di Erika Noschese
«Una sentenza storica». Così il presidente del comitato Salute e Vita, Lorenzo Forte, commenta la decisione del Tar che, di fatto, ieri mattina ha respinto l’istanza cautelare di riapertura delle Fonderie Pisano, dopo il ricorso presentato dai titolari dello storico opificio di via dei Greci, a Fratte. Dunque, il tribunale amministrativo regionale ha ordinato alla Regione Campania di riemanare il provvedimento di sospensione dell’attività entro e non oltre 60 giorni dalla comunicazione e dell’ordinanza emessa, avendo cura di indicare chiaramente quali sono le situazioni di mancato rispetto delle prescrizioni e per ciascuna di tali situazioni, qual è o quali sono le misure che la società deve porre in essere. Il Tar ha quindi disposto una sospensione prorogata fino a quando il titolare non dichiara di aver risolto il problema che ha causato l’inottemperanza e potrebbe Erika Noschese essere automaticamente rinnovata qualora dalle verifiche successive continuano ad emergere le problematiche che, ad oggi, costituiscono un pericolo immediato per la salute e l’ambiente. Intanto, il comitato e associazione Salute e Vita Comitato e l’Associazione “Salute e Vita” esprime soddisfazione per la decisione del Tar. «Si tratta di un risultato Storico, perché i giudici del Tar hanno messo nero su bianco che la mancata osservanza delle Bat che ricordiamo sono state evidenziate fin dal novembre del 2015 e confermate nel maggio del 2017 e nel luglio del 2018, costituisce un pericolo esiziale sia per i cittadini che per i lavoratori delle fonderie – ha dichiarato Lorenzo Forte Quasi a sottolineare l’allarme sanitario, i magistrati si soffermano a spiegare il significato del termine esiziale. Nella sentenza si legge: “Rilevato che il lemma esiziale indica, in modo inequivocabile, ciò che è “mortale” o “pregiudica irrimediabilmente la salute”». Forte non manca però di lanciare accuse contro il sindaco Napoli, reo di aver avuto una «condotta ambigua e attendista, ignorando qualsiasi principio di precauzione, le segnalazioni dei cittadini, ed i fatti riscontrati dalle relazioni Arpac». A lanciare accuse contro l’amministrazione comunale anche il presidente della commissione trasparenza, nonché capogruppo de La nostra libertà, Antonio Cammarota: «Con l’ordinanza del Tar che sospende l’attività delle Fonderie Pisano si evidenziano tutte le responsabilità e le inadempienze del governo pubblico del territorio, colpevolmente assente nella gestione della vicenda». Cammarota, inoltre, ricorda «tutte le inutili istanze e gli appelli caduti nel vuoto di questi anni al Comune e alla Regione per organizzare un tavolo di concertazione, a fronte delle inutili passarelle politiche ed elettorali di consiglieri comunali, Sindaco, politici presenti e futuri». «Alea iacta est – conclude il consigliere – ed è ora che ognuno faccia la propria parte, innanzitutto l’istituzione pubblica, in primis Comune, Provincia e Regione, che nulla hanno fatto pur avendo il potere e il dovere di agire». Nel frattempo, la Fiom Cgil ha provveduto a scrivere al prefetto di Salerno per chiedere un tavolo di confronto sulla questione della delocalizzazione dello stabilimento, prima di proclamare lo stato di agitazione delle maestranze delle Fonderie Pisano. Secondo il sindacato, infatti, ormai da diversi mesi sarebbe calato il silenzio delle istituzioni sul percorso di spostamento della fabbrica da Fratte. La conseguenza è l’esasperazione dei lavoratori, costretti ad operare a tempo parziale o a stare fermi del tutto, senza certezze sul futuro delle loro cento famiglie. Nella lettera che la Fiom Cgil ha fatto recapitare alle Pisano e al prefetto vengono citati tutti gli incontri con le istituzioni, per tentare – invano – di trovare una soluzione definitiva e i presidi che non hanno prodotto alcun risultato.