Mentre il presidente della Regione, come al solito, lancia sfide e battaglie, come se stesse a giocare a bocce con i suoi amici del bar delle rose, qualcuno veramente è andato a Roma, o forse sarebbe più corretto dire è stato costretto ad andare a Roma. Il 7 febbraio, un giovane salernitano, la cui identità rimane riservata, ha iniziato la sua giornata in modo diverso. Si è recato a Roma partendo alle prime luci dell’alba, direzione Ospedale Gemelli. Giunto in reparto, primo step: prelievo del sangue. Attesa di qualche minuto e colloquio con il medico incaricato, per poi passare in altro reparto per continuare le visite previste per la sua patologia tumorale. Questa è la routine di questo giovane cittadino salernitano da oltre 2 anni, dopo un intervento di rimozione di una massa tumorale. È costretto a recarsi al Gemelli di Roma mensilmente per controlli periodici perché la Regione Lazio utilizza protocolli di intervento “innovativi”, rendendo essenziale il monitoraggio costante per valutare l’efficacia dei trattamenti. Ad accogliere il ragazzo c’erano anche medici di origini campane (un dottore nativo in provincia di Napoli con precisione dei paesi vesuviani e una dottoressa nativa in provincia di Benevento, ovvero del Sannio), che prima ancora sono stati costretti ad andare a studiare in capitale e poi, successivamente, dopo specializzazioni all’estero sono ritornati al Gemelli rivestendo ora la funzione di docenti universitari nonché medici di provata esperienza e capacità. In Campania, come emerge dal rapporto Svimez, si muore prima rispetto al resto dell’Italia e per curarsi bisogna recarsi al nord, nonostante le eccellenze mediche espatriate per colpa di un sistema clientelare e nepotista tipico del sud. La Campania è prima per mortalità per tumori e ultima per spesa sanitaria pro capite. Gli unici primati che la Campania ha, sono quelli negativi. Vedasi anche il servizio LA7, dove i pazienti del Ruggi venivano parcheggiati sulle barelle nelle corsie tra i propri escrementi, una vera vergogna per Salerno città Hippocratica, nonché per la Campania e per l’Italia intera. Ora non si comprende quello che è stato detto dal presidente della Regione, atteso anche che la sua dizione non è chiara e poi la sua voce è nasale, chi sono i nemici e di chi?! È ormai risaputo che l’attuale governatore ha tanti nemici e molti imitatori, visto che è il suo personaggio che viene rappresentato molto bene più in teatro che nei palazzi delle istituzioni. In tanti anni abbiamo visto litigi e critiche con tutti i governi passati attuali etc., forse prima di governare bisognerebbe stare in pace con sé stessi… Purtroppo a Salerno e in Campania non vi è possibilità di emergere; infatti questi giovani menti per affermarsi hanno dovuto cambiare regione per vedere coronati i loro sogni e ricevere gratificazioni per gli studi fatti. Mentre ricordiamo l’incresciosa vicenda degli ultimi giorni, vigili promossi ad autisti che ha sempre visto coinvolto il presidente della regione. Purtroppo ci viene da pensare che al presidente della regione manchino le capacità amministrative e comunicative. Quelle poche volte che il presidente della regione si è recato in qualche scuola, abbiamo sentito parole sconcertanti che uscivano dal suo “naso”; basta ricordare che al Liceo Tasso si è soffermato a guardare le ragazze della prima fila, dove il problema principale erano i tatuaggi degli adolescenti. Si riporta testualmente: “Stavo guardando un po’ le ragazze in prima fila. Innanzitutto, un apprezzamento: non ho visto nessuna tatuata… A me i tatuaggi fanno schifo, va bene? Vabbuo? Io, quando vedo una ragazza tatuata, ho una sensazione di sporco, di sgradevole. Mi fa schifo.” Dunque, sembra surreale che una persona della sua veneranda età, che è nonno oltreché genitore nonché ricopre cariche istituzionali importanti, vada in un liceo “a guardare le ragazze in prima fila”. Egli dovrebbe visitare tutte le scuole e valorizzare la formazione scolastica nonché stanziare adeguati fondi pubblici, messi a disposizione dal Governo e dall’Europa, e far sì che le menti più valide restino sul territorio per garantire crescita alla nostra regione. Purtroppo a Salerno, come in Campania, il messaggio che ha lanciato in questi anni di sua amministrazione, è quello che per essere promossi da vigili ad autisti è semplicemente una questione di appartenenza e di amicizia. Dunque, prima di tutto, dovrebbe trovare pace con sé stesso e con le sue idee, e poi recarsi a Roma per chiedere risorse per la sanità pubblica, la scuola pubblica, le infrastrutture, etc., e non semplicemente per promuovere vigili ad autisti. Soprattutto dovrebbe evitare i teatri, perché non portano Pil e crescita per i nostri territori; anche per recitare ci vogliono le capacità.
Salvatore De Lucia,
responsabile degli “Enti Partecipati e Bilanci”
nel coordinamento cittadino di “Forza Italia” (Salerno)