di Monica De Santis
Sarà in vendita dal prossimo 25 aprile l’ultimo lavoro di Giordano Criscuolo dal titolo “Fiabe sorprendenti per principesse e disobbedienti”. A presentare l’opera impreziosita dalle illustrazioni di Federica Di Tizio e Tiziana Ricci è lo stesso autore che spiega come “ ‘Ho impiegato una vita per imparare a dipingere come un bambino’ Terminata la stesura delle fiabe ho fatto mie queste parole di Picasso. Le storie sono nate sempre durante le lunghe giornate passate in casa con i miei bambini, Nicole e Pier Paolo. Alcune hanno preso vita un pezzo per volta, nel corso dei giorni; altre, come “Pier BrumBrum e Giorgia Boom!”, sono arrivate così, per intere, all’improvviso. Sono storie, dunque, nate prima dai desideri dei miei bimbi e poi dalla mia voce. Storie orali che stanno a loro agio nella voce di un genitore che rimbocca le coperte ai propri figli, fatti meravigliosi che trovano la loro dimensione ideale nei racconti attorno al fuoco. Ed è probabilmente per questo motivo che ho trovato difficile, difficilissimo, riportarle su carta. Mi ha aiutato nell’impresa una vecchia macchina da scrivere: a lei ho deciso di raccontare, con le stesse parole che usavo per i miei figli, queste fiabe. Con mio enorme stupore mi sono reso conto che è stato veramente un narrare, un discorrere, più che uno scribacchiare. Di fronte non avevo più la fredda luminescenza di un monitor sul quale potevo scrivere e cancellare la stessa frase anche per un’intera giornata. No: la prima frase, la prima parola, sulla macchina da scrivere, era quella giusta. Successivamente ho letto e riletto decine di volte quello che avevo scritto e decine di volte ho cercato di rendere sempre più semplici gli avvenimenti, le parole, la punteggiatura, la struttura dei racconti. Ritornando a Picasso, dunque, e parafrasandolo, io ho impiegato un anno per imparare a scrivere come un bambino. Spero di esserci riuscito. Le fiabe sono intervallate da diverse filastrocche, genere in cui mi sento decisamente più a mio agio. Le influenze sono tante, le scopiazzature anche (a chiamarle omaggi farei più bella figura ma la responsabilità sarebbe maggiore). In “Pier BrumBrum e Giorgia Boom!” c’è forte la mano di Rodolfo Cimino, storico sceneggiatore del fumetto Disney italiano che con le sue storie ha contribuito alla magia della mia infanzia. Nelle filastrocche c’è, ovviamente, lo zampino di Gianni Rodari ma, più in generale, c’è l’ascendente che su di me ha avuto da bambino il primo volume de I Quindici, storica enciclopedia del tempo che fu. Le fiabe di “Dolcemiele” e “Desideria e la Chiromante”, che è nata quando Nicole, dopo tante regine cattive, mi chiese una storia con due re buoni, sono figlie dei classici e di Walt Disney. “Acquamarina” venne alla luce tre anni fa su una spiaggia del Cilento e subito finì nel dimenticatoio fino a quando, tempo dopo, i bimbi – che memoria prodigiosa hanno, quando gli conviene, i bimbi – me la chiesero. Dovetti reinventarla daccapo (la prima versione, ho questo dubbio che proprio non vuole andare via, era molto più bella… ma non ricordo nulla). “Zafferana e Nonna Camomilla” è la fiaba che ha i colori più miei: profuma di orti, frutta essiccata, miele, cioccolato, formaggi, solidarietà, giustizia, uguaglianza, unione, tenerezza. Ogni volta che la racconto mi scappa una lacrimuccia. Ogni bimbo ha diritto a una fiaba e a una filastrocca. Mi auguro che le mie parole possano portare magia e leggerezza ovunque.