La battaglia delle Uova - Le Cronache
Spettacolo e Cultura Cucina

La battaglia delle Uova

La battaglia delle Uova

Giochi e tradizioni per la tavola delle feste. Uova soda decorate da lanciare e poi inserire in pupattole e cavallini dolci per i bambini

Di GIULIA IANNONE

L’uovo è per definizione il simbolo della rinascita della terra, nella cultura pagana delle celebrazioni primaverili: rappresenta la natura che rinasce, nel passaggio dall’inverno alla primavera.Fu poi adottato dai primi cristiani come emblema della rinascita dell’uomo nel giorno di Pasqua. Il guscio rigido e poroso viene assimilato al sepolcro, all’interno del quale Cristo rinasce.  Già durante il medioevo, il combattimento con le uova era diffuso in Europa.  Mia  madre Rosanna, originaria di Chieti in Abruzzo, preparava molte uova sode per la Domenica di Pasqua che io e mia sorella  dovevamo colorare e decorare a nostro piacere per prepararle poi per la battaglia delle uova.  si cuocevano le uova fino a renderle ben sode Si distribuivano e poi si faceva una gara ad eliminazione facendo battere il proprio uovo contro l’altro dei singoli cugini. Vinceva chi incrinava l’uovo dell’avversario mantenendo integro il proprio” questo è il ricordo di mio Zio Giorgio che aggiunge “Mia sorella Rosanna era molto abile, spesso vincente! Poi con le uova sode avanzate, si preparavano dei dolci che incorporavano un uovo sodo. Una bambola per le bambine ed un  cavallo per i bambini. I famosi pupi abruzzesi. L’uovo sodo era la pancia della bambola o pupa  e poi del cavallo” . Questi biscotti rappresentano a livello culturale simboli di fecondità e rinascita.  Nel tramandare questa tradizione, importandola da Chieti a Salerno, mia città Natale, devo dire che il più bravo in questa competizione, nella mia famiglia,  risultava essere sempre mio padre Luigi, che riusciva  a trovare l’uovo giusto, ossia quello più duro e resistente.  La preparazione della sfida si è trasformata negli anni in una procedura elaborata e “scientifica” : vengono scelte le uova più dure in base alla razza ed al periodo di deposizione. Le stesse galline, vengono alimentate con cibi più ricchi di calcio e sono sottoposte ad esercizi. Le uova vengono poi in genere lessate in posizione capovolta, così che l’aria presente nell’uovo rimanga nella parte inferiore e non in quella superiore dove avviene lo scontro con le altre uova. Esiste inoltre una regola secondo la quale il vincitore deve rompere l’uovo e mangiarlo per provare di non aver imbrogliato. Al gioco di “mia madre” derivato dalla sua origine chietina, si contrappone anche l’origine salernitana di mio padre Luigi. Nel suo paese di origine, Spiano di Mercato San Severino, l’uovo è un prodotto tipicamente contadino e grande protagonista sulla tavola della “cucina povera” ma genuina, oggi tornata molto di moda. “Da ragazzo ricordo chiaramente, sia a Spiano che appena arrivato a Salerno” sottolinea mio padre Luigi ed aggiunge “ ne ho mangiate a tonnellate, cucinate e presentate in tutti i modi! Era quasi l’unico prodotto che avevamo in abbondanza in casa, avendo in cortile tra l’altro le galline, nel mentre avevamo grosse carenze di altri alimenti, tipo carne, prosciutto, pesce rappresentato solo  da alici, molte sarde, qualche sgombro e mazzone,  un pesce davvero molto povero. Nella mia idea dell’uovo pasquale, il ricordo immancabile per me è il viccillo, l’antichissimo dolce salernitano preparato per la colazione del giovedì santo e per la Santa Pasqua.”  E’ proprio l’uovo a dare il nome al dolce, in quanto “viccillo” vuol dire uovo piccolo. Esiste anche una versione salata, fatta con l’impasto del pane, o più semplicemente una versione fatta con gli avanzi di pasta frolla delle pastiere. 

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