellamento. Quando si dice la lungimiranza…