di Andrea Pellegrino
Approda in Commissione Europea il caso del compostaggio di Salerno. La vicenda è stata sollevata dall’eurodeputato del Movimento 5 Stelle, Piernicola Pedicini, membro della commissione ambiente e sanità, che ha presentato una interrogazione. In particolare, l’onorevole Pedicini ha chiesto chiarezza in merito al rispetto dei codici rifiuti all’impianto di compostaggio di Salerno. Il quesito di Pedicini è stato posto a seguito di un procedimento del 6 settembre 2016 dell’Anac in cui veniva affermato che il rifiuto organico conferito al sito di compostaggio salernitano presentava una frazione di impurità compresa tra il 35 per cento e il 44 per cento, superando quindi il limite del 20 per cento previsto dal codice rifiuti Cer 20 01 08. «Un rifiuto con tale percentuale di impurità – è spiegato nell’interrogazione di Pedicini – andrebbe più propriamente classificato col codice Cer 20 03 01. Tale codice, però, non rientra tra i codici Cer autorizzati dalla Regione Campania per l’impianto in oggetto. L’impianto di smaltimento rifiuti in questione è stato autorizzato dalla Regione Campania con il Decreto dirigenziale numero 115 del 26 maggio 2009». Da ottobre la titolarità dell’Aia è passata in capo al Comune dopo la revoca nei confronti del Daneco Impianti. Oggi il sito di Salerno è gestito dalla società municipalizzata “Salerno Pulita” anche se ancora non sarebbe stata formalizzata la voltura dell’Autorizzazione regionale. Intanto, dopo la relazione dell’Anac anche la Procura di Salerno si è mossa. Per ora sono stati acquisiti diversi documenti da parte della Guardia di Finanza. Atti e delibere sia nelle sedi comunali che in quelle della società Salerno Pulita, il cui lavoro era finito nella relazione degli ispettori inviati da Raffaele Cantone a Salerno.