Erano i primi di marzo del 2009 quando annunciammo che Fulvio Maffia, allora direttore del conservatorio statale di Musica di Potenza, sarebbe divenuto il commissario straordinario che avrebbe dovuto porre ordine nelle carte “sporche” del “Giuseppe Martucci” di Salerno. Dopo le dimissioni del direttore Francesco De Mattia giunte ai primi di febbraio e la reggenza del vice-direttore Giancarlo Cuciniello, il ministero decise di commissariare la massima istituzione musicale cittadina toccata con mano la situazione veramente disperata. Poi, la sua elezione “plebiscitaria” quel pomeriggio del 30 giugno 2011, ieri in mattinata la notizia delle sue probabili dimissioni, causate, tra l’altro da un documento di destituzione ancora alla firma del ministro dell’istruzione e dell’università, per un pesante rinvio a giudizio per falso ideologico allo scopo di gestire la pianta organica e garantire un posto per un profilo professionale a scapito di un altro, occupato da una dipendente part time, aprendo, così, un filone giudiziario culminato con lo spiacevole intoppo giudiziario. Qualche giorno fa il senato accademico, unitamente ai membri del consiglio di amministrazione presieduto da Franco Massimo Lanocita e i titolari di contratti amministrativi ha stilato un documento, una specie di brogliaccio di bordo in cui sono stati appuntati tutti i traguardi raggiunti da Fulvio Maffia in questo quinquennio, dall’orchestra alla consegna della sede storica di via de’ Renzi dopo un trentennio di normale “infruibilità” per una popolazione scolastica che con l’avvento della scuola di Jazz ha superato le mille unità. Il documento è stato controfirmato da quasi tutti i docenti del conservatorio (ne mancheranno circa una quarantina all’appello) e inviato al ministero dell’istruzione e dell’Università, per dissolvere sia il fantasma della destituzione di Fulvio Maffia, sia la spada di Damocle di un ulteriore commissariamento della massima istituzione cittadina. Un probabile commissariamento che vedrebbe Carmelo Columbro intervenire a Salerno quale nuovo commissario straordinario, con la sua esperienza di navigato direttore di conservatori quali il “Gesualdo da Venosa” di Potenza e il “Domenico Cimarosa” di Avellino. Intanto, il direttore reggente del Martucci, se le dimissioni di Fulvio Maffia avranno un effettivo fondamento, sarà il clarinettista Pietro Nunziata, noto al grande pubblico salernitano, poiché occupa il leggìo di secondo clarinetto dell’Orchestra Filarmonica Salernitana “G.Verdi”, sino alle elezioni indette per metà marzo e che potrebbero salutare a capo del nostro conservatorio una donna. Intanto, l’attività scolastica procede, come anche la creatività dei docenti. Il M° Antonio Marzullo, unitamente al M° Luigi Avallone, stanno tentando di affiancare all’orchestra diretta da Massimiliano Carlini un’orchestra di fiati per rinverdire i fasti dell’eccelsa scuola di musica dell’Orfanotrofio “Umberto I” il “serraglio” che ha sempre fatto da serbatoio alle migliori formazioni militari e alle orchestre dei massimi teatri nazionali ed europei. Di sfere di cristallo non siamo ancora in possesso, o forse sì, ma ritornano oscuri baluginii attualmente sospesi in un’ingannevole lucidità, galleggiante su di un oceano opaco attraverso cui vediamo, da diversi anni, “paurosamente limpidi” per dirla con Franz Kafka, i mostri della profondità, che purtroppo allontanano dalla completa risoluzione l’annoso discorso del Martucci, intriso sempre più di spiacevoli equivoci.
Olga Chieffi