L’orchestra dell’Opera di Tirana ha ospitato un incontro tra il magistero di canto del Conservatorio “G. Martucci” di Salerno e quello albanese. Su tutti il direttore Vakhtang Gabidzashvili, Alessandra Basso, Lau Fortino e Xhieldo Hysen. La nostra massima istituzione musicale sbarcherà anche in Bulgaria, per partecipare alla stagione estiva dell’Opera di Varna.
Di Olga Chieffi
Notte d’amore per la musica a Tirana dove, nella giornata di San Valentino, l’orchestra del Teatri Kombetar i Operas, Baletit dhe Ansamblit Popullor, nell’ ambito degli accordi firmati da Abigeila Voshtina e Fulvio Maffia, ha avuto quali ospiti quattro soprano del Conservatorio di Musica “G.Martucci” di Salerno Alessandra Basso, Lau Fortino, Francesca Siani e Giorgia Vitiello, che hanno unito le loro voci a il tenore Matias Xheli, il mezzosoprano Suada Gjergji, il baritono Artur Vera e il basso Xhieldo Hysen, Amelda Papa, Bledar Domi, Redon Sinella e la piccola Isabel Poros. Ha una splendida orchestra il teatro dell’ opera, capace del tocco di virtuosa leggerezza e di un solare contraltare alla densità emotiva della tante e diverse pagine inserite nel programma. Orchestra esperta, giovane il direttore, Vakhtang Gabidzashvili, il quale ha superato brillantemente una prova non facile, affidatale dal suo Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli. Tanti i punti d’assieme di Gabidzashvili con il suo mentore, a cominciare dalla teatralizzazione del piccolo, del dettaglio, del ninnolo. Davvero si è respirato, in alcune pagine, naturalmente pucciniane, quali l’intermezzo della Manon Lescaut, o nella notte di Pinkerton e Cio-Cio-San della Butterfly “Bimba dagli occhi pieni di malìa” e la delicatissima “Vogliatemi bene”, nonostante le voci acerbissime per pagine di questo calibro, come nell’aria di Lauretta dal Gianni Schicchi, sino al “Senza mamma, o bimbo, tu sei morto”, da Suor Angelica, equilibrio nel teatro dei suoni, in un fiato che ha attraversato l’orchestra, in un fraseggio, in un crescendo, in un rallentando, in un accento o nel vibrato degli archi più pensato che realizzato, con i maestri Irene Tortora e Jacopo Sipari le cui poltrone saranno certamente diventate incandescenti, ma sicuri dell’umiltà dei ragazzi e del loro assorbire come spugne la lezione di questa esperienza. Ouverture delle Nozze di Figaro eseguita in modo da cominciare a “creare” un Mozart diretto, limpido, senza mezze misure, con la sincerità del suono in un fraseggio mai scontato, che ha introdotto una prima parte monografica, in cui si è distinta, per quanto ci possa essere giunto dalle riprese video, Alessandra Basso trasformatasi in Elettra con la sua aria di sortita: “Estinto è Idomeneo? Tutte nel cor vi sento” dal primo atto dell’Idomeneo Re di Creta, la quale ha dimostrato come il salisburghese rappresenti un ostacolo superabile solo con un’interpretazione completa e coerente. Piacevole esecuzione anche della pagina più famosa del “Così fan tutte”, “Soave sia il vento” con la rivelazione della promettente voce di basso, di bel timbro di Xhieldo Hyseni, un Don Alfonso convincente, in scena con la Fiordiligi di Alessandra Basso e la Dorabella di Suada Gjergji, con le quali ha trovato ottimo amalgama. Nell’avvio della seconda parte della serata, Vakhtang Gabidzashvili, si è fatto vincere da quella giovanile urgenza espressiva e sia nell’Ouverture del Don Pasquale, come nella Cenerentola rossiniana, con Artur Vera, futuro bel baritono rossiniano, a calarsi nei panni di Dandini per la sua aria “Come un’ape nei giorni d’aprile”, spinge sull’acceleratore, sbilanciando un po’ strumentisti e cantanti, Don Magnifico (Xhieldo Hyseni), Clorinda (Lau Fortino) e Tisbe (Francesca Siani), i quali non sono riusciti a pieno a “giocare” tra loro. Non è ancora il momento di dar voce a Nemorino per il tenore Matias Xheli, ancora ingabbiato in una esecuzione più che scolastica il quale non riesce ad accendere quel caleidoscopio di colori ed inflessioni, necessari all’aria “Caro elisir, sei mio!”, cantata in duetto con una dignitosa Giorgia Vitiello. Francesca Siani in scena con l’aria di sortita della Giulietta belliniana, “Eccomi in lieta vesta”, con la spiegata melodia ben interpretata e velocissimo finale rossiniano con “Zitto,zitto, piano piano” dal I atto ancora de’ “La Cenerentola”, un po’ confusionario, secondo i dettami di un’altra “tacciata”, quella del Barbiere, con Francesca Siani, Lau Fortino, Matias Xheli e Artur Vera a cimentarsi con la non facile pagina. A seguire, set interamente pucciniano, un preludio all’anno celebrativo della scomparsa che a Tirana, siamo certi, sarà solennizzato con tutti i crismi, visto che il direttore artistico 1924 sarà Jacopo Sipari. Da sottolineare la soddisfacente interpretazione dell’aria di Lauretta dal Gianni Schicchi, da parte della promettente Lau Fortino, con dolcezza di canto piano. Piccola star della serata Isabel Poros, che ha già calcato prestigiosi palcoscenici tra cui quello dell’Ariston di Sanremo. Undici anni, in abito immacolato, da bambina, ha elevato il canto ammaliatore di Musetta, “Quando men vo’”. Dietro la musica il cantante di opera, e non solo, rintraccia nel testo poetico la psicologia del personaggio, così da restituire al pubblico un ritratto fedele e realistico di esso, solo allora l’esecutore sarà personaggio e Isabel crediamo avrebbe dovuto cantare ben altro, per testo, vocalità ed età. Applausi per tutti e ottime notizie anche da Varna dove Daniela Dimova – Direttrice del TMPC Varna e Boyka Vasileva – Direttore artistico dell’Opera di Stato di Varna, unitamente a Jacopo Sipari di Pescasseroli, ha svelato l’intenso programma estivo, da Aida a Falstaff, sino a Tosca al quale parteciperanno in qualità di orchestrali aggiunti e cantanti nei ruoli minori, gli studenti che avranno audizioni dal 27 al 31 marzo, del nostro conservatorio, che sta diventando sempre più internazionale.