Il nuovo Dg, Ciro Verdoliva si presenta - Le Cronache Ultimora
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Il nuovo Dg, Ciro Verdoliva si presenta

Il nuovo Dg, Ciro Verdoliva si presenta

Arriva a Salerno con un bagaglio di esperienza consolidata e una visione chiara: rilanciare l’Azienda Ospedaliero-Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” come punto di riferimento clinico, formativo e umano. Il nuovo Direttore Generale, Ciro Verdoliva, si presenta con lo stile che lo ha sempre contraddistinto: pragmatico, vicino alle persone, capace di coniugare rigore gestionale e sensibilità istituzionale. Al centro del suo approccio: valorizzazione del capitale umano, dialogo con l’Università, investimenti in innovazione e una rinnovata alleanza con i cittadini. Ecco la sua visione per il futuro del “Ruggi”.

Direttore Verdoliva, il suo arrivo al Ruggi ha suscitato grandi aspettative. Qual è il primo messaggio che intende rivolgere alla cittadinanza salernitana?

Il mio primo messaggio è uno solo: fidatevi di questa Azienda. Un’Azienda complessa, ricca di potenzialità e competenze di alto profilo, che merita di essere osservata, ascoltata e valorizzata attraverso un confronto costante con tutte le sue anime – e soprattutto con chi la vive ogni giorno, nei cinque presìdi ospedalieri, ciascuno con la propria storia, vocazione e specificità. È importante sottolineare che, quando parlo di “Ruggi”, mi riferisco all’intera comunità ospedaliera e universitaria: tante realtà diverse, ma unite da un unico obiettivo e da una medesima visione strategica.

Dietro ogni reparto, ogni ambulatorio, ogni intervento, ci sono donne e uomini straordinari che ogni giorno si prendono cura della salute della comunità. A loro voglio dare voce, sostegno e prospettiva. La mia attenzione sarà sempre alta, all’interno e all’esterno dell’Azienda. Perché il Ruggi appartiene a chi lo vive e a chi lo sceglie ogni giorno.

Da dove si comincia in un’Azienda così articolata e storicamente significativa?

Si comincia da dove si costruisce fiducia: dall’ascolto. E poi: osservare, capire, incontrare. Ogni presidio, ogni struttura, ogni persona ha qualcosa da raccontare e insegnare. Non porto con me un “manuale delle soluzioni”: porto un metodo. Visione chiara, rigore, spirito di squadra. E su questi pilastri costruiremo insieme il futuro.

Che tipo di Direttore Generale intende essere?

Il direttore che sono sempre stato. Presente, partecipe. Non gestisco “dall’alto”, ma mi calo nei problemi, li affronto con metodo e, soprattutto, li risolvo insieme alla Squadra. Il mio ruolo non è solo organizzare, ma creare le condizioni affinché chi lavora in Azienda possa dare il meglio di sé, sentendosi parte di un progetto comune. Voglio che chi entra in ospedale – paziente o operatore – possa dire: qui c’è una Direzione che c’è, si vede e fa la differenza.

La comunità spesso vive l’ospedale come luogo di attesa e difficoltà. Cosa le risponde?

Capisco bene questa percezione. Ma ogni difficoltà è anche un’opportunità per cambiare rotta. Dobbiamo continuare il lavoro con un approccio che metta al centro la persona, non solo il paziente, senza dimenticare i dipendenti, tutti, che sono il vero motore dell’Azienda. Questo significa umanizzazione delle cure, accoglienza, semplificazione dei percorsi, ma anche organizzazione, strumenti e una premialità fondata sul merito. Ogni cittadino ha diritto non solo a una cura efficace, ma anche a sentirsi rispettato, informato e ascoltato. E ogni dipendente ha diritto di sentirsi riconosciuto, coinvolto e parte integrante del progetto strategico aziendale.

In che modo il Ruggi può tornare a essere un riferimento anche sul piano dell’identità territoriale?

Il Ruggi è già un punto di riferimento e rappresenta una parte essenziale della storia salernitana. È legato a doppio filo alla tradizione della Scuola Medica Salernitana, che costituisce il nostro patrimonio identitario più profondo. Questa eredità va riscoperta, valorizzata e rilanciata con uno sguardo proiettato al futuro. Il nostro compito non è solo quello di curare, ma di incarnare un modello virtuoso di sanità pubblica: capace di innovare senza perdere il legame con il territorio e con la sua comunità. Essere alla guida di questa Azienda è per me un grande onore, ma anche una responsabilità che vivrò come un servizio: verso i cittadini che si affidano a noi, e verso tutti i professionisti che ogni giorno scelgono di lavorare al Ruggi con impegno e passione.

