Erika Noschese
«Una pagliacciata». Così Gennaro Avallone, docente dell’Università degli Studi di Salerno, definisce la passeggiata che la Lega terrà sul lungomare cittadino a settembre. «La città vera, quella che vive i problemi della precarietà, dell’impoverimento, della disoccupazione di lungo periodo, delle prestazioni sanitarie da pagare per intero , dell’assistenza domiciliare insufficiente, dei fitti alti, dei negozi in crisi a causa della moltiplicazione dei centri commerciali, dei licenziamenti come nel caso dello Space cinema, non ha bisogno di queste pagliacciate», ha poi aggiunto Avallone, pronto ad essere in piazza quel giorno per vigilare affinché nessun leghista commetta azioni illecite ai danni dei venditori abusivi. Il ricerl’Unisa, vicino all’associazione senegalesi presieduta da Daouda Niang, ha sempre contrastato l’operato degli attivisti che sostengono il partito di Matteo Salvini e già lo scorso anno, proprio in occsione della passeggiata per la Legalità, era presente per sostenere e “difendere” gli abusivi presenti in città. «E’ propaganda, non serve a niente se non a loro per prendere voti e sperare di fare carriera politica – ha poi aggiunto Gennaro Avallone – Il problema non è l’abusivismo bensì la possibilità di lavorare per queste persone. Il tema dell’abusivismo, se vogliamo affrontarlo, va fatto nella sua filiera». Per Avallone, non si tratta d’altro che del tentativo di fare carriera politica «su temi che non hanno interesse per la popolazione» perchè, a detta del docente universitario, Salerno avrebbe bisogno di «sostegno economico alle famiglie in difficoltà incrementando le risorse del Reddito di inserimento (ii Rei), ha bisogno di lavoro serio e pagato in maniera giusta, ha bisogno di liberarsi della speculazione fondiaria, ha bisogno di convivenza rispettosa». Dunque, la necessità di inserire, in città, un programma che preveda la presenza di clown di strada, trambolieri, mangiafuoco, gli artisti e le artiste di strada. «Salerno è meticcia: fatevene una ragione», ha poi aggiunto il ricercatore di sociologia che annuncia dunque la sua presenza sul lungomare ma non per contrapporsi bensì «per vigilare che nessuno venga disturbato da questi qui che non hanno nessun titolo».