Il fratello dell’Erich martire della resistenza tedesca congiurato dell’ Operation Walkure, padre dell’ amazzone Inge Theodorescu e nonno della campionessa olimpica Monica, Stallmeister ed ippologo, ha mantenuto il personale polacco ed ebreo composto da sellai, calzolai e sarti, difendendoli costantemente dai feroci rastrellamenti nazisti
Di GIULIA IANNONE
Il tre volte oro olimpico di Dressage, Monica Theodorescu, figlia di George ed Inge, ha gentilmente aderito all’idea di ricordare i suoi indimenticabili genitori. Il Great Master rumeno, ma tedesco di adozione e la donna di cavalli che è stata al suo fianco, sono figure di spicco dell’ambiente e della cultura equestre e del dressage di tutti i tempi. Attraverso questa intervista , abbiamo potuto conoscere meglio la figura di Inge, nata Fellgiebel. Una donna sempre molto riservata, coraggiosa, sicura, determinata, dotata di un aspetto forte, coriaceo, ma sempre dolce e disponibile, un carattere forgiato dall’esempio di suo padre Hans, fratello del martire della resistenza tedesca, il quale nella sia tenuta ha salvato decine e decine di polacchi ed ebrei dai feroci rastrellamenti nazisti. Un’idea di accoglienza instillata nella figlia Inge, la quale insieme al suo George, ha sempre accolto ed aiutato i tantissimi cavalieri e studenti dell’ars equitandi, provenienti da tutto il mondo, che si recavano nel loro centro. E’ proprio oggi, nella giornata della Memoria, che vogliamo celebrare Inge Theodorescu nata Fellgiebel, figlia di Hans e nipote di Erich Fellgiebel, che torna alla mente per aver partecipato a quella Operattion Walkure, passata alla storia come il più famoso tentativo di attentato per uccidere Hitler. Erich ha avuto una carriera esemplare da ufficiale, ottenendo uno dietro l’altra, promozione su promozione, fino ad assurgere al ruolo di maggiore generale nel 1938. In quell’anno, fu nominato capo delle comunicazioni presso l’alto comando della Wermacht. Adolf Hitler non si fidava di lui, in quanto lo riteneva uomo dotato di una mente troppo indipendente, ma non potette fare a meno della sua abilità. Fellgiebel intanto, fece il suo ingresso nella resistenza, grazie all’incontro prima con il colonnello generale Ludwig Beck, suo superiore nella scala gerarchica, poi con il successore, Franz Halder. All’interno della famosa Operazione Valchiria, che visualizziamo benissimo grazie alla pellicola cinematografica che vede Tom Cruise nei panni del protagonista, Hans avrebbe dovuto troncare tutte le comunicazioni dal quartier generale di Hitler. Ma la cosa non riuscì. Quando Erich comprese che l’attentato era fallito, tentò di ripristinarle. La bomba piazzata dal colonnello Claus von Stauffenberg non era andata a segno. Il Fuhrer era vivo. Fellgiebel processato e giudicato colpevole, fu condannato e giustiziato per impiccagione nella prigione berlinese di Plotzensee. Suo fratello Hans, il padre di Inge, era Stallmeister ed ippologo, ha diretto il famoso Janow Podlaski Stud, in Polonia dal 1940. Qui ha mantenuto il personale polacco ed ebreo composto da sellai, calzolai e sarti, e li ha difesi costantemente negli anni della seconda guerra mondiale. Era risaputo, dalla popolazione polacca, che tutti i partigiani ed anche profughi ebrei, presenti nella foresta attorno allo stud, non sarebbero mai stati toccati, grazie alla presenza ed alla protezione di Hans. Quando Erich fu catturato come cospiratore, anche Hans venne preso in custodia e dopo fatto prigioniero in Francia. Rilasciato quasi un anno dopo, perseguitato dal regime nazista, dopo la guerra ha ricevuto un incarico dirigenziale: gli fu chiesto di dirigere quello che allora era il Bad Harzburg- Bündheim State Stud . Inge, sua figlia, ha sempre amato la Polonia, e si è sempre prodigata per i giovani cavalieri, insegnando loro la disciplina equestre a titolo assolutamente gratuito. Un affare di cuore, un legame immenso con quella terra in cui era cresciuta, montando a cavallo ed addestrando anche stalloni difficilissimi, passando con serenità tra quelle foreste in cui erano nascosti polacchi ed ebrei, che nulla temevano grazie alla protezione di suo padre. In quella terra era assolutamente venerata. In memoria di suo padre Hans Fellgiebel, che ha salvato molte vite.
