di Monica De Santis
Tanti tantissimi fedeli ieri mattina hanno presenziato al Solenne Pontificale in onore di San Matteo. Tanti fedeli e moltissimi tifosi che già da un’ora prima attendevano l’arrivo del presidente Iervolino e qualcuno anche della squadra, che invece non ha partecipato alla funzione. Iervolino è giunto in Cattedrale pochi minuti prima dell’inizio della funzione. In chiesa c’erano già tutti. Dai comandanti dei Carabinieri, Finanza, Esercito, Capitaneria di Porto e Polizia Municipale, al sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, seduto accanto al Governatore De Luca, entrato in chiesa da una delle porte laterali, e poi ancora il presidente della provincia Strianese, il presidente della Camera di Commercio Prete, il sindaco di Pellezzano Morra, l’ex sindaco di Pellezzano Morra, la vice sindaco di Salerno Paky Memoli, l’assessore Paola De Roberto, l’assessore Tringali i consiglieri comunali Di Popolo, Figliolia, Carbonaro, Santoro, Pessolano, Celano. E poi ancora i candidati alle prossime politiche De Luca J., Casciello e Naddeo. Ad accogliere Iervolino come detto tanti tifosi, molti l’hanno atteso nella salita di via Duomo, altri nel quadriportico, altri ancora in chiesa. Tantissimi gli applausi. Come quelli che sono stati attribuiti a Monsignor Bellandi, entrato in Cattedrale in processione al fianco Arcivescovo Prelato di PompeiDelegato Pontificio per il Santuario, Tommaso Caputo, che ha celebrato il pontificale. Nella sua omelia ilvescovo di Pompei ha parlato della figura di San Matteo… “Matteo è considerato un traditore, un pubblico peccatore, una persona da tenere a distanza perché è passato dalla parte degli occupanti. Gesù, invece, legge il suo cuore. Gesù vede la luce che Dio ha nascosto sotto la fragilità degli uomini, una luce che non si spegne a prescindere dalle loro azioni. Non gli interessa l’abito sociale che Matteo indossa né il suo peccato né quello che ha fatto prima. Gesù sa che, sul documento di identità di ogni uomo, è scritto: “Immagine di Dio”“ E poi ancora… “Come il suo venerato Patrono, Salerno è città profondamente mariana. Il 14 e 15 marzo 1948 il Quadro della Madonna di Pompei vi fece visita e fu una grande consolazione per il caro popolo salernitano bisognoso di rinnovata speranza dopo l’immane tragedia della Seconda Guerra mondiale. L’8 dicembre 1950, in pieno Anno Santo, in Piazza Amendola, proprio accanto al Comune, fu posta un’edicola votiva, un mosaico di pregevole fattura che raffigura l’Immagine familiare della Madonna di Pompei, alla quale è peraltro dedicata una bella parrocchia che sorge nel quartiere di Mariconda sin dal 1962. Nell’iscrizione la Vergine veniva definita “Desideratissima Pellegrina di pace”. L’opera, benedetta da Papa Pio XII, fu voluta dal compianto Arcivescovo Demetrio Moscato per ricordare che, quando tutto sembrava finito e l’orizzonte appariva oscuro, la città di San Matteo si era affidata a Maria. Continua a farlo ancora oggi, considerati gli innumerevoli pellegrinaggi che, da Salerno, con ogni mezzo e, di frequente, a piedi, giungono a Pompei. Né si contano le attestazioni di grazie che, da questa Città e da questa Arcidiocesi, sono arrivate in Santuario fin dai primi anni della fondazione”. Una lunga omelia quella del Vescovo di Pompei che sul finale ha anche fatto un riferimento al conflitto che si sta svolgendo fra Rusia ed Ucraina… “San Matteo suscita e ravviva nei nostri cuori le risorse necessarie per venire a capo di un tempo particolarmente difficile e tormentato. Questi tre anni – o poco meno – di una pandemia che ha seminato lutti in molte famiglie e ha sconvolto, in ogni versante, un assetto sociale che sembrava consolidato, con l’aggiunta della rovinosa e insensata avventura – anzi disavventura – della guerra scatenata dall’invasione russa, in Ucraina, nel cuore dell’Europa, rappresentano un carico difficilmente sopportabile per le nostre forze ordinarie. Proprio ora, nel momento dell’anno che coincide con la piena ripresa – laddove è possibile – delle attività, dopo la relativa pausa estiva e il freno esercitato dalla crisi, sentiamo di aver bisogno di un supplemento di aiuto e di protezione. Non si annuncia, infatti, un cammino in discesa, e preoccupazioni e sacrifici sembrano accompagnare anche il futuro più immediato. Le nostre fragilità escono, perciò, più che mai allo scoperto in ogni campo. Ma proprio questa percezione deve spingerci ad andare avanti. E a contare su quella “mano sulla spalla” che il Santo Patrono non farà mancare a noi tutti e alla sua amata Salerno. Questa sera (ieri per chi legge, n.d.r.) i portatori condurranno, per le strade della Città, le statue di San Matteo, di San Giuseppe, di San Gregorio VII, dei Santi Gaio, Ante e Fortunato. Cammineranno uno accanto all’altro, mantenendo lo stesso passo. È quello che, da devoti di San Matteo, dovremo fare anche noi ogni giorno: camminare insieme, camminare insieme per dare aiuto ai poveri, conforto agli ammalati, compagnia alle persone sole, sostegno concreto a chi è in difficoltà. Siatene certi: nel cammino della vita la Madonna di Pompei, che nel Santo Rosario invochiamo anche come Madre della speranza, ci è accanto”. Finita la funzione religiosa, mentre il Governatore si è recato a salutare don Michele Pecoraro per poi uscire sempre dalla porta secondaria, il Vescovo Bellandi, così come il presidente Iervolino sono usciti dall’ingresso principale e per loro ancora applausi. Iervolino ha impiegato più di 30 minuti prima di raggiungere il taxi che lo stava aspettando all’uscita della Cattedrale. Foto, strette di male, saluti e tanti complimenti, per il presidente granata che ieri mattina ha stretto ancora più forte il suo patto con il popolo salernitano.