SALERNO – Una settimana tesa, nevrotica e confusa si è chiusa con la prevedibile sconfitta casalinga contro il Napoli. Ci ha provato la squadra di Nicola, ma al Napoli è bastato sbloccare il risultato per vincere all’Arechi per il secondo anno consecutivo. Nicola, ravvedutosi dopo gli otto gol subiti a Bergamo, ha proposto una Salernitana diversa. Un compatto 4-5-1 con l’intera squadra dietro la linea della palla. Un modulo che neppure l’uscita di Gyomber per infortunio al 16’. Con Lovato e Pirola centrali la squadra di Nicola ha provato a compattarsi, lasciando completamente l’iniziativa al Napoli. La capolista di Spalletti ha avuto il pregio e la capacità di non avere fretta. Giro palla insistito, a volte anche lento, ma sicuramente ragionato. Gli azzurri hanno provato con le imbucate dei centrocampisti interni, con gli inserimenti dei due esterni difensivi ma il primo tiro in porta è arrivato solo al 20’, su azione d’angolo con Osimhen che trovato la risposta del sempre ottimo Ochoa. Con Nicolussi Caviglia a fare da frangiflutti davanti alla difesa, la Salernitana non ha sofferto, giocando una partita attenta e rendendosi pericolosa al 22’ con Piatek che ha chiamato Meret all’intervento in angolo. Poi un tiro di Lovato ma poco altro in fase offensiva per i granata di Nicola, il cui obiettivo di arrivare all’intervallo sul risultato di parità è saltato nel secondo minuto di recupero, quando su errore di Daniliuc, Anguissa ha pescato Di Lorenzo sul secondo palo, pronto a battere Ochoa. Il raddoppio di Osimhen, bravo a ribattere in rete il palo colpito da Elmas al 3’ della ripresa ha poi praticamente chiuso il derby, con la pioggia che copiosa si è abbattuta sull’Arechi. Per il Napoli che ha chiuso l’andata a 50 punti la gara si è trasformata in un allenamento con la Salernitana che ha provato a reagire, ma senza neppure mettere fino in fondo quel carattere richiesto dai tifosi. Il palo interno di Piatek nel finale avrebbe potuto rendere meno amara la notte dell’Arechi, ma nulla di più. Le prestazioni deludenti di Candreva, Dia e Vilhena hanno tolto però quel peso offensivo necessario per provare a mettere in difficoltà il Napoli. Dando una semplice occhiata alla classifica, nella sfida tra miglior attacco e peggior difesa del massimo campionato, era inevitabile che in campo ci fosse una notevole differenza tecnica tra le due squadre. Il rammarico in casa granata può essere relativo ad altre partite che magari giocate in maniera diversa avrebbero potuto avere risultati differenti. Realisticamente non era il derby la partita per ripartire e cercare punti salvezza. Se Nicola deciderà di continuare a lavorare su questo nuovo modulo tattico, serviranno interventi decisi sul mercato, in attesa del recupero di Mazzocchi, giocatore che a questa squadra è mancato tanto, troppo nell’ultimo periodo, essendo uno dei pochi ad avere il cambio di passo e a riuscire a creare una superiorità numerica. Anche perché la classifica inizia a non essere poi così tranquilla.
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