Cosa ti hanno insegnato i tuoi genitori in relazione alla vita ed al dressage, la disciplina equestre che è per tutti voi, la vita?
“ Beh, ricordo così tante cose. E’ difficile racchiudere tutto, in fretta, in una risposta sintetica. Insieme ai miei genitori, George ed Inge, abbiamo lavorato per quasi 50 anni. Sono cresciuta con i cavalli ed ho trascorso tutta la mia vita con i cavalli, proprio come i miei genitori. Avevano una lunga tradizione. La nostra vita ha sempre gravitato intorno ai cavalli ed allo sport ma soprattutto, i cavalli sono sempre stati prima di tutto, nostri amici. I miei genitori hanno vissuto in questo modo, per così tanto tempo, ed io ho continuato a seguire questo stile di vita, anche per onorare e portare avanti la grande tradizione equestre della mia famiglia. Quindi, abbiamo molta esperienza in questo sport, e ricordo anche molto della nostra storia, cose della vita dei cavalli o della vita delle competizioni”
Cosa ricordi di speciale(qualcosa che solo una figlia d’arte può dirmi) e ti manca dei tuoi genitori indimenticabili oggi, dopo alcuni anni?
“Sono tante le fotografie che si possono osservare, anche attraverso il web, che ritraggono momenti della nostra vita familiare quotidiana con i cavalli. Possono dire molto più di mille parole. Racchiudono, in uno scatto, ogni giorno, ogni anno, tutto il tempo che ho vissuto in modo irripetibile e unico, grazie alla dedizione, competenza, passione e genialità dei miei genitori. Non c’è una sola cosa specifica che posso sottolineare più chiaramente.”
Qual è l’eredità umana ed equestre che ti hanno lasciato?
“Posso dire lealtà verso i cavalli e le persone, trattare ogni creatura con rispetto ma anche cercare di arrivare il più lontano possibile nello sport o lavorando i cavalli , facendolo sempre con rispetto e trattando bene i cavalli e anche tutte le persone intorno a noi”
Ti manca la tua scuderia a Gestut Lindenhof? Era la Mecca del dressage, ogni cavaliere da tutto il mondo, veniva per trovare una scintilla.
“Abbiamo vissuto e lavorato lì, per molto tempo, ma non ce la facevo più da sola a gestirla, perché sono anche da alcuni anni, coach della squadra tedesca di Dressage: è troppo grande per me. Ma vivo ancora lì, come casa, e la vedo tutti i giorni. Abbiamo avuto tanti studenti, da tutto il mondo, compresa l’Italia, che hanno lavorato con mio padre, anche in vista di tanti campionati ”
Cosa pensi di aver preso – nel carattere o nel modo di insegnare – dall’uno o dall’altro?
