di Matteo Gallo
“Un maestro del vivere civile, di cultura e di democrazia. Ho perso un caro fratello. Sono addolorato”. La voce di Nicola Scarsi si trascina a fatica. La morte di Italico Santoro, sodale di mille battaglie di “fede mazziniana”, è un macigno sul cuore dei ricordi. Che pesa e fa male per lo storico dirigente scolastico del liceo scientifico Giovanni da Procida, già segretario provinciale del partito repubblicano, assessore e vicesindaco di Salerno negli anni Ottanta: “Italico Santoro” sottolinea Scarsi “è stato un protagonista autentico della vita pubblica del nostro Paese che ha fatto dell’impegno per le donne e per gli uomini non solo del nostro territorio, ma in modo particolare del nostro territorio, la cifra piena del suo agire e del suo essere. Un vero leader”. Scarsi e Santoro hanno vissuto gomito a gomito numerosi impegni politici ed elettorali sostenendosi e confrontandosi nel segno di una profonda sintonia ideale, morale e d’azione: “Abbiamo condiviso la stessa visione di società, la medesima speranza di costurire proprio attraverso l’impegno politico un mondo nel quale vedere realizzata una democrazia sincera senza infingimenti. Italico Santoro” prosegue Scarsi “aveva uno straordinario intuito politico e un elevato spessore culturale che associava a una particolare concretezza amministrativa. Grazie a uomini come lui il partito repubblicano sarà definito il partito dei contenuti e proprio grazie a personalità come la sua è riuscito a conservare una centralità nello scenario politico nonostante numeri e percentuali ben inferiori ai principali partiti dell’epoca”. Scarsi ricorda che il contributo del politico originario di Contursi Terme fu tra le altre cose “decisivo per eleggere quattro consiglieri repubblicani al Comune di Salerno e che, nella e per la nostra città, “ha portato avanti un’opera costante e continua, senza lasciare tempi morti e senza mai fare calcoli personali, per il bene dell’intera comunità”. “Un’analisi retrospettiva seria e intellettualmente onesta” conclude Scarsi “non può che riconoscere la statura pubblica e privata di Italico Santoro la cui anima, per dirla con Manzoni, sarà consegnata all’ eternità”.