Erika Noschese
«Che l’Italia sia un paese alquanto islamofobo, lo sembrano suggerire anche i dati. Secondo un sondaggio del 2017 del Pew Research Center, il 63% degli italiani ha un’opinione sfavorevole dei musulmani presenti nel nostro paese. forse ad alimentare il crescendo islamofobo contribuisce, in maniera decisiva, l’ignoranza. La non-conoscenza». Lo ha dichiarato il salernitano Abu Al Quassim, salernitano convertitosi all’Islam, recentemente vittima di un linciaggio da parte di un gruppo di balordi.
Recentemente, sei stato vittima di un’aggressione da parte di balordi. Hai già dichiarato che non si tratta di razzismo ma di Islamofobia. Credi ci sia una sorta di timore nei confronti dell’Islam?
«Ci sono sicuramente, nel dibattito pubblico, posizioni islamofobiche, talvolta anche piuttosto becere. E c’è un’ostilità diffusa nei confronti dei musulmani, soprattutto se praticanti. In quest’ostilità ritroviamo una paradossale alleanza tra gli elementi più clericali della società italiana, che continuano a coltivare il sogno di un paese mono-religioso, e di elementi laicisti che sono in realtà ostili alle religioni rivelate nel loro complesso, più che all’Islam in quanto tale. Vi è poi un forte elemento strumentale, che fa sì che in alcuni momenti come l’attuale molti si sentano autorizzati a “prendersela” con i musulmani, esattamente come in altri momenti ce la si prende con gli zingari o con i meridionali».
Attraverso le Cronache, tempo fa, hai dichiarato che Salerno è una città accogliente. Pensi che sia ancora così?
«Salerno è accogliente e anche il suo popolo. Alla gente perbene di Salerno del mio quartiere, dico: lottate contro la fuga dalla realtà e dalla condizione umana, quale forma di complicità cieca con il male, per trarne degli insegnamenti positivi e utili soprattutto in un’epoca come la nostra in cui difficilmente ci si sofferma a pensare e riflettere, nella speranza che un simile degrado e tali atrocità non avvengano più. Il sonno del pensiero, genera mostri come i miei aggressorri. Il peggiore di tutti è l’uomo privato della propria dignità, che si lascia trascinare passivamente in balia di correnti, che lo riducono a strumento di ideologie antiche o moderne che siano.
Si può parlare di razzismo, oggi in città?
«Assolutamente no! Ma certi attegiamenti, alcune prese di posizioni estreme generano conflitti.Certamente il binomio centro-periferia ha ancora una sua corrispondenza al reale ma non racchiude tutto. Più corretto appare dunque parlare complessivamente di “città” e tematizzare l’esistenza di una “questione urbana dei quartieri” come il Rione Calcedonia” . Il centro di questa “questione urbana” è lo squilibrio assoluto, giunto ormai ad un limite estremo, tra la città privata (nel senso della proprietà e dell’ambito privato dello spazio sia esso residenziale che produttivo) e la città pubblica (intesa come servizi, trasporti, ambiente, beni culturali, spazio pubblico). Il volto del male banale che si rintraccia nei nuovi carnefici che investono i quartieri periferici come il rione Calcedonia rievoca una concezione di male antica, secondo cui il male peggiore che gli uomini commettono è causato dal vuoto lasciato in loro dalla totale assenza di pensiero. Ma è proprio questo a rendere ancora più inquietante e spaventosa la realtà di un male così disumano come quello del mio quartiere, la consapevolezza che i peggiori criminali del “21esimo secolo sono uomini che non pensano. Una conclusione sulla quale meditare, per non convivere in modo banale con l’assassino in cui ciascuno di noi potrebbe mutarsi».
A condannare fermamente la tua aggressione anche la Lega di Salerno, attraverso il presidente provinciale Mariano Falcone. Cosa ne pensi? «
Ringazio l’esponente della Lega Falcone per aver mostrato grande sensibilità! Questo mi conferma che oltre gli schieramenti vi è l’insidacabilità di alcuni principi». Abu Al Quassim ora sta meglio ma l’aggressione non è stata senza conseguenze: soffre ancora di perdita di equilibrio, abbassamento della vista anche se, rassicura, nel complesso sta bene.