di Andrea Pellegrino
Tra le vicende salernitane paradossali quella del Termovalorizzatore sicuramente conquista la prima posizione. Non fosse altro che nonostante la nomina di un commissario di governo (De Luca nel caso di specie) di un project manager, di un gruppo di lavoro e quant’altro, l’impianto a Cupa Siglia non ha mai visto la luce. E se oggi al centro dell’inchiesta penale e contabile c’è Alberto Di Lorenzo, non è trascurabile che, nonostante la mancata realizzazione dell’opera, i proprietari dei terreni espropriati (per costruire il Termovalorizzatore) sono stati anche indennizzati. Le determine di liquidazione hanno date recenti e sono consultabili tutte sul l’albo della provincia di Salerno. Dunque, il Termovalorizzatore non c’è ma i soldi sono stati spesi. E la vicenda degli espropri fu anche portata all’attenzione della Procura di Salerno dall’allora assessore all’ambiente della provincia di Salerno Adriano Bellacosa che segnalò anomalie rispetto ai parametri di indennizzo definiti dall’allora commissariato di governo. Insomma quando Vincenzo De Luca era arciconvinto di costruire un impianto a Salerno per bruciarci poi anche le ecoballe e risolvere così il problema. Un De Luca pensiero ribaltato all’indomani del trasferimento delle competenze alla Provincia di Salerno. Un cambio di rotta a trecentosessanta gradi tali da portare il Comune di Salerno anche ad approvare una variante urbanistica per la trasformazione in area artigianale di quei suoli che avrebbero dovuto ospitare l’impianto a Cupa Siglia.