Si è tenuta ieri la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa nazionale della Flc Cgil (il sindacato dei lavoratori della conoscenza) “Stesso Paese, stessi diritti” contro la Legge Calderoli sull’autonomia differenziata e il dimensionamento scolastico. La carovana, partita lo scorso 16 novembre da Roma, alla presenza del segretario Nazionale della Cgil Maurizio Landini e della Segretaria Generale della Flc Cgil Gianna Fracassi, arriverà in provincia di Salerno oggi. La prima tappa sarà sul lungomare di Sapri, alle ore 9,30, la seconda a Salerno, in via dei Mille nei pressi dell’Istituto Alfano I. La carovana incontrerà politici, rappresentanti delle istituzioni, dirigenti scolastici, studenti e cittadini. Fino al prossimo giugno l’iniziativa di sensibilizzazione coinvolgerà tutto lo stivale per spiegare le ragioni dell’opposizione alla legge sull’autonomia differenziata. Dalla sua partenza ad oggi la carovana ha percorso trentamila chilometri, attraversando 20 Regioni, 110 territori per lanciare forte e chiaro il messaggio “Stesso Paese, stessi diritti”. Alla conferenza stampa di presentazione del tour in provincia di Salerno erano presenti la segretaria Generale della Flc Cgil Salerno, Maria Teresa D’Alessio, la segretaria della Cgil Salerno, Maria Sueva Manzione, il segretario provinciale Flc Cgil Salerno, Luca Del Giorno, il deputato di Sinistra Italiana, Franco Mari, il presidente del Consiglio Comunale di Salerno, Angelo Caromanno che hanno spiegato le ragioni dell’iniziativa e hanno rappresentato le gravi conseguenze della Legge Calderoli nella sua attuazione. La Cgil ha fin da subito espresso la sua contrarietà all’Autonomia differenziata che avrà gravissime riverberi sia sul mondo della scuola che su quelli dei servizi (Sanità, Fisco, servizi al cittadino) penalizzando fortemente le regioni del Centro-Sud. “La carovana dei diritti ideata dalla Flc Cgil per unire il Paese – ha spiegato Maria Teresa D’Alessio, Segretaria Generale della Flc Cgil Salerno – ha già percorso tutta la parte settentrionale dell’Italia, per ribadire un secco ‘no’ allo scellerato progetto dell’autonomia differenziata. L’iniziativa ha come scopo ultimo il Referendum abrogativo, qualora risultino vani tutti i tentativi per impedire l’approvazione della Legge. Finora sono caduti nel vuoto l’appello ai senatori emanato dalla Cgil prima dell’approvazione del Decreto Calderoli che ora è in discussione alla Camera. L’autonomia incide sui servizi, sulla scuola e sulla sua unitarietà. Per assurdo potremmo trovarci ad avere programmi e curricula diversi per ogni regione che acuirebbe il divario già esistente”. L’altra battaglia che la Flc Cgil Nazionale sta portando avanti da mesi è quella contro il dimensionamento scolastico. Salerno sarà tra le province della Campania che subiranno un forte depauperamento di istituti scolastici dovuto agli accorpamenti. Come ha sottolineato Luca Del Giorno, segretario Flc Cgil Salerno: “Il dimensionamento penalizzerà fortemente la Regione Campania e in particolare la provincia di Salerno che ha caratteristiche territoriali particolari. L’accorpamento colpirà gli istituti in base a parametri, imposti dalla legge di bilancio, meramente numerici. Le zone più penalizzate saranno quelle di periferia e tre territori nevralgici: Costiera, Cilento e Alto e Medio Sele. Mentre nelle grosse città, come Salerno, con la chiusura dei piccoli plessi, si creeranno mega istituti con classi in sovrannumero. Senza tener conto che il dimensionamento inciderà fortemente anche sulla dotazione organica regionale. Il personale Ata (collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici) costretti negli anni a migrare in altre regioni per lavorare si vedranno sbarrare la strada della mobilità dall’autonomia differenziata che bloccherebbe i flussi migratori di ritorno creando un impoverimento ulteriore del Sud”. Sanità e Scuola sono i cardini del nostro Paese, ha sottolineato Franco Mari, deputato di Sinistra Italiana. “L’autonomia divide il Paese – ha detto – queste due infrastrutture universali non possono essere minate da una legge divisiva. Un aneddoto può rendere meglio l’idea: durante i lavori di approvazione del decreto qualche mio collega si è detto contento della proposta ‘così a Napoli si potrà studiare Eduardo e in Sicilia Sciascia’. Questo rende l’idea dell’assurdità. Ci potremmo trovare ad avere una scuola senza un unico sistema formativo, 20 scuole diverse in un unico Paese”.
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