La Palazzina liberty, i vigili e gli strani intrecci con la Fondazione Menna - Le Cronache
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La Palazzina liberty, i vigili e gli strani intrecci con la Fondazione Menna

La Palazzina liberty, i vigili e gli strani intrecci con la Fondazione Menna

di Michelangelo Russo

La recente, vera e propria protesta pubblica dei vigili urbani contro il proprio Assessore dr. Tringali ha portato in luce una fin troppo vecchia e giusta rivendicazione della Polizia Municipale: l’urgenza di una sede dignitosa e funzionale. L’orrida sede attuale è uno scatolone fatiscente, indecoroso e cadente, memore dello stato di abbandono e di degrado della città fino ai primi anni ’90. Strano che la città che con i suoi arenili nuovi e farlocchi (e costosi!) sarà, a detta di qualcuno, più bella di Montecarlo si sia dimenticata nel frattempo della sua Polizia. Ma i vigili non portano i voti e le telecamere elettorali. Eppure, tra tanti progetti faraonici, un progettino per la Caserma della Polizia poteva pur nascere. Se non al centro città, magari nei terreni comunali nei pressi del porticciolo di Arechi. Sono terreni che si progetta di vendere per l’edilizia residenziale. Bene, cari Amministratori. Avete fatto un bel PUA con la ex Marzotto; perché non ne fate un altro con qualche volenteroso cementificatore chiedendo in cambio la Caserma nuova dei vigili? E vendetevi quel rottame edilizio che è la vecchia, visto che la dismissione dei beni comunali non vi spaventa più! Sia benvenuta, quindi, la proposta del sindacato CGL dei vigili, che reclama, non si sa se provocatoriamente, l’assegnazione al Corpo della Palazzina liberty di Fratte, ex Cotoniere. Lo storico e splendido edificio è in condizioni di abbandono, ma non di vero e proprio degrado statico e architettonico.

Sicuramente sarebbe una sede dignitosa e di prestigio. Ora, è vero che il prestigio architettonico non è in cima ai pensieri di una Amministrazione che ha come sindaco un architetto. L’esempio della Palazzina liberty ex proprietà Tortorella, al rione Carmine, abbattuta quest’anno per un bel palazzotto moderno di ampliamento con il Piano Casa, ci dice molto sul grado di sensibilità culturale degli ambienti politici salernitani. E allora precisiamo subito! La Palazzina liberty ex Cotoniere non si può abbattere né con il Piano Casa, né con un Piano Bar! Per fortuna di noi tutti il Ministero della Cultura l’ha già, da anni, qualificata come edificio di interesse storico. Si tratta di capire, adesso, che cosa intende farne l’apice del potere cittadino. La soluzione proposta dalla CGL Vigili però non è semplice da attuare. A parte il problema dei fondi di riattazione, c’è un probabile conflitto di interessi tra l’Assessorato ai vigili e i vigili stessi. E se non un conflitto, almeno un aspetto essenziale da chiarire in pubblico (e per favore, l’opposizione si sturi le orecchie e batta un colpo!).

A parte le passate dichiarazioni politiche di intenti sulla sorte della Palazzina, che privilegiavano la funzione museale futura dell’edificio, chi scrive è al corrente (per fonte diretta) che effettivamente la Palazzina era stata destinata di recente ad accogliere una raccolta di opera d’arte di notevole rilievo: stiamo parlando della collezione privata di Filiberto Menna, che comprende anche, per sentito dire, dei Picasso e degli Chagall; più moltissime opere grafiche di importantissime firme. Per fonte diretta, chi scrive ha saputo che la donazione della vedova Menna alla Fondazione Menna stessa è già avvenuta. E la Fondazione Menna è partecipata dagli Enti Pubblici Comune di Salerno, Provincia e Università. Quindi Fondazione di Diritto Pubblico, con dovere di osservanza delle norme di diritto pubblico. Perciò la collezione è anche nostra. Dove è finita???E Tringali, che è stato Presidente della Fondazione fino ad un anno fa e di tutta questa storia sa molto, che ruolo ha avuto nelle trattative? Visto il suo amore per la Fondazione, perché non dice ai vigili che la Palazzina se la devono sognare, per quelli che sono stati forse gli accordi con la vedova Menna? Qui qualcuno deve parlare. A partire forse dal Presidente della Regione, che trattò personalmente l’affare con la vedova Menna.

Questo giornale non lascerà l’argomento fino a risposte chiare e credibili.

Lo richiede la regola della Trasparenza! E Tringali è anche Assessore alla Trasparenza!