Sono le Province ad avere in mano il destino di Sita Sud e la prosecuzione delle attività di trasporto pubblico sul territorio della Regione Campania. Gli Enti appaltanti per i servizi forniti dalla storica azienda sono proprio le Province di Salerno, Napoli e Avellino.Enti con i quali, la Sita non riesce proprio a far quadrare i conti in nessun modo. Costi troppo elevati per la ditta rispetto a quelli che sono i corrispettivi chilometrici stanziati dalle amministrazioni provinciali con cui sono in essere contratti di servizio che, almeno per quanto riguarda la Provincia di Salerno (e quella di Avellino) sono contratti ponte, ovvero in proroga, senza che il servizio sia stato affidato alla Sita Sud a seguito di espletamento di regolare procedura di gara. Una situazione che si protrae dal primo gennaio del 2006 e che si può riassumere come un rapporto di mero fatto intrattenuto nel corso di sette anni tra ente concedente e impresa. In pratica, Sita sta effettuando il servizio per il territorio salernitano per semplice “obbligo di servizio”. Sinonimo di “per non lasciare la gente a piedi”. Troppa sarebbe la discrepanza tra i servizi effettuati da Sita Sud e il corrispettivo km erogato dall’ente appaltante che provoca, di fatto, una voragine tra costi e ricavi da parte dell’azienda. Un corrispettivo che ammonterebbe ad 1.86 al km ma che, di fatto, dal 2010 si sarebbe ulteriormente abbassato alla luce del fatto che la ditta non riceve più gli adeguamenti contrattuali (ammontanti a 2 milioni e 800 mila euro): elemento che porta il corrispettivo ad abbassarsi di ulteriori 20 centesimi, ma che l’azienda dal canto suo corrisponde ugualmente ai propri dipendenti, mettendoli di tasca propria. Tutto questo lo sa bene anche l’assessore regionale ai trasporti Sergio Vetrella che riconoscendo l’encomiabile lavoro svolto da Sita Sud in Regione Campania mira a sottolineare come il rimedio non possa trovarlo palazzo Santa Lucia, ma tocca alle amministrazioni provinciali. «Il problema con la Sita – afferma non è di un bilancio da risanare, ma che ciò che arriva dai contratti con le stazioni appaltanti non riesce più a coprire i servizi che offre». E nel caso in cui i costi effettivamente superino i servizi effettuati, Vetrella s’impegna affinché «vengano rivisti i contratti» – ma al tempo stesso precisa di «non avere l’autorità per modificare i contratti in essere – spiega – ma insisterò affinché si chiarisca l’intero quadro». Insomma, tocca alle amministrazioni provinciali fare un passo avanti, anche se molti dei problemi derivano anche dai ritardi nei pagamenti proprio da parte della Regione Campania. Domani, dunque, con la riunione prevista per le 18 a Napoli con esponenti della Regione e delle Province e vertici aziendali, l’ad Vinella e il direttore Spinosa (che si presenteranno al tavolo con tanto di bilancio per dimostrare la veridicità della propria posizione), si conoscerà il destino di Sita e quello dei suoi 463 dipendenti.
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