Il raggiro di Concordio Malandrino - Le Cronache Cronaca
Cronaca Provincia

Il raggiro di Concordio Malandrino

Il raggiro di Concordio Malandrino

Salerno/Cilento. Indebita compensazione di crediti d’imposta inesistenti, riciclaggio, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni. Sono le accuse per 8 indagati che rispondono di associazione per delinquere finalizzata ai reati contestati (per tre di loro c’è anche l’aggravante di avere commesso il fatto nell’esercizio delle attività di consulenza fiscale) raggiunti da misura cautelare personale, già disposta dal Tribunale del Riesame, e divenuta esecutiva a seguito della pronuncia della Corte di Cassazione, che ha rigettato i ricorsi presentati dagli indagati. Quindi scattano cinque arresti (uno in cella e quattro ai domiciliari) e 3 obblighi di dimora. A giugno scorso, furono disposti gli arresti in carcere nei confronti di Concordio Malandrino, noto imprenditore residente a Dubai; gli arresti domiciliari per altri 4 indagati, l’avvocato Francesco Conte, Antonio De Filippo, Damiano La Torraca e Angelo Raffaele Alfieri, nonché l’obbligo di dimora nel Comune di residenza per altre tre persone, come Francesca Finizola, Giuseppe Perruolo e Gaetano Perrone. Altri 18, residenti dal Cilento all’Agro nocerino, sono invece a piede libero. Tutti provvedimenti convertiti in misure meno afflittive. Secondo l’ipotesi accusatoria, le indagini condotte dalla Guardia di Finanza del Comando provinciale di Salerno sarebbero stati Malandrino (latitante a Dubai) e l’avvocato, i promotori di una struttura organizzata in grado di predisporre e fornire, ad un numero indeterminato di imprese, tutta la documentazione necessaria per poter beneficiare di crediti d’imposta inesistenti connessi agli investimenti nel Mezzogiorno, mediante l’acquisto di software basati sulla cosiddetta tecnologia blockchain, con la quale facevano fittiziamente apparire che l’impresa aveva effettuato l’investimento, così creando crediti d’imposta inesistenti che venivano indebitamente compensati dai soggetti economici che si rivolgevano al sodalizio. Gli ulteriori approfondimenti investigativi, svolti attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, l’esame di copiosa documentazione bancaria e contabile, oltre all’analisi del contenuto di dispositivi mobili oggetto di copia forense, hanno consentito di ricostruire i ruoli e il contributo dato dai singoli indagati all’associazione per realizzare gli scopi illeciti. Inoltre, le risultanze investigative disvelate dagli accertamenti hanno portato alla luce il coinvolgimento di numerose aziende operanti su tutto il territorio nazionale che, utilizzando il software messo a disposizione dall’organizzazione, hanno effettuato investimenti corposi nella tecnologia blockchain.