di Salvatore Memoli
I momenti elettorali del nostro Paese sono numerosi, disarticolati, a volte troppi e disgiunti da una buona organizzazione che si esercita più con fantasia che con coerenza. Tra formule, alleanze, inimicizie, posizioni ideologiche, trovare il filo di un impegno politico diventa un’impresa faticosa. Può capitare che per esprimere un voto coerente che rappresenta il vissuto dell’elettore, si perda troppo a decidere. In Campania stanno iniziando le trattative per il rinnovo del Consiglio Regionale. La Campania é una Regione del Sud Italia che vale per metà quanto alcune importanti Nazioni. Potrei ricordare tanti Paesi, penso Albania, Grecia, Israele, Svizzera, Tunisia e tanti altri Paesi che hanno un’organizzazione statuale, con impegni delle istituzioni, dell’economia, delle relazioni internazionali. La Campania ha circa 6 milioni di abitanti ed ha una complessità morfologica, organizzativa, con un’economia importante e rilevante, una storia significativa ed una popolazione vivace ed esigente. Per governarla occorre dare risposte giuste ed uomini con progetti che ne fanno una realtà politica capace di dare soluzioni ad ogni settore ed ogni richiesta. Non bastano più soluzioni provinciali, proposte parziali che non presentano una progettualità complessiva in grado di prospettare idee e strumenti per migliorare quello che c’é e mettere in cantiere grandi idee che servono a far crescere un territorio che vale molto di più di quello che si crede. I livelli politici sono autentici quadri inadeguati. Ciò per la maggioranza e l’opposizione! Fermandoci a De Luca si può senza dubbio dire che se avesse dedicato più tempo alla politica e meno al cabaret avrebbe garantito maggiori risultati. Effettivamente avrebbe dovuto applicarsi di più, fare meglio per la sanità, per l’agricoltura, per la zootecnia, per il commercio, per i trasporti mare e terra, per i trasporti aerei ha mostrato soltanto il coraggio di ricredersi sulla gestione degli aeroporti. Ma tutte queste linee di governo hanno risentito di un forte clima di litigiosità, all’interno ed all’esterno dell’istituzione Regione. Con il Governo nazionale il rapporto é trasceso in contumelia, esagerazione, imbarazzo ed insulto. Una garanzia d’imbarazzo che non crea convergenze e soluzioni utili. Tutta la legislatura regionale si é svolta sul filo di un motteggio De Luca-Crozza che ha trattato i temi politici del confronto con l’insulto affidato all’avanspettacolo. Di tutto il governo regionale non si conosce un volto ed un nome di un Assessore, sommersi dalla invadente personalità del Presidente che continuano impropriamente a chiamare Governatore. Possiamo continuare a far gestire una Regione che equivale ad uno Stato del Mediterraneo con lo stesso aplomb del tempo che si conclude? Occorre fermarsi e ragionare, pensare e decidere. Occorre valutare programmi politici e personale che si propone, occorre mettere a frutto l’esperienza fin qui vissuta, per migliorarla. Appare chiaro che De Luca va battuto politicamente, non impedendogli la candidatura che tra l’altro rientra nelle sue prerogative legislative. Il PD non deve fare sterile polemica contro il suo Presidente, é inutile non candidarlo senza esprimere un giudizio di censura. Al contrario, se non si censura l’operato si deve costruire, anche con la proposta del cd. Campo largo, una buona maggioranza da lui guidata. Se non si vuole gettare la chioccia ed i pulcini e sacrificare un De Luca che é un evidente politico collaudato e fare del Campo largo un vero camposanto! Per guidare la Regione Campania, De Luca deve smetterla di scegliere persone fidate e sostituirle, come faceva negli anni passati, con persone di spessore, competenti ed in grado di integrarsi con lui come guida di una grande Regione. Tuttavia i campani dovranno aspettare i programmi politici e valutare i candidati se esprimono un rinnovamento che collocherà la Regione in un contesto di Sud e Mediterraneo che premia le potenzialità e sviluppa le relazioni. De Luca sarebbe in grado di rinnovarsi? A lui questo sforzo, mentre gli altri devono ancora decidere se vogliono sfidarlo.