Antonio Manzo
Nella stessa giornata che il ministro dell’università Annamaria Bernini, tra contestazioni cercate e volute, celebra l’eccellenza italiana dell’università di Salerno c’è la nuova comunicazione della Corte dei Conti che ipotizza danno erariale di due docenti , tra cui Sciancalepore finito anche in una inchiesta di Report, e solo epigoni dell’amichettismo dell’ateneo che si rifà all’Autorità del Garante Privacy presieduta dal presidente Pasquale Stanzione.
L’Autorità diventa un incubo per l’ateneo che ora, giustamente, celebra la novità del nuovo rettore Virgilio D’Antonio. Non solo per gli accertamenti della Corte dei Conti sui due docenti salernitani finiti alla “corte” gestionale di Pasquale Stanzione ma anche per altri episodi che si ricollegano al presidente Autority già docente emerito dell’università. Il primo: il silenzio dell’Autorità Garante sul clamoroso caso di hakeraggio del sistema informatico dell’ateneo e relativo appalto milionario conseguente all’azione degli haker; il secondo: la “tripletta” remunerativa messa abilmente a segno da Pasquale Stanzione negli ultimi anni della sua docenza universitaria.
Ma i due casi clamorosi dell’università non mettono in ombra il discorso di insediamento del neo rettore Virgilio D’Antonio ad una sala piena e ben motivata dalle parole, dense e di prospettiva, che pronuncia a braccio con un pensiero logico che si dipana sul nuovo governo dell’ateneo nel quale ci sarà una “svolta nuova”. Sarà per l’entusiasmo giovanile non minato da teorie di palingenesi rivoluzionarie che il muovo rettore definisce il lavoro futuro in un “Ateneo che tutela il passato, cura il presente e alimenta scintille di futuro”. Lunghi applausi e grande partecipazione, in un forte spirito di comunità. D’Antonio ha già delegato alla sua squadra i compiti sia pure ancora senza autorizzarli al potere di firma: al prorettore vicario Pietro Campiglia, al professore Mario Vento alla tecnologie, al professore Carmime Pinto la delega ai punti organico, cioè l’assegnazione dei fondi per le prese di servizi dei docenti (le chiamate dei concorsi). Paola Adinolfi nominata dal Cda dell’Ateneo presidente della fondazione con i consiglieri Armando Lamberti e Marco Galdi.
Il silenzio dell’Autorità
Dopo l’attacco informatico, l’Ateneo si inventa due sistemi paralleli per la sua identità digitale. E’ il luglio 2023 c’è l’attacco hacker per una sua peculiare vulnerabilità del sistema nonostante l’alert che lancia la Polizia Postale. Dopo l’attacco e dopo i due sistemi paralleli scende il silenzio sull’università di Salerno. Una agguerrita pattuglia parlamentare del Movimento Cinque Stelle è, invece, molto dura nella gravità del data break alla Regione Lazio che viene multata dal Garante per la Privacy. Per la Regione Lazio multe pesanti dell’Autorità del Garante per la gravità delle violazioni. A Salerno non accade assolutamente nulla. L’attività criminale informatica e la rabbia politica delle Movimento 5 Stelle consente a Roma di svelare molto di più di quello che avviene a Salerno. Poi, incredibile realtà salernitana, ci sono ben 2 sistemi informatici all’ateneo. C’è un sistema Cineca di Bologna che viene estromesso dopo l’attacco hacker e che debbono richiamarlo per la penalità pagata per la mancata fidelizzazione del sistema. Il sistema Cineca, deve andare via con le ragioni esposte dalla KPMG. E’ la grande società di consulenza che porta a Salerno il sistema Oracle, naturalmente il sistema Oracle funziona con la spesa di 3 milioni e 800mila euro, ora all’attenzione della Corte dei Conti regionale per presunto danno erariale.
Ma molti misteri affollano il caso Oracle: dalla scelta della società di consulenza KPMG, alla implementazione del sistema con l’esborso di 3 milioni e 800 mila euro, fino al diffuso silenzio dell’ateneo, del Garante Privacy e della magistratura per eventuali reati informatici commessi con l’attacco hacker
La ” tripletta” di Stanzione
Pasquale Stanzione è docente di diritto privato. Percepisce lo stipendio di docente, l’indennità di direttore del dipartimento di giurisprudenza e poi, si aggiunge, il pagamento della funzione di vice presidente del consiglio superiore della giustizia amministrativa, carica che poi consegnerà al suo collega Rino Sica. Siamo ai tempi del rettorato Pasquino. C’è incompatibilità per i ruoli conferiti a Stanzone? Non essendovi nessuna norma di legge si preferisce il silenzio-assenso accademico. A beneficio di Pasquale Stanzione che nel computo pensionistico accumulerà i tre ruoli svolti.
Lo sciovinismo casereccio
Parla Vincenzo De Luca, volutamente due ore dopo la “predica” del ministro Bernini. Dice il presidente della Regione Campania: “Siamo l’unica Regione in Italia che ha fatto un investimento imponente, 100 milioni di euro, per realizzare la Quantum Valley per utilizzare computer quantistici che saranno messi a disposizione del sistema produttivo e delle grandi agenti per la sicurezza nazionale. I lavori sono stati già appaltati alla Ibm, colosso nazionale dell’informatica”. Giù gli appalusi che si intensificano nella platea quando il presidente De Luca, comunica la sua emozione nel vedere l’aula magna intitolata a Vincenzo Buonocore (primo rettore salernitano dell’Ateneo di Fisciano) e, soprattutto, di vedere il nome di Roberto Racinaro nei corridoi del rettorato, il filosofo internazionale che fu vittima di una giustizia tutta salernitana con carcere e processi durati anni e poi finiti con assoluzioni piena. Racinaro, rettore in carica a pochi giorni della rielezione, fu arrestato nel silenzio omertoso della città.
Poi De Luca ridà fiato allo sciovinismo casereccio dell’università di Salerno che, secondo una persistente polemica civica ,sarebbe stata “rubata” a Salerno con il trasferimento e la creazione di un campus a Fisciano. Il presidente, inconsapevolmente, con la proposta di creare un “terzo campus nei locali dell’ex tribunale di Salerno” riaccende la titolarità della città sia pure per ospitare una struttura di rappresentanza del rettorato o di una scuola di alta formazione giuridica nei locali dell’ex tribunale. Impossibile che la densità demografica della città possa sopportare oggi il peso di un terzo campus. Una teoria già sconfitta di Alfonso Menna che pretendeva l’università nella cinta daziaria del capoluogo, scontrandosi e perdendo con la lungimiranza dell’allora rettore Gabriele De Rosa, strenuo difensore della esigenza di insediare a Salerno un grande centro universitario per soddisfare la domanda di cultura delle province dell’osso come la Campana interna, la Basilicata e la Calabria. Si era alla fine degli Anni ’80 e non tutti compresero fino in fondo l’importanza della proposta dello storico stabiese, ma De Rosa non si lasciò intimidire dai difensori dello «status quo» e alla fine ottenne ragione. Il glorioso Magistero fu mandato in pensione e il pugno di Facoltà disseminate senza una logica sul territorio si fusero in un unico campus.
È storia di venti e più anni fa ma, per ricordare le tappe fondamentali della vita di Gabriele De Rosa, una crociata in nome della cultura e del decentramento. Due valori che guardavano al futuro e che, per questo, non erano molto apprezzati e vengono rimessi in circuito per sollecitare il mai sopito dissenso per il campus di Fisciano oggi una splendida realtà dell’universo culturale italiano, ma che deve il primato alla tenacia del suo fondatore che amò la sua creatura e la difese tenacemente.