Senza anticipare i contenuti del suo progetto strategico, ci può dire in che direzione si muoverà l’Azienda?

Proporrò di scrivere il progetto strategico dei prossimi anni con un’iniziativa che caratterizzerà l’inizio del mio mandato: un percorso strutturato, partecipato e orientato a redigere un progetto strategico condiviso che si ponga obiettivi concreti e misurabili a breve, medio e  lungo termine, in linea con le strategie del sistema sanitario regionale. L’Azienda non cambia per decreto, ma con la partecipazione attiva di chi la vive ogni giorno. Non sarà solo un piano di riorganizzazione, ma un vero patto di fiducia tra il Ruggi e la sua comunità. Lavoreremo per una sanità che forma, cura e innova, rafforzando la sinergia con l’Ateneo e ponendo già oggi le basi per vivere al meglio il nuovo ospedale di domani. Con uno sguardo lungo, ma con azioni che inizieranno subito.

L’Azienda Ruggi è anche sede universitaria e si prepara a un nuovo ospedale. Come si intrecciano questi due grandi percorsi?

L’Azienda ospedaliero-universitaria è un laboratorio straordinario di sapere, formazione e cura. Il rapporto con l’Università è una risorsa preziosa e strategica: significa giovani che si formano per essere i protagonisti del futuro, ricerca che si traduce in nuove terapie, una visione che va oltre l’oggi per costruire il domani. Il nuovo ospedale, attualmente in fase di costruzione, rappresenterà il luogo ideale in cui tutto questo potrà trovare piena espressione: sostenibilità, tecnologia, accoglienza per una sanità che mette davvero al centro la persona. Ma per cogliere appieno questa opportunità, dobbiamo prepararci da subito, rafforzando le professionalità esistenti e avviando un percorso che ci consenta di essere pronti sin dal primo giorno. Solo attraverso un impegno condiviso e una reale integrazione tra il Servizio Sanitario Regionale e l’Università degli Studi di Salerno potremo trasformare questa visione in una realtà concreta e duratura.

Una sanità più moderna passa anche per la tecnologia. Ma qual è, secondo lei, il vero cuore di un ospedale?

Le persone. Perché la tecnologia è uno strumento straordinario, essenziale per migliorare cure e processi, ma da sola non basta. Un ospedale vive e si rinnova solo se chi ci lavora si sente coinvolto, formato e riconosciuto. E se chi vi entra come paziente percepisce che dietro ogni diagnosi c’è non solo una competenza tecnica, ma anche uno sguardo attento, una parola di conforto, una relazione umana. Dobbiamo rimettere al centro l’umanità della cura, senza mai perdere di vista la qualità e la sicurezza. La tecnologia sarà allora al servizio di questa professionalità umana, potenziandola e rendendo la cura sempre più efficace e accessibile.

C’è un messaggio che vuole lanciare a chi lavora nel Ruggi?

Sì. Voglio dire grazie, prima di tutto, per l’impegno che ogni giorno dedicano ai pazienti e all’Azienda. E poi ribadire che non siete e non sarete soli. La Direzione è qui per costruire con voi un’Azienda in cui si possa lavorare con dignità, rispetto e orgoglio. Nessun cambiamento sarà inizialmente imposto: la Direzione Strategica guiderà il processo ma tutto – ove possibile – sarà discusso, condiviso, costruito insieme. È tempo di consolidare o conquistare l’orgoglio di far parte di questo sistema.

Qual è il ruolo delle forze sociali nel percorso di crescita del Ruggi?

Le forze sociali hanno un ruolo di interlocutori preziosi per rappresentare le esigenze dei lavoratori. È intendimento della “parte pubblica” rendere trasparente, proficuo e costruttivo il confronto tra la direzione generale e le Organizzazioni Sindacali rappresentative, fermo restando il principio della reciproca autonomia e della distinzione dei ruoli.

E ai cittadini?

Di continuare a credere nella sanità pubblica e di affidarsi all’Azienda Ruggi. Di vedere in noi un’alleanza, non una distanza. E di sapere che ogni passo che faremo sarà pensato per loro, con responsabilità, trasparenza e concretezza. Il “Ruggi” è di tutti. E insieme lo porteremo verso il futuro: un futuro che passa anche per il nuovo ospedale in costruzione – simbolo concreto di una sanità più moderna, accogliente e sostenibile – e per il rafforzamento dell’integrazione con l’Università, affinché formazione, ricerca e cura camminino davvero insieme.