di Andrea Pellegrino
Resta chiuso il cantiere di Santa Teresa. Chiuso sia per il Crescent che per la Piazza. Su quest’ultima pende anche una ulteriore inchiesta sulla variante in corso d’opera da 8 milioni di euro che ipotizzerebbe reati di concussione, falso e peculato per amministratori, imprenditori e tecnici. Ma sulla piazza crepata ci sono i processi sul crollo e sui rifiuti del pastificio Amato sotterrati a Santa Teresa. L’unica possibilità che si intravede all’orizzonte è l’approvazione di un progetto di messa in sicurezza dell’opera pubblica con tanto di finanziamento comunale. Poi per il completamento si vedrà. Quanto all’argomento del giorno, anche per il Crescent all’orizzonte, oltre che all’attesa per l’esito del processo penale, resta un ricorso in Cassazione sull’ordinanza resa nota ieri dal Tribunale del Riesame. Ma a finire sotto la lente d’ingrandimento ora sarebbero anche i recenti permessi a costruire rilasciati nuovamente “in violazione delle norme” alla società Crescent srl dei fratelli Rainone che dalla loro mantengono sulla testa del Comune la spada di Damocle del maxi risarcimento, nel caso in cui l’opera non si dovesse completare. Ma i fatti, allo stato, al di là delle decisioni di Tribunale del Riesame, vedono una variante al Pua non perfezionata in Consiglio comunale ma solo approvata in giunta. Un atto elaborato in seguito al via libera della Soprintendenza a guida Miccio ma nel contempo già impugnato dall’Autorità Portuale di Andrea Annunziata che si è vista tagliare la sua nuova sede firmata da Bofill. Ed anche Annunziata – nel caso di mancata realizzazione dell’opera – batterà cassa. Ma in piedi restano altre due vicende: la sospensione del permesso a costruire del primo settore del Crescent e l’assenza completa della Sist (ex Jolly Hotel) dall’intera vicenda. Per la prima vicenda pende innanzi al Tar un ricorso (promosso da Italia Nostra e No Crescent) che andrà in discussione tra dodici mesi circa, dopo l’unificazione con il ricorso presentato dall’Autorità Portuale sul Pua di Santa Teresa. La seconda vicenda, invece, riguarderebbe l’ingegnere Chechile e la sua attesa degli eventi e delle vicende giudiziarie. In pratica, anche se il Riesame si fosse pronunciato positivamente, avrebbe sbloccato solo una parte dell’opera.
Il 27 ottobre si tornerà in aula per il processo penale (che vede coinvolte 22 persone, tra cui l’attuale governatore della Campania De Luca). Ci sarà il controesame per Gennaro Miccio che sarà interrogato dai legali di Italia Nostra e No Crescent. Per ora in attesa dell’udienza in calendario, le due associazioni si dicono «soddisfatte del provvedimento del Riesame». Ordinanza che, annunciano, «commenteremo dopo il 27 ottobre con i nostri legali».