“È molto difficile, per me, raccontare questi dettagli della vita reale e personale, rapidamente e senza esitazione, racchiudendo tutto a parole. Sicuramente ho ricevuto il talento da entrambi: erano molto talentuosi. Da mia madre Inge, ho sicuramente ereditato il fatto di essere molto diretta con le persone. Ha sempre detto la verità, quello che pensava, i suoi pensieri erano sempre sulle sue labbra e penso anche che, molto spesso, questi pensieri venissero fuori un po’ troppo velocemente! Da mio padre ho avuto la facoltà di vedere la bellezza della vita, le cose belle ed il concetto di dolce vita o il modo di vivere di paesi come l’Italia e la Francia, probabilmente sentimenti o stili di vita mediterranei ”
Durante la seconda guerra, tuo nonno (il padre di tua madre) e lo zio materno, hanno preso parte alla famosa operazione Valkyria. La casa dei nonni è diventata quartier generale Stauffenberg. Tua madre cosa ti ha raccontato? È una storia di eroismo che deve essere assolutamente testimoniata.
“Non mi hanno detto molto in relazione a questo argomento. Ho letto molto più tardi da sola. Uno di coloro che ha preso parte a questo tentativo di uccidere Hitler, era lo zio di mia madre, Erich Fellgiebel ed alla fine è stato giustiziato. Hans, mio nonno materno e fratello di Erich, fu mandato in Polonia con la sua famiglia, durante la guerra, era ovviamente un ufficiale come tutti gli altri in quel momento, ed era a capo di questo Arabian Stud, lo state Stud Janow Podlaski. Questo stud è ancora esistente e si presenta nella sua antica struttura molto bello. Mia madre era con lui, a quell’epoca, ed è cresciuta in Polonia cavalcando giovani cavalli e giovani stalloni tutto il tempo. Non ricordo esattamente in quali anni, posso solo dire che mio nonno Hans, dirigeva l’allevamento e trattava molto bene i polacchi, quindi ancora oggi i cavalieri polacchi e tutti i polacchi che fanno parte dell’ambiente equestre, ricordano il nome Fellgiebel , con gioia ed onore, perché questo nome ha salvato, in quegli anni difficili, molti di loro”.
A detta di tutti, tuo padre era un uomo molto colto, raffinato e molto molto gentile. Puoi dirci qualcosa al riguardo?
“Mio padre George aveva alle spalle un alto livello culturale. È cresciuto nella città di Bucarest, chiamata, la piccola Parigi. Quando visiti questa città, ancora oggi, ha delle somiglianze con la città di Parigi, non così grande, ma con la stessa struttura architettonica interna – i boulevard – ecco perché ricorda un po’ Parigi. Mio padre frequentava la scuola francese, infatti il francese era la sua seconda lingua ed i Rumeni, sono persone molto colte e raffinate. Ci sono molti teatri e musei e biblioteche e c’è un grande interesse per l’arte e la letteratura, non c’è, invece, un grande sviluppo industriale, come in altri paesi, ma la cultura è diffusa. Mio padre è cresciuto in questo contesto raffinato ed elegante, ed è questo concetto di bellezza che ha amato nella sua vita. Era anche molto sensibile, oltre ai cavalli, amava anche i cani, che sono sempre stati con noi,anche durante il lavoro dei cavalli nelle scuderie al coperto ”
Puoi menzionare il ricordo equestre più bello legato a tuo padre ed uno a tua madre?
“Una volta, a mia madre, è stato chiesto di definire il valore di un cavallo in generale. Mia madre chiese di nuovo, cosa si intendesse per valore, considerando , età, qualità e così via. La domanda è stata formulata di nuovo allo stesso modo: quanto costa un cavallo? Così lei ha risposto: quanto è disposto a pagare un matto! Una storia su mio padre, riguarda i Giochi Olimpici di Barcellona 1992. La squadra tedesca di dressage e le famiglie, sono state sistemate in una bellissima casa, a un’ora dalla sede olimpica. Avevamo anche un cuoco tedesco che cucinava per noi. Un giorno, questo cuoco, ha preparato un ragù ungherese, mentre fuori c’erano 40 gradi. A mio padre fu chiesto perché non volesse mangiare questa pietanza e lui subito rispose: “avrei mangiato il ragù ungherese, solo in Ungheria, ma non sarei mai andato in Ungheria!”.