di Erika Noschese
Il giorno della verità. Per il Movimento 5 Stelle, oggi, potrebbe aprirsi un nuovo scenario politico. Dopo l’incarico affidato, ancora una volta, a Giuseppe Conte per provare a formare un secondo governo dalle larghe intese che, questa volta, vede protagonista i pentastellati e il partito democratico, il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi di Maio ha scelto la strada della democrazia, se così vogliamo definirla. L’ultima parola, prima di dare ufficialmente inizio al governo, infatti, spetta agli iscritti al partito che, a partire dalle 9 di questa mattina, salvo classici imprevisti e contrattempi vari, dovranno esprimere la loro preferenza sulla piattaforma Rousseau. “Sei d’accordo che il MoVimento 5 Stelle faccia partire un Governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte?”, è la domanda alla quale dovranno rispondere gli iscritti al M5S da almeno sei mesi, con documento certificato. Si vota dalle 9 alle 18 e, successivamente, ci saranno i risultati che saranno resi noti proprio dai diretti interessati. I 5 Stelle, ad oggi, chiedono ancora un sacrificio ai loro sostenitori tanto che nella serata di domenica il parlamentare Cosimo Adelizzi ha incontrato, in occasione di una cena formale, gli iscritti al partito spiegando loro l’importanza di votare si. Ma cosa sceglieranno davvero gli iscritti? Salvatore Milione, membro del Meet Up amici di Beppe Grillo Salerno, questa volta ha scelto di andare contro “gli ordini” dei suoi superiori, annunciando la sua intenzione di votare no. Per Milione, il voto di quest’oggi «sarà, a mio avviso, un voto importantissimo che condizionerà le sorti del nuovo governo, del Paese e del Movimento 5 Stelle. E le questioni non sono scollegate». Da qui, dunque, ha annunciato che voterà no perché «in maniera convinta poiché è mia opinione che questa alleanza gioverà al solo Partito Democratico, che ci sta abbracciando mortalmente e nuocerà gravemente al Movimento 5 Stelle e quindi all’intero paese. Chi mi segue sa che io sono stato per il voto fin dal 5 marzo 2018, all’indomani delle elezioni, quando abbiamo raggiunto “solo” il 33 % e, a causa di una legge elettorale, votata da Lega e PD , non avevamo i numeri per governare da soli». Da qui una serie di attacchi a Luigi Di Maio reo, secondo Milione, di aver commesso errori sin dalla nascita del governo: « più grande dei quali è’ quello di non aver autorizzato il processo a Salvini nel caso Diciotti. È’ da lì’ che iniziata la nostra perdita di consenso. Però adesso sta conducendo perfettamente la trattativa con Zingaretti & C. e bisogna fidarsi del suo operato. Su una cosa però adesso non sono d’accordo lui. È’ vero che Il M5S non pensa al consenso, ma al bene del Paese, ma il consenso e il bene del paese coincidono perfettamente. Se un giorno il Movimento 5 Stelle non avrà più consenso e nel contempo non avrà cambiato in maniera strutturale ed irreversibile il sistema Italia, rinascerà il bipolarismo che ha distrutto l’Italia e conseguentemente le nostre riforme andranno in fumo. Secondo la mia opinione , l’accordo con il Pd ci potrebbe portare a scomparire per questo non sono d’accordo e dico No». Non è dello stesso avviso, invece, l’ex candidato alla carica di sindaco di Bellizzi, Antonio Granato che, tra le altre cose, ha partecipato all’incontro con Adelizzi proprio per sostenere il si alla votazione. «Voto si perchè è la scelta più logica che c’è, è quello che ci siamo detti anche prima delle elezioni», ha infatti dichiarato Granato secondo cui è necessario, a questo punto, riprovare la strada con i dem anche per evitare il voto anticipato che non gioverebbe a nessuno, in questo momento, se non alla Lega che dovrebbe comunque fare i conti con un calo di consensi. «Per logica è la cosa che conviene di meno a noi e a chi fa opposizione e l’unico partito che potrebbe volerlo è la Lega». I pentastellati sembrano però aver ben chiara l’impossibilità di portare a casa tutti e 20 i punti elencati, prima dell’avvio ufficiale del governo: «Andrebbe bene comunque ma dobbiamo portare avanti il programma di fine anno». Secondo l’ex candidato sindaco, infatti, l’accordo con i dem servirebbe a ritardare, anche solo di qualche mese, il ritorno alle urne. Tempo necessario, questo, per rimediare agli errori commessi: «Siamo stati poco presenti sul territorio, dobbiamo ripartire da questo, dai Meet Up e dalla gente. Solo dopo possiamo tornare al voto e convincere gli elettori a darci nuovamente fiducia. Non possiamo commettere altri errori», ha aggiunto.