Il 14 marzo 1944 la Russia di Stalin riconobbe, e fu la prima nazione a farlo, il Regno D’Italia come legittima continuità del Regno d’Italia. Fu un successo di politica globale che spiazzò la diplomazia di americani e inglesi convinti di tenersi al guinzaglio l’Italia e lo sgarrupato governo Badoglio fino a fine delle ostilità. Fu un successo diplomatico originato dall’oscuro lavorio di due solerti funzionari del ministero degli esteri , Renato Prunas e Raimondo Manzini, che ebbero il merito di riabilitare il governo Badoglio e la sua diplomazia. Nella cruda realtà le incertezze mostrate sui modi di uscita da fascismo, dall’alleanza con la Germania riconfermata, dal proseguimento della guerra e poi dalla confusionaria gestione dell’armistizio il governo Badoglio si era impegnato attivamente più per fare danno all’intera Italia che a migliorare le conseguenze di una rovinosa sconfitta militare. Il colpo di teatro di vedersi riconoscere un ruolo nella comunità internazionale fu il primo vero successo e fu operato nei tempi di Salerno Capitale. Il governo Badoglio che nel corso della precipitosa fuga da Roma aveva lasciato in mano dei tedeschi, volutamente o casualmente lascio libera interpretazione al lettore, Raffaele Guariglia il ministro degli esteri di quel governo. Raggiunta Brindisi il maresciallo Badoglio convocò Renato Prunas, che fortunosamente poté rientrare via Algeri per nominato Segretario generale del Ministero degli Affari Esteri, affidandogli in pratica la responsabilità del ministero. Il successivo trasferimento a febbraio della capitale a Salerno condusse Prunas e il suo ministero nella nostra città. In quel periodo gli anglo – americani avevano creato una apposita Commissione inter-alleata di controllo per governare l’Italia, una commissione priva però dei rappresentanti dell’Urss. Prunas ebbe il merito di intuire il malcontento dell’Unione Sovietica verso gli angloamericani, che considerava in tale scelta una dimostrazione di diffidenza nei loro confronti. Riuscì quindi ad ottenere un colloquio segreto, anche se in forma ufficiale, con Andrej Vyšinskij rappresentante dell’Urss presso gli alleati. A un primo contatto avuto a Napoli, nel gennaio 1944, ne seguì un secondo, dopo breve tempo, tenuto a Salerno, entrambi gli incontri si tennero grazie all’azione decisiva di Raimondo Manzini, stretto collaboratore di Prunas. L’incontro salernitano di certo non fu tenuto alla luce del sole, certo non si usò il ministero allocato nel palazzo Barone, il tiro mancino agli anglo americani forse fu ideato nel palazzo Mobilio sede di uffici di ministero, o forse in segretezza in qualche locale lontano da spie e delatori. Certo fu che a seguito di tali trattative, il 14 marzo 1944, iniziarono le relazioni diplomatiche tra l’Italia e l’Unione Sovietica. Fu il primo successo della politica estera italiana post-fascista e prese corpo a Salerno. Immediatamente dopo “Ercoli” tale era il nome di Palmiro Togliatti parte da Mosca per tornare in Italia e dopo essere passato per l’Egitto e l’Algeria, nel pomeriggio del 27 marzo 1944 sbarcò a Napoli. La successiva iniziativa politica intrapresa da Palmiro Togliatti, segretario per il Partito Comunista condusse alla “svolta di Salerno” dell’aprile 1944. Ovvero condusse a quel faticoso compromesso tra partiti antifascisti, monarchia e Badoglio, per la formazione di un governo di unità nazionale con la partecipazione dei rappresentanti delle forze politiche presenti nel Comitato di Liberazione Nazionale, accantonando temporaneamente la questione istituzionale. Senza quella “guerra tra 007 che si tenne anche nella nostra città forse la storia avrebbe avuto un diverso svolgimento. Benché da 80 anni nessuno sia riuscito a localizzare i luoghi con precisione possiamo dire che Salerno ottanta anni fa fu legittima capitale anche per questo spy story così ben congeniata.
Giuseppe MdL Nappo Gruppo scuola
dei Maestri del Lavoro Salerno